Donne di Fatto

Più padri, meno asili?

Lo so, la domanda che pongo nel titolo può sembrare provocatoria e un controsenso rispetto a quello che ho sempre sostenuto (in diversi articoli per Il Fatto Quotidiano e per genitoriprecari.it): lo Stato deve garantirci un’assistenza familiare adeguata e, invece di sperperare soldi in Grandi Eventi, potrebbe investirli nell’apertura di asili comunali. Ciò non toglie che, soprattutto per i primi mesi di vita, un bambino del nido potrebbe tranquillamente farne a meno, se il congedo parentale fosse equamente distribuito tra mamma a e papà.

Un po’ come accade in Svezia, dove entrambi i genitori si assentano dal lavoro per un totale di 480 giorni pagati dal governo, di cui 60 obbligatori sia per l’uno che per l’altro e il resto con la possibilità di cederli al partner. Fantapolitica per un paese come il nostro che fatica a garantire persino alle donne il diritto alla maternità. Per questo ho avuto un sussulto quando ho sentito qualche giorno fa la ministra Fornero dichiarare ai microfoni della trasmissione Otto e Mezzo che “si potrebbe ipotizzare di rendere obbligatorio, almeno per un periodo di tempo, il congedo di paternità, per superare la resistenza a superare un gap soprattutto culturale del paese”. La parola obbligatorietà non è usata a caso, visto che a oggi solo il 3 per cento dei  padri chiede il permesso di paternità, contro il 45% delle madri. Nel 2010 sono state circa 800mila le donne licenziate, o costrette a lasciare il lavoro, per cause legate alla maternità (ovvero l’8,7% delle lavoratrici con almeno un figlio).

A questo punto mi sorge una domanda: fermo restando che un cambiamento di mentalità passa anche attraverso un adeguamento normativo, se il congedo di paternità fosse obbligatorio, quale sarebbe la reazione dei papà italiani? Uomini, questa volta voglio sentire cosa ne pensate voi.