Il sindacato di maggioranza riammesso in fabbrica dal tribunale, ma ora si trova a dover affrontare oltre all'azienda anche i colleghi delle altre sigle. "Non ci lasciano spazio per indire un'assemblea"
“Prima ci hanno detto che non c’era problema, poi quando abbiamo fatto domanda formale ci è stato comunicato che le 10 ore previste dal contratto sono state già tutte prenotate – ha tuonato in mattinata il segretario della Fiom bolognese Bruno Papignani – Chiediamo a Cisl e Uil di smentire l’azienda, che tenta in tutti modi di farcela pagare e di tenerci fuori dalla fabbrica”. Obiettivo molto caro all’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne che ha già annunciato che ricorrerà contro la sentenza del giudice.
Il problema è che la smentita non è arrivata, anzi. “A febbraio ci siamo accordati tra sindacati firmatari del contratto aziendale e ci siamo divisi le ore – spiega Roberta Castronovo della Cisl – Poi l’abbiamo comunicato all’azienda”. Adesso che la Fiom è stata riammessa cambierete i vostri programmi? “E’ una cosa che dovremo discutere, la questione è complessa e ne dovremo parlare. Resta il fatto che non è così automatico, e che comunque molto dipenderà da accordi che si fanno a livello nazionale, a cui comunque la Fiom non ha partecipato o che non ha firmato. Vedremo”. A parlare non è il segretario generale bolognese della Fim-Cisl, Marino Mazzini, che al telefono spiega di non conoscere bene la vicenda e di non volersi esprimere, ma Roberta Castronuovo, funzionaria Cisl della segreteria di Mazzini. Pronta la risposta di un Papignani più che arrabbiato: “Sapete cosa mi viene in mente? Che si siano messi d’accordo con l’azienda per tenerci fuori. Siamo oltre i sindacati complici. Questi signori pensano che fare i sindacalisti sia stare in un club dove ognuno fa le regole per i fatti propri. Si sbagliano”.
Insomma, il rapporto tra sindacati in Magneti Marelli è con tutta evidenza diventato più che conflittuale, la comunicazione tra sigle differenti quasi ridotta a zero, e nessuno fa mistero della propria avversione verso quelli che sembrano avversari e non più colleghi. Per far valere le proprie ragioni la Fiom sta pensando di ricorrere di nuovo ai legali, “ma dobbiamo capire bene contro chi– ironizza Papignani – perché io non avevo mai visto prima d’oro un sindacato antisindacale”. Poi l’annuncio: “Domani spero che qualcuno cambi idea, altrimenti se potrò mi presenterò giovedì con i carabinieri sotto i cancelli dell’azienda per fare valere il mio diritto di sindacalista”.
“Il contratto stabilisce quelle che sono le ore sindacali senza però spiegare come gestirle – spiega Gianni Bortolini, delegato Fiom in Marelli – C’è un vuoto normativo a riguardo, e l’azienda ha deciso di accettare la prenotazione di Cisl e Uil senza però metterla in discussione quando il Tribunale ha deciso per il nostro rientro. Resta il fatto che ad oggi la Fiom è maggioritaria in azienda ma non può ancora fare assemblea perché alcuni sindacati non vogliono saperne di fermarsi a discutere”.