Politica

Grandeur edilizia alla Regione Lazio: otto milioni di euro per altre due palazzine

La giunta Polverini pubblica il bando, firmato dal presidente del consiglio Mario Abbruzzese, per costruire nuovi uffici. Che si aggiungono a quelli deliberati nelle legislature precedenti e appena inaugurati. Un'espansione continua che non sembra trovare alcuna giustificazione nell'attività dell'ente. Intanto si tagliano le spese sulla sanità

Un’opera di certo non urgente, visto che ci vorranno quasi quattro anni di cantiere per realizzarla, con 1100 giorni di lavori e 120 solo per la progettazione. Due palazzine probabilmente inutili, che cresceranno all’interno di quella piccola cittadella che ospita il consiglio regionale del Lazio, in zona La Pisana, piena di spazi e strutture già poco utilizzate. L’ultimo bando di gara firmato dal presidente del consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese peserà, però, molto sulle tasche dei cittadini laziali: 8 milioni 259.750,49 euro, Iva esclusa, di cui 7 milioni 689.360,47 per l’esecuzione dei lavori, 320.390,02 per oneri della sicurezza e 250.000,00 per la progettazione, come già aveva segnalato Manuela Campitelli nel suo blog su ilfattoquotidiano.it. Soldi stanziati e già pronti per essere spesi mentre il bilancio della regione Lazio segna pericolosissimi segni meno, con tagli selvaggi alla spesa sanitaria, soprattutto nelle zone più periferiche.

I tre piani rialzati delle due palazzine, insieme al corpo centrale interrato, dovranno ospitare gli uffici e le segreterie di settanta consiglieri regionali, numero che in futuro potrebbe scendere a cinquanta. Ogni consigliere è però in grado di moltiplicare il numero dei dipendenti grazie agli staff che affollano i gruppi consiliari, che compongono quella attività ritenuta così frenetica da giustificare la realizzazione di 8 milioni di euro di nuove costruzioni.

Qualche numero può far capire meglio cosa avviene negli uffici della Pisana: dal 1 gennaio al 21 aprile 2012, su 78 giornate lavorative, le sedute del consiglio sono state appena 15. Sul tema delicato della salute – la regione Lazio è stata commissariata – sul sito ufficiale del consiglio appare sul calendario un’unica audizione della commissione dedicata al tema, che si è tenuta a metà marzo; se ce ne sono state altre, non lo possiamo sapere, perché nulla ci viene detto.

Eppure la struttura che gira attorno ai settanta consiglieri regionali del Lazio ha una vera e propria fame di spazi e di nuove realizzazioni architettoniche. Poco tempo fa sono stati inaugurati i nuovissimi uffici di presidenza, che – giura chi li ha visti – colpiscono per l’ampiezza dei corridoi e delle stanze. Opere decise dalle giunte precedenti, che arrivano a compimento anni dopo, regalando, di fatto, a ogni presidente la sua palazzina da inaugurare. I sei piani da otto milioni di euro che verranno realizzati nei prossimi quattro anni – se tutto va bene – vedranno al taglio del nastro il futuro consiglio regionale, in una sorta di staffetta del cemento, che passa di elezione in elezione.

La fame di spazi è in fondo giustificata dal piccolo esercito di funzionari che segue i politici arrivati alla Pisana. Lo staff del presidente Abbruzzese è composto da un portavoce, un addetto stampa, un capo di gabinetto, un vice capo di gabinetto, un terzo dirigente, un capo segreteria ufficio di gabinetto, un capo segreteria della segreteria particolare del presidente e, infine, un capo segreteria della segreteria tecnica. Per par condicio è bene ricordare che lo stesso avveniva con la precedente consiliatura, la cui presidenza era affidata a Bruno Astorre, del Pd. C’è poi l’ufficio di presidenza, composto da ben sei consiglieri regionali: oltre all’attuale presidente Abruzzese e al suo predecessore Bruno Astorre, ci sono Gianfranco Gatti, Lista Polverini, Isabella Rauti, Pdl e Claudio Bucci, Idv. Ovviamente a ogni membro della presidenza è riconosciuta una struttura adeguata, con stanze, uffici e scrivanie. Un sistema che si moltiplica, considerando poi le commissioni che compongono il consiglio regionale del Lazio. Ed infine i gruppi parlamentari, che oggi sono 17. Anche qui il numero di consulenti, volontari e dipendenti va adeguatamente moltiplicato. Un ufficetto, in fondo, non si nega a nessuno.

di Manuela Campitelli e Andrea Palladino