Cronaca

Da nord a sud esplode la violenza contro Equitalia. L’ente si difende: “Inaccettabile”

L'agenzia di riscossione è nel mirino in tutta Italia. Nel milanese aggrediti degli esattori, nel capoluogo campano una manifestazione contro i suicidi trasformata in uno scontro con le forze dell'ordine, nel vicentino scritte e minacce contro l'ente e a Viterbo arrestato un uomo che minacciava di uccidere i dipendenti di Equitalia. Giovedì Monti incontra la dirigenza

Milano, Vicenza, Viterbo, Roma e Napoli. Quindi nord, centro e sud Italia: le proteste contro Equitalia si estendono a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale. Con modalità e tempistiche che evidenziano un’escalation di violenza che solo la settimana scorsa ha portato al sequestro di 12 persone nella sede dell’agenzia a Romano di Lombardia. Quella di oggi, però, è una giornata ancor più tesa su questo fronte. A Melegnano, nel Milanese, due dipendenti dell’ente sono stati feriti durante un’aggressione; a Napoli la sede cittadina è stata assediata da manifestanti e ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, venerdì prossimo è già in programma un’altra iniziativa; nel vicentino sono comparse scritte minatorie sui muri dell’edificio cittadini dell’agenzia; a Viterbo è intervenuta la polizia per arrestare un uomo che minacciava di uccidere alcuni impiegati di Equitalia. Un bollettino da guerra. Nella capitale, invece, è stato inviato un pacco bomba alla direzione generale dell’agenzia di riscossione. A Schio sui muri della sede cittadina sono apparse scritte minatorie come “Infami” o “Io uccido”. Giovedì 17 maggio, alle ore 9, il premier Mario Monti parteciperà a un incontro con la dirigenza dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia. Che si difende con un lungo comunicato: “E’ inaccettabile continuare a scaricare irresponsabilmente su Equitalia la colpa di gesti estremi e situazioni drammatiche, che hanno invece origini diverse e lontane e che stanno esplodendo solo oggi a causa della crisi economica. Eventi tragici da non spettacolarizzare, per i quali Equitalia esprime profonda vicinanza alle famiglie coinvolte. La troppa superficialità con cui negli ultimi tempi si è associato a Equitalia il termine suicidio sta avendo come effetto di alimentare tensioni sociali, oggetto di facili strumentalizzazioni, che sfociano in vere e proprie guerriglie, come quella odierna organizzata contro gli sportelli di Napoli, in minacce, come l’ennesimo pacco bomba intercettato nella sede della capogruppo a Roma, e in aggressioni fisiche a dipendenti impegnati nel proprio lavoro, come accaduto stamane a Melegnano. Nel sottolineare la propria preoccupazione per questi episodi – conclude il testo del comunicato – Equitalia esprime massima solidarietà a tutto il personale e auspica che tutti, istituzioni, media, società civile e mondo imprenditoriale, si impegnino per ripristinare quel clima di dialogo e collaborazione indispensabile per placare tali tensioni”.

ROMA – Un pacco bomba è stato inviato alla direzione generale di Equitalia in via Grezzar a Roma. Secondo quanto si apprende il pacco conteneva poca polvere pirica ed era senza innesco. Sul posto sono intervenuti la Guardia di finanza e gli artificieri della polizia. Indaga la Digos. 

MILANO – Un imprenditore edile, Giuseppe Neletti, 50enne originario di Gela, presente nello studio, ha malmenato due ispettori arrivati per una verifica fiscale. L’aggressore avrebbe un debito di 250mila euro con l’agenzia entrate. Alcuni testimoni presenti fuori dallo studio del commercialista hanno raccontato che il litigio è proseguito fuori dallo studio. L’imprenditore ha urlato: “Mi avete dissanguato, mi avete rovinato”. 

