Società

Oltre le leggende sui vaccini: nuove ipotesi sulle cause dell’autismo

Il fenomeno autismo appare in crescita in Occidente, dove probabilmente l’attenzione clinica ed epidemiologica a questo fenomeno è molto più alta che in altri regioni del mondo e soprattutto la devastazione ambientale è più antica. Si calcola infatti che nei soli Stati Uniti, dove i casi vengono riferiti in costante aumento, è colpito da autismo più di un individuo su 150. In Inghilterra la prevalenza è stimata nell’ordine dell’1%.

Probabilmente tale disturbo in Italia è sottostimato, ma non c’è motivo di ritenere che non abbia la stessa prevalenza rispetto agli altri Paesi occidentali. L’autismo è un importante, talora grave disturbo, dell’attività cerebrale, che può interessare tutte le età della vita, caratterizzato da marcata diminuzione dell’integrazione sociale e della comunicazione, le cui cause non sono state ancora chiarite. Sta comunque prendendo piede l’ipotesi genetica, o per meglio dire epigenetica.

Sembra infatti che numerosi fattori ambientali di varia origine e tipo: malattie infettive causate da CMV, HIV etc.; sostanze inquinanti o tossiche, ad esempio pesticidi organo fosforici o organo clorurati; anche metalli pesanti (ma in quantità e secondo modalità di accumulo ben diverse da quelle presenti nei vaccini), come lo stesso mercurio e il piombo essenzialmente (non alluminio comunque); alcune malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, il morbo celiaco, agiscano stimolando il sistema delle citochine nel grembo materno, interagendo con il piccolo in formazione, modificando l’informazione genetica originale e potendo provocare dei danni sottili, non facilmente evidenziabili nel sistema nervoso centrale del nascituro. Pare che vi sia un’associazione anche con il sierotipo HLADR4. Tali danni si manifesterebbero nel prosieguo dell’esistenza sotto forma di alterazioni più o meno permanenti del comportamento, quello che chiamiamo autismo ed inoltre agiscano anche nell’alterazione di alcuni meccanismi dell’immunoregolazione [Goines PE, Ashwood P, Cytokine dysregulation in autism spectrum disorders (ASD): possible role of the environment Neurotoxicol teratol (2012)].

Quindi al giorno d’oggi l’ipotesi che l’autismo possa derivare da pratiche vaccinali potenzialmente tossiche per il sistema nervoso centrale non viene più presa in considerazione. Per quanto riguarda lo studio del Dr. Wakefield, il collega Di Grazia ne ha ampiamente ed esaurientemente trattato nel suo blog. Le società farmaceutiche non sono certamente delle associazioni di beneficenza. Agiscono secondo il principio del massimo profitto. Sono sicuramente responsabili di scelte politiche di sfruttamento e di dominio, le cui conseguenze si ripercuotono specie sui Paesi in via di sviluppo. Il caso del prezzo dei farmaci antiretrovirali è emblematico al proposito.
Ma i vaccini prodotti non sono responsabili dell’autismo, così come probabilmente non lo sono di altre patologie attribuite a torto. Mentre, ed è sciocco negarlo, hanno liberato l’umanità da numerosi flagelli. Gli effetti tossici e collaterali sono ben noti, però rarissimi, ma ci sono, come del resto nel caso di tutti i farmaci, purtroppo.

Aggiungerei che le critiche radicali, mosse nei confronti dei vaccini, come nei riguardi di altri argomenti medico-scientifici per poter risultare efficaci, devono essere circostanziate, documentate e devono tener conto del contesto scientifico e culturale presente. Altrimenti la contestazione priva di serietà rischia di limitarsi a confondere il dibattito e a renderlo sterile.

L’ipotesi epigenetica, presa in considerazione nella patogenesi dell’autismo, ma che è applicabile per tante altre patologie, ha un valore di rottura con acquisizioni scientifiche precedenti ed è ancora soggetta ad un certo ostracismo in determinati ambienti scientifici, specie per quanto riguarda la relazione con la teoria basata sulla selezione naturale classica. Nel caso in oggetto, come in tanti altri, la forza dirompente di idee nuove, però fondate su osservazioni ed interpretazioni che hanno una seria ed obbiettiva validità scientifica, va ben al di là della sciatta ripetizione di stereotipi contestativi, privi dei più elementari requisiti di attendibilità. Può darsi che le società farmaceutiche ci guadagnino pure mediante la vendita dei vaccini. Ma avete mai confrontato il fatturato di tanti farmaci costosi e in alcuni casi a bassa efficacia e alta tossicità con quello dei vaccini?