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Europei 2012, a Poznan c’è Italia-Croazia. E scatta l’allarme rosso per gli hooligans

Timore soprattutot per gli oltre 6mila tifosi croati che da giorni presidiano la città polacca. Ad alzare la tensione c'è la maxi rissa dopo la partita (vinta 3-1) contro l'l'eire di Trapattoni. Per gli italiani il ricordo va a Italia-Serbia giocata al Ferraris di Genova

In Italia l’allerta è scattata da un paio di giorni e a Poznan non si parla d’altro: per la partita di oggi pomeriggio tra Italia e Croazia, potenzialmente decisiva per il passaggio ai quarti di finale, è allarme hooligans.

Il pellegrinaggio è iniziato già da martedì, ma oggi la città è stata letteralmente invasa dai tifosi. Più croati che italiani, senza dubbio. E i numeri del botteghino del resto parlano chiaro: i 6.000 biglietti riservati alla Federazione croata sono andati esauriti da settimane; se si aggiungono i tifosi che sono riusciti a venire in possesso di un ticket “neutro” e quelli che, biglietto o non biglietto, si sono ugualmente recati nella cittadina polacca per far sentire il proprio supporto ai loro beniamini, a Poznan sono attesi circa diecimila croati. Non pochi, considerando che i biglietti regolari destinati ai tifosi italiani non sono stati venduti interamente. E sono almeno 300 (ma nelle ultimissime ore il numero sembrerebbe salito fino a mille) gli hooligans violenti e considerati ad alto rischio.

Per le strade, dunque, c’è tanta Croazia. Si riversano dalle 10 del mattino, birra in mano e fiato ai cori . Grandi, grossi e poco socievoli, si spera non troppo cattivi. Fino ad ora tutto è andato liscio, ma il rotondo successo sull’Irlanda (3-1) è ancora fresco nella memoria, e le cose potrebbero cambiare rapidamente in caso di bruciante sconfitta stasera. Mentre nella nostra, di memoria, sono vivi i fattacci di Genova dell’ottobre 2010, quando, in occasione di Italia-Serbia, match di qualificazione a Euro 2012, furono gli ultranazionalisti serbi a scatenare il panico allo Stadio Marassi e a far sospendere la partita.

Sono soprattutto i precedenti, infatti, a destare preoccupazione: aggressivi e nazionalisti come i loro vicini balcanici, i croati hanno già avuto modo di prendersela con gli irlandesi in occasione del match inaugurale di domenica. Scontri all’uscita dallo stadio, e poi una maxi-rissa all’alba in un locale del centro, per un totale di 14 fermi. Gli arrestati erano tutti rigorosamente in stato di ebrezza: del resto l’alcol e il fascino delle bellezze locali contribuiscono non poco a scaldare l’atmosfera, quando la notte si fa inoltrata. Fondamentale anche l’apporto degli ultrà polacchi, che non si lasciano mai pregare in queste situazioni. Con tutti i controlli all’ingresso della Fan Zone e del centro storico le armi non ci sono ma si trovano: sedie e bottiglie, persino pietre, tutto può servire alla causa.

Non a caso lo schieramento delle forze dell’ordine è imponente. Di giorno e di notte, quasi ad ogni angolo della strada. Il portavoce della questura locale fa sapere che ci sono 200 telecamere in funzione in tutto il centro-città, e oltre duemila poliziotti in servizio. Senza interruzioni.

Così, per tutti i tifosi al seguito degli azzurri in quel di Poznan, la parola d’ordine è prudenza. O forse non proprio tutti. Antonio, uno dei capi degli “Ultrà Italia”, appena arrivato a Poznan, non è poi così arrendevole: “Paura dei croati? Non credo proprio”. Poi, goliardia a parte, mette a disposizione la sua esperienza pluriennale di scontri e trasferte e spiega: “Penso che alla fine andrà tutto bene: questa è Poznan, la città del Lech e dei suoi ultrà. Se loro decidono di fare i bravi (e fino ad ora così è stato), non ci saranno problemi”.

Ha ragione, sono loro i veri padroni: da rispettare e riverire. Come ieri notte. Quando a tarda ora, per le strade della città vecchia – la splendida Stary Rinek –, si è scatenata una vera e propria caccia all’uomo. Fuggiva un soggetto poco raccomandabile, colpevole di un misfatto non meglio identificato ma con il sangue iniettato negli occhi e sul bianco della maglia. Al suo seguito, dieci ultrà scatenati e bramosi di vendetta e cento poliziotti in tenuta anti-sommossa. Meglio girare alla larga, decisamente. In fondo, è una grande festa, con un’atmosfera incredibile e divertimento assicurato. Ma per gli ospiti indesiderati davvero non c’è posto.