Cinema

Chi nasce Vian muore per un brutto film

Boris VianIl 23 giugno di cinquantatre anni fa diventava immortale uno dei più mirabolanti eclettici e geniali, si userò questa parola genio una volta per tutte nel pieno del suo significato, creativi del nostro secolo Boris Vian, un artista capace di produrre in grande qualità e quantità romanzi, musica, testi teatrali e non solo, in una vita durata poco più di un lampo. Se ne andò infatti a soli trentanove anni.

Non parlerò qui di Vian in modo specifico o critico perché non ne sarei in grado come vorrei veramente per rendergli omaggio.

Quello su cui mi vorrei brevemente soffermare invece è l’incredibile coerenza ultraterrena che quest’uomo ha dimostrato nell’uscire di scena, passaggio all’immortalità degno di Molière. Riassumo brevemente: Vian era alla proiezione del film tratto dal suo romanzo “Sputerò sulle vostre tombe”, romanzo che creò al suo autore non pochi problemi e non poca immortalità. Durante la proiezione si racconta che l’autore si sia lamentato più volte per la bruttezza e l’incoerenza dell’opera cinematografica alla quale stava assistendo, immagino la rabbia e la frustrazione di un artista che vede violentare una sua creatura. Vian si alzò in piedi preso da una furia irrefrenabile di annientare il regista autore e responsabile di tale scempio, ma il destino, spesso birichino, lo stroncò con un infarto, lì mentre avrebbe voluto giustizia, forse vendetta per il suo romanzo trasposto in qualcosa che non riconosceva, vendetta come voleva il protagonista del suo romanzo Lee Anderson.

Questa storia mi ha sempre affascinato, romanticamente la riconosco come la purezza cristallina di un artista che muore nel vedere uno scempio, l’ignoranza, un brutto film, una brutta opera d’arte, la bruttezza che uccide l’anima e Vian che era più anima che carne me lo immagino dissolversi nell’aria mentre si avvicina minaccioso al regista gridando, fondersi con il tutto, quel tutto che aveva raccontato con poesia incantevole ne “La schiuma dei giorni”…

Cito da wikipedia: Daniel Pennac definì La Schiuma dei giorni un romanzo da leggere più volte nel corso degli anni: a diciotto anni prevale la griglia interpretativa della passione amorosa, a quaranta quella della critica sociale, a sessanta quella del pessimismo e della tragedia che tutto annulla.

Ah dimenticavo!! Voci di corridoio parlano di un adattamento cinematografico diretto da Michel Gondry de “La schiuma dei giorni”… chissà che questa volta Vian non riappaia magari per complimentarsi con l’onirico Gondry…

(Nella foto Boris Vian, fonte Wikimedia)