Politica

Le code di paglia dei partiti

È sorprendente osservare la reazione dei partiti di fronte a quanto sta accadendo all’interno della Lega Nord dopo le prime indagini giudiziarie e le rivelazioni di qualche collaboratore, che disegnano un disgustoso quadro dell’utilizzo dei fondi pubblici ai partiti e delle presunte relazioni pericolose di Belsito, l’ex tesoriere della Lega, con la criminalità organizzata.

Questo è un partito che negli ultimi vent’anni ne ha combinate di tutti i colori, come seminare odio razziale, assicurare l’impunità al(l’ex) capo del Governo attraverso l’approvazione di un’infinità di leggi vergognose, svuotare le casse di Comuni, Province e Regioni sventolando contemporaneamente la bandiera del federalismo, fomentare la paura dei cittadini per promuovere norme indecenti sulla sicurezza, impoverendo le forze dell’ordine al punto tale da lasciarle a piedi senza benzina, sputare quotidianamente sulla bandiera nazionale e sulla Costituzione… senza poi elencare tutte le porcate espresse dai leader (si legge “leder”) in camicia verde.

Sulla base di tutto quello che sta palesemente emergendo a carico di un partito così nefasto per la nostra democrazia, sarebbe stato logico aspettarsi che gli altri partiti, perlomeno quelli “di sinistra”, avessero approfittato del momento per tentare di sferrargli il colpo di grazia.

Forse mi sono distratto, ma io non ho sentito nessuno, dico nessuno, approfittare dell’occasione per far pagare una volta per tutte alla Lega Nord le malefatte compiute.

Anzi, con una coda di paglia grossa come una casa, i partiti si sono affrettati a mettere all’ordine del giorno una presunta nuova normativa che regoli il loro finanziamento e hanno lasciato alla Lega la libertà di sbrigare la sua questione… come se questa riguardasse solo ed esclusivamente lei e non, invece, tutti i cittadini italiani che di quei soldi sono stati derubati! Così la Lega può apparire come la sola “moralizzatrice” di se stessa e del Paese!

Ovviamente, questa è l’ennesima dimostrazione che i partiti che attualmente ci rappresentano in Parlamento sono – come racconta con straordinaria lucidità Piercamillo Davigo, dopo vent’anni di indagini sulla corruzione in Italia – autentiche associazioni a delinquere, prive di qualsiasi legge che ne regolamenti i bilanci o li obblighi a giustificare le spese e a regolarizzare il personale; nel contempo sono la principale fonte di ostacoli per l’efficacia delle indagini della magistratura, attraverso una costante e sistematica proliferazione di norme che intralciano, allungano, impediscono l’esecuzione dei processi ogni qualvolta i coinvolti siano appartenenti alla categoria dei cosiddetti “colletti bianchi”.

Sarebbe sufficiente approvare alcune norme serie, copiandole magari da altri Paesi che da tempo le hanno adottate, per combattere efficacemente un “sistema” di corruzione che ogni anno ruba ai cittadini una cifra, stimata per difetto dalla Corte dei Conti, di oltre 60 miliardi di euro.

Il tutto accade in un momento in cui i cittadini sono chiamati a fare enormi sacrifici per risanare il bilancio dello Stato, affondato da una classe politica capace solo di sguazzare nei milioni che si è autoelargita e negli ignobili privilegi che diventano sprezzanti insulti verso chi non riesce neppure a dare da mangiare ai propri figli.

Dire che tutto ciò è vergognoso, oggi non è però sufficiente.

Occorre fare di più: organizzarsi, mandarli a casa definitivamente, presentarsi con liste civiche alle elezioni e non votare nessuno che appartenga a uno degli attuali partiti. Fra poco ci saranno le elezioni amministrative. Potrebbe essere l’occasione buona per suonare la carica!

Altrimenti diventiamo tutti complici.