Cultura

Greenpeace e salvezza dell’ambiente: “condannate” Giunti e Rizzoli

L'associazione ha presentato il rapporto “Favole ammazza foreste!” al Salone del libro di Torino. La colpa dei due grossi gruppi, ma anche di altri editori italiani, è di stampare i propri volumi in Cina, dove le due grandi multinazionali indonesiane App e April gestiscono il maggior mercato di vendita della carta

Un atto d’accusa contro Giunti Editore e Rizzoli, colpevoli di distruggere le foreste del pianeta per trasformarle in favole per bambini. E’ il contenuto del rapporto “Favole ammazza foreste!” presentato da Greenpeace al Salone internazionale del libro di Torino, giunto quest’anno alla sua venticinquesima edizione. Le analisi realizzate a marzo 2012 dall’organizzazione per la salvaguardia dell’ambiente hanno prodotto risultati inequivocabili: su undici libri per bambini stampati in Cina nel 2011 per conto di Giunti Editore e Gruppo Rcs, ben quattro contengono fibre di legno duro tropicale, provenienti dalla deforestazione indonesiana.

La colpa dei due grossi gruppi, ma anche di altri editori italiani, è di stampare i propri volumi nello stato asiatico, dove le due grandi multinazionali indonesiane App e April gestiscono il loro maggior mercato di vendita della carta. Soltanto nel 2007 APP ha importato in Cina 300mila tonnellate di cellulosa, utilizzate per produrre 4,3 milioni di tonnellate di prodotti editoriali e da stampa. La filiera della carta ricavata dal legno delle foreste tropicali parte dall’Indonesia e arriva in Italia attraverso due canali. Il primo è la stampa di prodotti editoriali realizzata dai nostri editori in Cina, la seconda è l’importazione diretta della cellulosa. Nel solo 2011 il nostro paese ha importato prodotti editoriali da Pechino per un valore superiore a 5 milioni di euro.

Ma non si salvano neppure i libri stampati direttamente nel nostro paese, divenuto il primo importatore europeo di carta dall’Indonesia. La multinazionale App ha ormai uffici ben avviati in tutta Europa ed editori, stampatori e cartiere italiane vengono continuamente tentati dai prezzi concorrenziali proposti dal nuovo colosso. Il punto è che App, che si presenta sul mercato come un’azienda votata ad una politica di “tolleranza zero per il legno illegale” si rifornisce da cartiere che usano fibre provenienti al 60% da taglio a raso della foresta anziché dalle piantagioni. I tronchi illegali vengono mischiati con quelli di specie legnose tropicali e mandate al macero per produrre polpa di cellulosa. “Nonostante App continui a distruggere le foreste indonesiane, il numero dei suoi clienti in Italia aumenta – dichiarano WWF, Terra!, Legambiente e Greenpeace – acquistare da loro significa rendersi complici della distruzione di preziosi ecosistemi”.

L’allarme nasce anche dalla constatazione che la filiera della carta made in Indonesia sta velocemente incrementando i propri affari. La sola cartiera Indah Kiat Perawar, controllata da App è passata dai 2 milioni di tonnellate di cellulosa prodotti nel 2009 al 2-3 milioni stimati per il 2010-2011, con conseguenze irreparabili per l’ambiente. A causa della deforestazione infatti l’Indonesia detiene il record delle emissioni di gas serra e occupa il terzo posto, dopo Usa e Cina, nella classifica dei paesi emettitori. “E’ inaccettabile che due giganti dell’editoria italiana come Rcs e Giunti permettano che i propri libri siano contaminati dalla deforestazione e dall’estinzione di specie protette – denuncia Chiara Campione, responsabile Foreste di Greenpeace Italia – I risultati delle nostre analisi parlano chiaro: queste favole sono il frutto di gravissimi crimini forestali”.

Oltre a lanciare l’appello “Favole ammazza foreste!”, Greenpeace ha approfitta del Salone internazionale di Torino per rendere noti i risultati della classifica “Salvaforeste”, giunta alla sua terza edizione. Si tratta di una graduatoria di editori italiani, valutati sulla base delle loro politiche ambientali e di scelta della carta. Un progetto che sta raggiungendo in breve tempo risultati sorprendenti. Dal 2010 ad oggi il numero di case editrici che hanno raggiunto la fascia verde degli “amici delle foreste” sono infatti passate da 15 a 76. Con l’importante impegno di Feltrinelli, Mondadori, Gems e De Agostini, che coprono il 42 per cento del mercato editoriale italiano e che sono già o si avviano ad essere a “deforestazione zero”.