Cultura

James Senese, il sax che dà voce alla periferia

James SeneseUna delle tracce più intense del nostro nuovo disco, Naples Power, è sicuramente Viecchie, mugliere, muorte e criature, un brano del 1975 del gruppo d’avanguardia Napoli Centrale guidato da James Senese, a cui ci hanno fatto l’onore di collaborare anche due grandissimi musicisti, Joe Amoruso al piano e Rino Zurzolo al contrabbasso.

Nati negli anni ’70 dalle ceneri del primo gruppo di Rhythm and blues italiano, The Showmen (capitanato dal “nero a metà” Mario Musella), i Napoli Centrale erano un gruppo di rottura che mescolava la tradizione napoletana col jazz d’oltreoceano. James Senese, Franco Del Prete (batterista e autore dei testi) & Company erano in totale e aperto contrasto con l’omologata canzonetta sanremese e non di quegli anni. La loro rivolta oltre ad essere musicale e testuale, era fisica, esistenziale, per storia e per scelta. Una condizione dapprima subita e poi affermata con orgoglio.

Il caso ha voluto che contemporaneamente a Naples Power uscisse anche È fernut’ ‘o tiempo, il nuovo disco del “figlio della guerra” James Senese (nella foto), uno dei più grandi musicisti italiani e, in assoluto, una delle voci di sassofono più belle. La sua musica non è bella, è maledettamente vera e fuori da ogni schema e moda. Riconoscerei il suono del suo sassofono tra milioni di suoni. Il sax di James Senese non rappresenta la periferia nord di Napoli, dalla quale proviene: è il suono della periferia. «Sono nato nero – spiega Senese – e sono nato a Miano, suono il sax tenore e soprano, lo suono a metà strada tra Napoli e il Bronx, studio Coltrane, dalla mattina alla sera, sono innamorato di Miles Davis, dei Weather Report e in più ho sempre creato istintivamente, cercando di trovare un mio personale linguaggio, non copiando mai nessuno… Il mio sax porta le cicatrici della gioia e del dolore della vita».

È fernut’ ‘o tiempo esce dopo tre anni di lavoro e vanta la collaborazione di musicisti d’eccezione come Rino Calabritto e Gigi de Rienzo (bass), Fredy Malfi e Fabio Malfi (drums), James Smith (Trumpet), Ciccio Merolla (Percussion) e infine Ernesto Vitolo (Keybords). Un disco che mostra il volto inedito di un artista che è da sempre la voce degli ultimi e che oggi canta l’amore. Un disco che sembra privilegiare la melodia alla ritmica nervosa che ha contraddistinto il sound del musicista napoletano, anche se in A vita è ‘na giostra si riconosce l’inconfondibile groove dei Napoli Centrale, così come in Je me chiammo carmniello («una storia vera di un padre di famiglia che non sapeva di avere in casa due figlie prostitute», spiega James) si riconosce l’approccio di sempre di un artista non catalogabile. Idem per l’“assurda” rivisitazione di A pansè, un brano a cui Senese è «particolarmente legato perché mi ricorda la mia infanzia».

Alla domanda su come sia nato È fernut’ ‘o tiempo, James risponde: “Nasce dalla consapevolezza che i Napoli Centrale oggi sono un marchio, un suono, ma il gruppo e le condizioni che l’hanno generato non esistono più. È finito il tempo di una generazione, la sua rabbia e la sua espressione. Oggi non voglio guardare come guarda la società, bisogna trovare altri modi e altre forme per dare voce al proprio dissenso, altrimenti rischiamo d’essere scontati. La rabbia è la stessa di ieri, cambia solo il modo di esprimerla”.

Una rabbia e un suono unico, come ricorda lo scrittore Peppe Lanzetta, nel libro allegato al disco Naples Power:

James è un soffio di vento.
E’ il giorno e la notte della città di Partenope.

E’ il bello e il brutto, il chiaro e lo scuro, la pietra di tufo dei Decumani e l’urlo di Munch venuto a Miano passando per l’Alfama, per i sobborghi di Londra,  per Alexander Platz dopo essersi bagnato nel Mississippi dove New Orleans canta e suona notte e giorno aspettando una Katarina madre di tutti gli Tsunami…

Amo James Senese da sempre.
Amo il suo suono senza risposte, ma con mille domande.
Amo i suoi occhi malinconici eppure vitali a strafottere.
Non c’è musicista in Italia che abbia sullo strumento sax la magia e la follia sua.
E’ uno, cento, mille, sospeso fra Gato Barbieri e Wayne Shorter ma poi vola di più…

James Senese Tour 2012
18/02 – Mattinata (Fg) – Teatro
25/02 – Napoli – Teatro Trianon (presentazione del nuovo Cd)
01/03 – Milano – Black Gusto Live
02/03 –  Brusciano (Na) – Bloom