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Console nazirock, succede solo in Italia

Ma in quale caspita di Paese può accadere che un diplomatico, console generale in Giappone, possa esibirsi in un locale come cantante nazirock, accolto dai militanti di casa Pound e da tante braccia protese nel saluto romano? Eppure è accaduto in Italia, protagonista Mario Vattani, figlio del più noto Umberto, grande capo delle feluche nazionali.

L’incredibile episodio non è stato scoperto dai funzionari del ministero, ma da una talpa che ha filmato, ha inviato in rete, ha scovato il cantante diplomatico nel covo dei nostalgici. Siti e blog hanno rilanciato, su twitter è partita la campagna “Via Vattani”. L’Anpi, la principale associazione dei partigiani, ne ha chiesto la immediata rimozione. A questo punto il ministero che nulla aveva ancora detto e tanto meno fatto, è stato costretto a prendere posizione e ad annunciare la apertura di un procedimento.

La mobilitazione, fuori e dentro la rete, ha dunque sortito un primo effetto, ora però bisognerà controllare che la procedura, dopo essere stata aperta sia anche chiusa con la assunzione dei conseguenti provvedimenti.

Sarà davvero il caso di non tollerare più che chi giura sulla Costituzione al mattino, possa sputarci sopra alla sera. Naturalmente il principio dovrà valere anche per quegli ex ministri che annunciano che: “la Padania si farà comunque, con ogni mezzo possibile…” La Costituzione, per fortuna, non è ancora stata abrogata. Oggi il ministero dovrebbe aver ripreso a funzionare a pieno regime, i funzionari e lo stesso ministro Terzi non dovrebbero avere difficoltà alcuna a reperire il materiale filmato, e a formarsi così una loro opinione sulla vicenda.

Naturalmente sarà il caso di decidere ora e subito e di comunicare l’esito della procedura di infrazione alla pubblica opinione e ai molti che si sono sentiti oltraggiati dalla esibizione nazirock e dall’annuncio proclama di Vattani: “La prossima volta vi porto una bandiera nera”. Siamo sicuri che non ci potrà essere una prossima volta, vero ministro Terzi?

Per questa ragione vi invitiamo a firmare sul sito di Articolo21 l’appello “Vattani vattene”.