NAPOLI  Circa 200 manifestanti, riuniti sotto la sigla Realtà (espressione dell’ala antagonista cittadina), sono scese in piazza per manifestare davanti alla sede di Equitalia, in corso Meridionale ed è stata subito tensione. Il presidio è stato organizzato dopo i sette suicidi registrati in Campania a causa della crisi. Le serrande degli uffici dell’agenzia sono state abbassate, la polizia ha protetto l’edificio e dopo diversi lanci di pietre e alcuni incendi di cassonetti sono partite le cariche di alleggerimento della celere, accompagnate dall’uso di lacrimogeni. Alcuni manifestanti hanno provato a sfondare i cordoni delle forze dell’ordine per irrompere negli uffici di riscossione, ma sono stati respinti.  Si sono sentite anche due esplosioni, forse petardi o bombe carta. Un agente è rimasto ferito ad una caviglia a seguito del lancio di una pietra e c’è stato un contuso anche fra i manifestanti: si tratta di un un giovane colpito alla testa da una manganellata. Nella zona adiacente alla sede di Equitalia, inoltre, presenti diversi blocchi stradali. Verso le 11 la polizia ha riaperto al traffic rimuovendo i contenitori della nettezza urbana messi di traverso in strada dai manifestanti, controllati dall’alto da un elicottero della polizia che ne sta monitorando gli spostamenti. Secondo i manifestanti, gli incidenti sarebbero scoppiati per il rifiuto dei responsabili di Equitalia di chiudere oggi gli uffici in segno di lutto per gli ultimi suicidi avvenuti nel napoletano in seguito alla consegna di cartelle della società di riscossione. Contro la facciata dell’edificio è stata lanciata vernice rossa. Le forze dell’ordine hanno identificato e denunciato sette persone.  Sono accusati di resistenza, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale. Ma le indagini proseguono per cercare di identificare altri partecipanti agli scontri.  

Negli scontri, sono dieci i poliziotti finiti in ospedale a seguito degli scontri. Complessivamente circa 600 persone hanno partecipato alla protesta: si tratta di esponenti di tutta l’area antagonista, tra cui i precari Bros del coordinamento di lotta per il lavoro e i collettivi studenteschi. La questura ha precisato che la manifestazione non era autorizzata. Dei 600 dimostranti circa 200 hanno lanciato uova, vernice, bottiglie e sampietrini prima contro l’edificio di Equitalia e poi contro la polizia. I cassonetti della spazzatura sono stati poi utilizzati dai manifestanti come ariete per sfondare il cordone della polizia sistemata a protezione di Equitalia. Grazie alle foto e alle riprese eseguite con telecamere digitali la polizia potrà identificare numerosi manifestanti. La polizia ha avviato indagini per individuare “manifestanti responsabili di eventuali azioni penalmente rilevanti”.

VICENZA  Sul muro della sede di Equitalia di Schio sono comparse nella notte alcune scritte dal contenuto inequivocabile: “io uccido” e “infami”. I ‘messaggi’, realizzati con spray nero e rosso, sono accompagnati da un simbolo comunque irriconoscibile. Sul posto è arrivata la Digos della questura di Vicenza per comprendere i contorni dell’accaduto. 

VITERBO – La Digos di Viterbo ha fatto irruzione nell’abitazione di un piccolo imprenditore residente in un paese della provincia che, poco prima, con una telefonata alla sede Uil aveva annunciato che si sarebbe recato all’Agenzia delle Entrate di Viterbo, armato di pistola, e avrebbe ucciso gli impiegati. “Prima che mi rovinino del tutto – aveva detto al sindacalista – ammazzo qualcuno di loro”. Nella casa non sono state trovate armi. L’uomo, un settantenne, la cui azienda era stata dichiarata fallita, Si era rivolto in modo anonimo alla Uil per chiedere assistenza legale. Gli uomini della Digos, diretti da Monia Morelli, sono riusciti ad identificarlo in meno di due ore. Subito dopo si sono recati nella sua abitazione e l’hanno perquisita. Non sono state trovate armi. L’imprenditore ha riferito agli agenti di essere in condizioni economiche disperate.

BANCHE E SERIT NEL MIRINO – Dopo l’Agenzia delle entrate, che resta presidiata, gli operai ex Fiat e indotto di Termini Imerese hanno occupato questa mattina anche gli uffici della Serit, la società di riscossione dei tributi in Sicilia. Una cinquantina di metalmeccanici sono entrati nei locali dell’esattoria, in via Falcone e Borsellino, e hanno annunciato che si fermeranno a oltranza, fino a che non ci saranno garanzie per la riapertura della fabbrica automobilistica dismessa dal Lingotto, per gli esodati. Ad un ufficio della Deutsche Bank di Bologna, invece, sono stati simbolicamente ‘messi i sigilli’ da parte di un gruppo di manifestanti del centro sociale Tpo. Gli attivisti hanno sbarrato l’ingresso della banca in via Marconi con del nastro giallo e nero. Affisso anche lo striscione ‘Freedom of movement blokupy the bancks dictature. Rise up‘, mentre sul muro dello storico palazzo sono state realizzate alcune scritte con vernice rossa. I manifestanti, una trentina, hanno alzato cartelli contro ‘L’Europa delle banche’. A sorvegliare la protesta, alcuni blindati della polizia e agenti con caschi e scudi antisommossa.