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Europei 2012, l’Italia di Prandelli cerca il miracolo. Nonostante defezioni e indagati

Tra defezioni pesanti, convocazioni dell'ultim'ora, scelte discutibili e indagati per la vicenda calcioscommesse, la spedizione azzurra non è partita nel migliore dei modi. Successe la stessa cosa ai mondiali del 2006 in Germania e a quelli dell'82 in Spagna, entrambi vinti
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Tra indagati e indignati la nazionale azzurra agli ordini di Cesare Prandelli si presenta all’appuntamento di Euro 2012 nel peggiore dei modi. O forse nel migliore, visto che il nostro calcio sembra godere del suo permanente stato di eccezione. Così come in campo l’Italia del catenaccio ha trionfato partendo dalla difesa, da una posizione di debolezza reale o presunta cui seguivano fulminanti contrattacchi a sorprendere l’avversario più dotato fisicamente e/o tecnicamente, così fuori dal campo l’Italia del ‘gruppo’, del ‘soli contro tutti’, ha dato il meglio di sé (Mondiali ’82 e ’06) quando è partita dalla difesa contro le avanzate della magistratura e di buona parte di stampa e tifosi (salvo gli ultimi due essere sempre i primi a correre in soccorso al vincitore una volta sollevate le coppe…).

Indagati – Per adesso in squadra c’è rimasto ‘solo’ Bonucci, iscritto sul registro degli indagati dalla Procura di Cremona il 3 maggio, lo stesso giorno dell’altro nazionale Criscito, rimandato però a casa in tutta fretta per celebrare il codice etico nel nome del capro espiatorio, condannato a vagare nel deserto insieme ai peccati dell’uomo e del calcio. Una scelta incomprensibile – dato che Bonucci potrebbe rischiare un minimo di 3 anni (per associazione finalizzata all’illecito) e Criscito nulla, tranne una sgridata per essersi fatto fotografare in cattive compagnie – che si è rivelata un boomerang, tra spiegazioni arzigogolate e arrampicate sugli specchi del commissario tecnico e dei vertici federali.

Oltretutto, ora che il titolare Barzagli si è infortunato – stiramento di primo grado al polpaccio, almeno 20 giorni di stop – Criscito, che fino a ieri si stava allenando per la manifestazione, si è proposto per rientrare. Ma, giusto per essere coerenti con i propri sbagli, la federazione ha risposto picche e a due giorni dal via ha convocato in tutta fretta Astori: che era in vacanza al sole di Miami! Indagati risultano poi essere un centinaio di giocatori che sono stati compagni, ex compagni o avversari dei nostri 23 eroi in maglia azzurra. E leggendo le carte degli interrogatori e assistendo al numero sempre più crescente di squadre e giocatori che patteggiano, diventa ogni giorno più faticoso lo sforzo che si autoimpone il tifoso di considerare la metastasi che affligge il calcio italiano come un qualcosa di circoscritto. Con la speranza di poter salvare almeno i propri eroi.

Indignati – In squadra li rappresenta tutti Buffon, il capitano non indagato che si infuria a giorni alterni con la magistratura, i giornalisti e i tifosi. Fuori c’è la coda: la maggioranza dei tifosi nei sondaggi accusa il calcio di aver perso credibilità, un malcontento che si accoda al (o che ha trascinato il) nostro primo ministro – che si è sobriamente augurato “una sospensione del calcio per i prossimi 2-3 anni” – e il commissario tecnico che si è detto disposto a “non partire per l’Europeo”. Parole in libertà che accompagnano il soggiorno degli azzurri nel ritiro di Cracovia tra il profano delle derrate alimentari – quintali di pasta, pomodori, prosciutti e forme di parmigiano al seguito – e il sacro della memoria, sotto forma di una dovuta visita al campo di concentramento di Auschwitz.

Per una volta le convocazioni non hanno invece creato indignazione tra i 60 milioni di commissari tecnici che ogni due estati secondo l’Istat si risvegliano in Italia: non c’è stato alcun Beccalossi o Baggio lasciato a casa tra le polemiche, né si prospettano staffette fratricide tra un Rivera e un Mazzola. L’impronta di Prandelli è nell’aver lasciato a casa centravanti puri che in campionato non hanno fatto faville (Matri, Pazzini, Gilardino, Osvaldo) a favore di attaccanti di manovra (Giovinco, Di Natale, Cassano, Balotelli, Borini). Per un gruppo discreto ma non eccellente – i bookmakers danno l’Italia vincente tra gli 11 e i 15, quota abbastanza alta – l’unico problema sembra tattico. Se nelle qualificazioni era 4-2-3-1, la nuova tendenza della viglia è 3-5-2. Per l’esordio senza Barzagli, il terzo difensore dovrebbe essere De Rossi. Con il 3-5-2 probabile l’utilizzo del carneade azzurro (prima convocazione, 0 presenze) Giaccherini. Le speranze di superare almeno il girone sono tutte riposte nella coppia eclettica, calcisticamente e non solo, Balotelli-Cassano.

Perché indignati, o meglio indignanti, sono diventati anche i risultati sportivi della nazionale: soprattutto dopo la scoppola rimediata nell’ultima amichevole, persa 3-0 contro la Russia. La terza sconfitta di fila degli azzurri (0 gol fatti, 5 subiti) nelle ultime 4 amichevoli, dopo un’ottima qualificazione ottenuta in largo anticipo con 22 punti in 8 partite. Nel ranking Fifa l’Italia, che durante il girone di qualificazione era salita al 6 posto, è ora precipitata al 12. Davanti agli azzurri non solo la Spagna, campione europea e mondiale in carica che affronteremo nel difficilissimo esordio di domenica a Danzica, ma anche squadre ‘medie’ come Danimarca, Portogallo, Cile e soprattutto Croazia: contro cui l’Italia giocherà la seconda partita dell’Europeo, il 14 giugno a Poznan. Prima dello scontro decisivo, sempre a Poznan il 18 giugno, contro l’Irlanda del eterno ragazzino Trapattoni. Visto il momento, agli azzurri conviene non dire gatto se non l’hanno nel sacco.

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