Cronaca

Caso Taurianova: sciolto per mafia 21 anni fa, ma i clan comandano ancora

In questi giorni, due decenni dopo, il prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli ha disposto l’invio di una commissione di accesso per verificare se l’attività della giunta del sindaco Domenico Romeo, Udc, è stata condizionata dal potere della ‘ndrangheta

Esattamente 21 anni fa il comune di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, veniva sciolto per infiltrazioni mafiose. Il primo ente locale in Italia ad essere azzerato per mafia dopo l’approvazione della legge che consentiva al governo di esautorare, con un decreto del presidente della repubblica, le giunte condizionate dal crimine organizzato. Una legge, nata proprio per la guerra di ‘ndrangheta che aveva insanguinato il comune reggino. Proprio in questi giorni, due decenni dopo, il prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli ha disposto l’invio di una commissione di accesso per verificare se l’attività della giunta del sindaco Domenico Romeo, Udc, è stata condizionata dal potere della ‘ndrangheta.

Nel 1991 una lunga scia di morti spinse il governo a intervenire con urgenza, decisivo il 3 maggio di quell’anno, ribattezzato venerdì nero, quando a Taurianova ci fu la strage di quattro persone, ad una delle vittime fu mozzata la testa e presa a bersaglio. In questi anni la presenza della ‘ndrangheta ha continuato a condizionare la vita dell’ente locale. Nel 2009, infatti, il comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose e il sindaco era proprio Domenico Romeo. Dopo due anni di commissariamento, nel 2011, Romeo si è ripresentato, sostenuto dal deputato Udc e componente dell’antimafia Mario Tassone.

Romeo, ora deve affrontare, dopo aver denunciato di aver subito alcuni atti intimidatori, la nuova verifica ispettiva degli 007 della prefettura, la commissione di accesso è presieduta dalla viceprefetto Francesca Crea. Nella relazione di scioglimento del comune del 2009, firmata dall’allora ministro dell’interno Roberto Maroni, troviamo molti protagonisti dell’attuale compagine governativa. Partiamo proprio dal sindaco sul quale non risultavano né precedenti né frequentazioni, ma numerose parentele scomode. “ Figlio di Romeo Marcello, già sindaco di Taurianova. La madre di Marcello Romeo è Princi Maria, sorella di Carmela Princi, madre dei pregiudicati Avignone Filippo, Antonio e Giuseppe. In particolare, Avignone Giuseppe è detenuto dal 1977 per i fatti della cosiddetta Strage di Razzà”. Parentele e nulla più per il sindaco Romeo che, nel 2009, prima dello scioglimento andò a casa (per le dimissioni dei consiglieri) dopo aver subito diversi attentati, puntualmente denunciati.

Nell’attuale giunta figura anche Rocco Coluccio, assessore anche nella precedente giunta sciolta. Nella relazione si leggeva: “ Il figlio Francesco Coluccio è stato segnalato, nel 1997 per reati contro la pubblica amministrazione ed oltraggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Francesco Coluccio è coniugato con Caterina Fontana, figlia di Vincenzo Fontana e Maria Concetta Zagari”. Fratelli di Maria Concetta Zagari sono “ i germani Pasquale e Giuseppe Zagari, entrambi detenuti perché condannati all’ergastolo per associazione mafiosa ed altro nel processo Taurus”. Nulla di penale per l’assessore. Tra i tanti ritorni quello di Antonio Pietro Crea, oggi presidente del consiglio comunale, in quota Udc, e assessore nella giunta sciolta nel 2009. La relazione così lo descriveva: “Il predetto nell’anno 1995 risulta deferito alla competente autorità giudiziaria per reati contro la pubblica amministrazione. Per quanto riguarda la vita politico amministrativa di Taurianova non si può non rilevare che allorquando il comune di Taurianoa nell’anno 1991 è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, tra gli assessori comunali figurava anche Antonio Crea”. Le nuove intimidazioni hanno generato la verifica ispettiva della prefettura per valutare il possibile condizionamento malavitoso sull’attività della giunta, lo scioglimento per mafia ha carattere preventivo. Un nuovo scioglimento porterebbe Taurianova al terzo azzeramento, un record già raggiunto in Campania da Casal di Principe e Casapesenna, feudi del potere casalese.

Aggiornamento – 8 novembre 2023
Antonio e Domenico Romeo sono stati assolti in via definitiva da tutti i reati a loro ascritti, con formula piena “perché il fatto non sussiste”