Cronaca

Caso Favia, Grillo sul blog: “Non caccio nessuno, ma non ha più mia fiducia”

Il leader del Movimento 5 Stelle risponde al consigliere regionale "ribelle" dell'Emilia Romagna che ha scatenato la polemica sulla mancanza di democrazia interna. Il telegrafico post del comico genovese è a commento di un video di 10 minuti della trasmissione "Piazza Pulita"

“Io non caccio nessuno, ma Favia non ha più la mia fiducia” Beppe Grillo. Così, telegraficamente, il leader del Movimento 5 Stelle, sul suo blog, risponde al consigliere regionale dell’Emilia Romagna, Giovanni Favia, che ha scatenato la polemica sulla mancanza di democrazia interna. Il post del leader del Movimento 5 Stelle è a commento di un video di 10 minuti della trasmissione “Piazza Pulita”

Ieri il consigliere ribelle aveva ribadito in una intervista al Fattoquotidiano.it la sua posizione: “E’ da un anno e mezzo che con Casaleggio non parlavo”. Secondo Favia avrebbe “tramato” contro di lui. “Ma io non me ne vado. E non mi cacceranno”. Anche nel programma 8 e mezzo Favia ha ribadito la sua convinzione. E così oggi è arrivata la risposta del leader che sembra invitarlo alle dimissioni. Ieri sempre sul sito era comparso un altro post nell’editoriale “La Settimana” in cui si citava una canzona di Fabrizio De Andrè. “Perché non riesci più a volare? Ti senti rinchiuso senza vie di uscita, ma la porta del piccolo locale dove ti trovi (da quanto tempo?) non ha serrature. Se abbassi quella maniglia potrai uscire fuori, ma non lo fai”. 

Grillo, a Genova per allenarsi alla traversata dello Stretto di Messina, come riporta il Corriere della Sera, avrebbe tenuto un mini comizio rispondendo alle domande dei bagnanti. “Nel Movimento abbiamo questi due o tre ragazzi che hanno fatto due mandati e non si possono più ripresentare e così sono entrati nel panico. Li capisco, per carità. Erano disoccupati e per un po’ di anni si sono trovati a prendere uno stipendio da tremila euro al mese e a gestire un po’ di potere, e adesso si sentono l’acqua alla gola perché devono lasciare. Così vanno in televisione a straparlare di democrazia. Il “grano” e il “poterino” purtroppo, sono un problema” avrebbe detto il comico per analizzare la polemica scoppiata intorno al movimento dopo lo sfogo rubato al consigliere. Per Grillo “la vera democrazia è la nostra regola: noi non siamo un partito e al nostro interno non si fa carriera. Gli è piaciuto troppo, vogliono fare carriera politica? Liberissimi. Se ne andranno in un partito, andranno nel Pd o nell’Idv o non so dove, scelta loro. Sono un dittatore per questo? Perché dico che le regole vanno rispettate? Noi di regole ne abbiamo poche: quando qualcuno si vuole candidare mi manda il certificato penale, quello di residenza nel posto dove si candida, la dichiarazione di non essere iscritto a un partito e di non aver fatto politica prima. Un po’ di vaglio ci vuole per chi chiede di usare il simbolo, se arriva Totò o’ curto e dice che vuol fare il sindaco gli dobbiamo dire sì e basta se no io sono un dittatore? Allora sì, sono un dittatore. Non sono un leader, non sono un segretario di partito, ma sono un garante del rispetto delle regole”.

Grillo ne ha anche per gli altri, come i leader politici. Come Bersani con cui nei giorni scorsi ha portato avanti un duello a colpi di frasi forti. “Bersani dice che mi devo confrontare. Boh. Quando mi sono iscritto al Pd alla sezione di Arzachena perché volevo parlare al congresso hanno riunito il “comitato centrale” per dire che non potevo iscrivermi perché ero “ostile” e non mi hanno lasciato parlare e ora sono io che non mi confronto? La realtà è che sono morti, morti, morti e hanno una paura fottuta del Movimento perché se si va a votare con il premio di maggioranza vinciamo noi e andiamo al governo. Comunque in Parlamento ci andiamo. E per prima cosa confrontiamo i redditi dei parlamentari e delle loro mogli e mariti prima che fossero eletti con quelli dopo uno o due mandati per vedere se sono cresciuti e come”.  Su Di Pietro, leader Idv, Grillo a domanda risponde: “Brava persona, onesta. Ma non sapeva usare la Rete. È venuto a parlarmi, gli ho presentato un amico, un esperto, ed è passato dal 4 all’8% ma poi è rimasto all’interno di un sistema marcio e così gli capitano gli Scilipoti, per questo non potremo mai metterci d’accordo. Ma è l’unico che salvo, sarebbe un buon ministro degli Interni o anche il Presidente”. Infine il Cavaliere. Qualcuno gli chiede di Silvio Berlusconi, silente da giorni nonostante le pressione del suo entourage che gli chiede di scendere nuovamente in campo per guidare il Pdl, tornerà in politica? “Non so ma non credo, ormai è un altro morto. Questo Paese ormai al fallimento. Lavorano alla distruzione della mia persona come facevano Stalin e Mao. La mia famiglia è preoccupata, io ho sei figli inermi davanti a queste cose”.