Politica

Manovra, slittano i tempi di approvazione<br/>Fini non ammette deroghe: “Domani in aula”

La riunione del consiglio dei ministri cominciata alle 18, con due ore di ritardo

Lavori ancora in corso. Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera proseguono l’esame degli emendamenti della manovra ma sono pensioni e Imu i capitoli, di primissimo piano, sui quali manca ancora la copertura e, dunque, l’emendamento del governo la cui stesura permetterà di rispettare quella tabella di marcia per l’approvazione del provvedimento che ad ora sembra ancora in forse. Si sintetizza così la giornata alla Camera, scandita da un lato dal via libera agli altri emendamenti e dall’altro dal vertice che, da ore, vede proprio Mario Monti impegnato con altri esponenti del governo, da Giarda a Grilli, per cercare la quadra sulle misure più pesanti.

Mentre proprio il presidente del Consiglio, e ministro del Tesoro, dovrà riferire alle commissioni nel pomeriggio prima del Consiglio dei ministri dal quale dovrebbe arrivare l’ok alla fiducia sulla manovra. Gianfranco Fini non ammette deroghe e spiega di aver comunicato al presidente della commissione, Giancarlo Giorgetti, che “entro stasera le commissioni devono concludere i lavori. Non ho alcuna intenzione di differire, perché domani il provvedimento dovrà essere in Aula, in mattinata”. Dal presidente della Camera arriva anche l’elemento che permette di fare chiarezza sul tema dei tagli agli stipendi dei parlamentari: “Entro la fine di gennaio il Parlamento darà corso alle modifiche dei meccanismi relativi alle indennità dei parlamentari”, spiega Fini precisando che i meccanismi “riguarderanno anche i parlamentari eletti in questa legislatura”.

Era arrivato dal governo, in mattinata, l’emendamento che escludeva un decreto, correggendo la norma prevista all’articolo 23, comma 7, della precedente stesura della manovra, dove si stabiliva che, nel caso in cui la commissione governativa per il livellamento retributivo Italia-Europa non avesse provveduto, entro il 31 dicembre 2011, all’individuazione della media dei trattamenti economici europei dei “titolari di cariche elettive e di incarichi di vertice delle pubbliche amministrazioni”, sarebbe stato proprio l’esecutivo a provvedere “con apposito provvedimento d”urgenza”. Le iniziative, si legge sempre nel testo, erano qualificate come “immediate” e questo era l’unico riferimento a carattere temporale circa i tagli degli stipendi dei parlamentari. Sul timing della manovra è Benedetto della Vedova a dirsi certo che “arriveranno gli emendamenti del governo in tempo utile”. Anche se di slittamento dell’esame in Aula della manovra parla il presidente della commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte. Sul fronte delle pensioni, Elsa Fornero propone “un prelievo del 25% come contributo di solidarietà per le pensioni sopra i 200mila euro. Io la proposta la faccio – ha aggiunto il ministro del Welfare in commissione Lavoro – la palla passa a voi, al Parlamento”. E perplessità arrivano dalTerzo Polo sul fronte delle liberalizzazioni: “Ci ha sorpreso, e probabilmente è frutto di un errore, la retromarcia generalizzata sulle liberalizzazioni che farebbe scattare solo dal 2013, indistintamente, tutti i provvedimenti di liberalizzazione”, dice ancora Della Vedova.