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Riabilitazione, è sempre necessario il ricovero?

Esistono tre tipi di riabilitazione: specialistica (RS-codice 560), generale e geriatrica (RGG-codice 600), di mantenimento che viene poco utilizzata per lo scarso rimborso. A secondo del tipo di riabilitazione è previsto una durata minima di trattamento riabilitativo con tabelle specifiche.

La RS è pagata a giornata di degenza, in funzione del DRG (circa 350 per DRG neurologici, meno di 200 per DRG ortopedici) esistono limiti di giornate di ricovero, e quando si va oltre il valore soglia la tariffa diminuisce del 40%. Si va dai 20 giorni per patologie ortopediche semplici e cardiologiche senza complicanze, ai 180 giorni per alcune patologie neurologiche.

La RGG paga “solo” 150 euro ed è prevista quando un paziente non necessita di cure particolarmente impegnative. I pazienti devono essere ricoverati in RS quando sono trasferiti da reparti per acuti (ad esempio ictus, BPAC, chirurgia valvolare, chirurgia ortopedica). In questi casi, provenendo da un’acuzie, non ci sono problemi: l’evento indice (data dell'”incidente“) è chiaro (quando è avvenuto l’infarto, l’ictus, l’intervento chirurgico) e recente.

Il problema, e qui si “ciurla nel manico“, è che la regione, per alcune patologie ha previsto che si possa ricoverare in codice 560 anche in assenza di evento indice recente (ad esempio Parkinson, sclerosi a placche, malattie del sistema nervoso centrale). Un conto (parlo di impegno da parte dell’ente riabilitatore) è ricoverare un ictus recente, un conto è ricoverare un paziente che ha avuto un ictus 10 anni fa e che presenta ancora un piccolo deficit residuo, che certamente tale rimarrà per il resto della vita. Analogamente, parlando di Parkinson, c’è Parkinson e Parkinson.

La tariffa è però sempre la stessa, i controlli sono fatti sulle cartelle cliniche chiuse (dove si può scrivere tutto e il contrario di tutto) e tutto va bene a “madama la marchesa”.

Mentre per le patologie acute esistono criteri sull’appropriatezza dei ricoveri, per la riabilitazione basta la diagnosi e la verifica che sia stato fatto un trattamento giornaliero per la durata prevista dal regime di ricovero. In questo modo abbiamo ricoveri sicuramente inappropriati per quanto riguarda la gravità della patologia. Non voglio dire che non dobbiamo trattare anche i pazienti cronici, ma ritengo che questo possa essere fatto con modalità diverse (ad esempio ambulatorialmente) e con costi diversi.

Che senso ha trattare ogni anno, in un reparto di RS, un paziente afasico post ictus (avvenuto anni prima) oppure un Parkinson stabile, con costi esorbitanti per il SSR, quando lo stesso paziente può essere trattato, a costi molto più bassi, ambulatorialmente?

Ritengo che gran parte dei pazienti ricoverati in RS, non per evento acuto, e in RGG, siano non appropriati per lo specifico regime di ricovero.

Probabilmente la “casta” dei riabilitatori è molto potente e gioca sul fatto che cura persone affette da handicap (ma c’è handicap e handicap!).