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Si scrive Champions League, si legge ‘giro d’affari’ da 1,34 miliardi di euro

Al via la coppa più ricca di sempre con 900 milioni di euro di montepremi. Musica per le orecchie dei club: 8,5 milioni per ogni finalista, 1 milione a vittoria, 3,9 per chi si qualifica ai quarti, 4,9 per chi arriva in semifinale; chi perde la finalissima porta a casa 6,5 milioni; la vincitrice la bellezza di oltre 10,5 milioni di euro

Riparte la Champions League: la Coppa dei Campioni, come si chiamava fino al 1992; o la ‘Coppa dei milioni’, come potrebbe essere ribattezzata oggi. L’edizione 2012/2013 sarà infatti la più ricca di sempre, da ogni punto di vista.

A partire dal montepremi complessivo, che sfonda quota 900 milioni di euro; ben 150 in più rispetto all’anno scorso. L’ammontare netto destinato ai club partecipanti (tra cui Juventus e Milan) consta di 500 milioni di contributi fissi e 410 milioni di contributi variabili. Le 32 squadre qualificate riceveranno una quota di partecipazione tutt’altro che simbolica: circa 8 milioni e mezzo di euro, che cambieranno la stagione di molte società medio-piccole. E qui il pensiero corre alla nostra Udinese: il club friulano si deve accontentare di soli 2 milioni di euro, come tutte le altre eliminate al preliminare.

Per chi invece è riuscito ad entrare nel tabellone principale le gioie economiche non finiscono qui: ogni vittoria nella fase a gironi vale 1 milione di euro, un pareggio 500mila. Così come il passaggio del turno verrà ricompensato con 3,5 milioni di euro. E ancora: 3,9 milioni per chi si qualifica ai quarti, 4,9 per chi arriva in semifinale; delle due finaliste, infine, la perdente porterà a casa 6,5 milioni, la vincitrice la bellezza di oltre 10,5 milioni di euro (l’anno scorso erano 9). Oltre alla coppa, ovviamente, quasi un dettaglio.

Cifre esorbitanti ma non spropositate, se si considera il giro d’affari mosso dalla massima competizione calcistica continentale. Secondo la Uefa, le entrate commerciali lorde generate dalla prossima Champions (insieme alla Supercoppa, già giocata qualche settimana fa e vinta dall’Atletico Madrid sul Chelsea per 4-1) dovrebbero aggirarsi intorno agli 1,34 miliardi di euro. Di questi, circa il 70 per cento verrà destinato ai club; la parte rimanente resterà in mano alla Uefa, utilizzata per finanziare i costi organizzativi e i vari fondi di solidarietà da cui provengono i contributi per le squadre eliminate e in parte anche per l’Europa League.

Questa è anche l’ultima edizione prima della piena entrata in vigore del famigerato Fair Play Finanziario: dal 2013, infatti, la norma voluta da Platini comincerà a vincolare le spese dei club europei in relazione allo stato di salute dei loro bilanci. Ne sa già qualcosa il Malaga: la squadra spagnola (inserita nel Girone C, lo stesso del Milan) è l’unico club di Champions facente parte della lista nera dei 23 club a cui la Uefa ha sospeso il versamento dei premi per pagamenti insoluti. Se non dovessero risolvere tali pendenze entro il 30 settembre, gli andalusi si vedrebbero costretti a rinunciare ad almeno 8 milioni di euro.

E’ un segnale che mette in allerta le altre. In primis, Manchester City e Paris Saint-Germain: due tra le out-sider più attese del torneo, tra le poche squadre in grado di contrastare lo strapotere di Barcellona e Real Madrid. Eppure, dati alla mano, negli anni a venire rischiano seriamente di pagare dazio al fair play finanziario, forse addirittura di vedersi escluse dalla Champions. Il City, che quest’estate non ha fatto follie sul mercato, viene da un passivo di oltre 200 milioni di euro; il Psg, invece, solo negli ultimi due mesi tra Ibrahimovic, Thiago Silva, Lavezzi, Lucas, Verratti e compagnia varia ha speso più di 150 milioni di euro. Per entrambe – ancora lontanissime dagli introiti record di corazzate come Barça, Real e Manchester United – il disavanzo massimo di 45 milioni di euro tra entrate e uscite che sarà in vigore dalla prossima stagione è un miraggio.

Certo, l’intransigenza della Uefa nei confronti dei grandi club è ancora tutta da verificare. Così come bisogna vedere quanto sarà difficile aggirare tali norme: la sponsorizzazione da 400 milioni di sterline sottoscritta dal City con Etihad Airways (la compagnia aerea di Abu Dhabi, che di fatto appartiene allo stesso proprietario del club, lo sceicco Mansour) sa tanto di iniezione di capitale ‘mascherata’.

Ma, a scanso di equivoci, gli uomini di Mancini ed Ancelotti faranno bene a sbrigarsi, e puntare dritti alla finale di Wembley. Anche perché in ballo ci sono circa 35 milioni di soli premi Uefa: una ragione in più per alzare la coppa dalle grandi orecchie.