Economia & Lobby

Cosa state facendo al mio paese?

L’economia italiana sanguina copiosamente. L’emorragia di redditi e risparmi passa dagli spread, dalla caduta della domanda interna e del Pil, dal deficit corrente della Bilancia dei Pagamenti. E provoca fughe di capitali (depositi bancari) e di capitale umano (giovani laureati). Alcune conseguenze del rapido impoverimento sono l’aumento della pressione fiscale (stimo un 47% a fine anno), della disoccupazione (il 22% della forza lavoro, scoraggiati e cassintegrati inclusi), dei debiti privati e pubblici, la caduta dei valori di borsa, immobiliari, delle pensioni integrative,l’allungamento dei tempi di pagamento, la disperazione di molti imprenditori, le file alle mense Caritas.

L’emorragia può essere così quantificata.

L’emorragia sta inoltre causando danni permanenti, strutturali, all’organismo, alla capacità produttiva del paese: danneggiando le possibilità di ripresa futura.

Intanto, si riducono viepiù le opzioni disponibili. Ad esempio, l’Italia sta perdendo gradualmente potere contrattuale in Europa, perché:

Gli stessi fenomeni si registrano con diverse intensità in molti paesi europei: crescono i rancori e le recriminazioni per una crisi artificiale. I popoli europei si trovano di fronte allo stesso dilemma degli elettori greci. Vogliono restare nell’Eurozona, ma non che l’Euro resti il meccanismo perverso che è: crea gli shock asimmetrici (capitali tedeschi -> bolla immobiliare in Spagna), poi blocca ogni possibile soluzione alle crisi che genera: prestatore di ultima istanza, espansione monetaria, deficit spending, svalutazione, ecc.

Il panico, nelle ultime settimane, ha contagiato gli Eurocrati. Ne è nata (a parole) una mini svolta keynesiana tardiva e insufficiente. Monti ha proposto di spostare fuori bilancio alcune spese (deficit spending); Draghi, grandi opere infrastrutturali (ma si parla di qualche miliardo: importi ridicoli); la Bundesbank, di alzare i salari dei tedeschi. Tutte cose che chiedo da anni. Ma oramai non basta più. La crisi investe in pieno il sistema finanziario Europeo. A quando le prese d’atto?