Politica

Trota, un bel tacere non fu mai scritto

Folgorato sulla via bresciana (dove tiene casa), il consigliere regionale Renzo (Trota) Bossi ha iniziato l’anno nuovo con un sermone pubblicato sul suo blog. Scrive testualmente: “Prima di parlare a vanvera e di puntare il dito contro di me, chiedo a costoro di non mettersi al posto di Nostro Signore: chi non mi conosce, non dovrebbe prendere subito per vere certe insinuazioni e condannarmi”.

La sensibilità del giovane virgulto è stata infatti offesa, nei giorni scorsi, dalle voci che lo davano invischiato in festini a luci rosse a base di coca. E lui reagisce confessando: “Sono giovane ma proprio grazie agli insegnamenti che mi hanno impartito i miei genitori so riconoscere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, la vita dalla morte. Onestamente ho troppe, troppe cose che mi stanno a cuore da fare e da portare avanti per perdermi in droghe e prostituzione”.

Poi le sue perle di saggezza sul giornalismo: “Si dice che i giornalisti debbano essere liberi; allora siatelo! Mantenendo quel codice deontologico a cui dovreste riferirvi, non fatevi incatenare o veicolare”.

Infine la parte più bella. Quella che ci rassicura che lui, Renzo, non è cambiato. “Un caloroso e sincero augurio a chi ha voluto ascoltare e rendere proprie queste mie parole. Non abbassate mai la testa”.

Preferiamo non infierire sugli errori del sermone. In fondo Renzo (Trota) è riuscito a diplomarsi solo al quarto tentativo.

Il Fatto Quotidiano, 10 gennaio 2012