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Calcioscommesse, scoperto in Svizzera conto segreto con i soldi delle combine

Il deposito bancario, secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, è riferibile a un giocatore di Serie A indagato dalla Procura di Cremona. Ieri si era diffusa la voce che si tratterebbe di Cristiano Doni, ma l'indiscrezione è stata smentita. Gli investigatori elvetici hanno avanzato richiesta ufficiale per ascoltare il calciatore in questione, insieme ad altre cinque persone

L’indagine su Scommessopoli si arricchisce di nuovi dettagli, sempre più gravi. Le ultime stavolta vengono dalla Svizzera, in particolare da Berna: secondo quanto riportato da La Gazzetta dello sport, la Procura della capitale elvetica avrebbe scoperto l’esistenza di un conto bancario su cui venivano depositati i soldi del calcioscommesse. Ma la notizia è che il conto sarebbe riconducibile ad un noto calciatore di Serie A, e che dietro ai movimenti di denaro registrati ci sarebbe un’attività di riciclaggio da parte della malavita.

L’indiscrezione confermerebbe l’esistenza di uno stretto legame tra lo scandalo delle partite truccate e la criminalità organizzata. Una pista che era già stata battuta dalle procure italiane: solo lo scorso aprile, ad esempio, il procuratore di Bari Antonio Laudati affermava che “la criminalità organizzata ha scoperto da molto tempo il mondo delle scommesse”, parlando di un “sistema sicuramente operativo nel corso delle ultime due stagioni di campionato”. Il conto segreto ne rappresenterebbe la prova.

Rinomato paradiso fiscale, in Svizzera sarebbe quindi stato nascosto il ‘tesoro’ di Scommessopoli (o almeno una sua parte). Su questo conto sono transitate negli ultimi anni ingenti somme di denaro, utilizzate per le combine, anche e soprattutto a fini di riciclaggio. Secondo gli inquirenti, infatti, proprio la possibilità di ‘ripulire’ soldi provenienti da attività illecite (più che di guadagnare dalle combine) sarebbe stato il principale interesse della associazioni malavitose. E in questo giro sono finiti diversi giocatori.

Adesso l’attenzione è tutta concentrata sulla rivelazione dell’identità del calciatore ‘proprietario’ del conto (che però, verosimilmente, dovrebbe essere formalmente intestato ad un prestanome). Nel pomeriggio di ieri erano circolate voci sempre più insistenti su Cristiano Doni, l’ex capitano dell’Atalanta arrestato lo scorso dicembre nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Cremona e già condannato ad un totale di 5 anni e 6 mesi di squalifica. Il nome era stato fatto dal portale elvetico Fussball, ma in serata è arrivata la smentita da parte del legale dell’ex calciatore e della stessa Procura di Cremona.

Non è lui il giocatore nel mirino degli inquirenti svizzeri. Ma si tratterebbe comunque di un calciatore che è già stato indagato a Cremona per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Un reato che non è stato contestato a molti giocatori di Serie A: tra questi, ad esempio, ci sono il laziale Stefano Mauri e i genoani Giuseppe Sculli e Omar Milanetto, nei cui confronti il gip Guido Salvini emise un’ordinanza cautelare lo scorso maggio. Ma anche restando ai “semplici” indagati la lista dei sospetti non è lunghissima.

La notizia è una vera e propria bomba ad orologeria, pronta ad esplodere non appena il nome verrà reso noto. Ma non c’è da attendere molto, è solo questione di tempo. La Procura di Berna, infatti, vuole vederci chiaro. E avrebbe avanzato alla Procura di Cremona una richiesta ufficiale per ascoltare il calciatore in questione, insieme ad altre cinque persone. Non è da escludere, poi, che in un secondo momento Berna presenti anche una rogatoria per acquisire tutte le carte dell’indagine. Se così fosse, vorrebbe dire che davvero il coinvolgimento della criminalità organizzata nella vicenda supera le più cupe aspettative. Dopo Bari, Cremona e Napoli adesso anche Berna: lo scandalo del calcioscommesse italiano non conosce confini.