Michela Murgia su la Repubblica di oggi si augura che ci si pongano delle domande “anche su quale tipo di italianissima cultura è quella che induce una giovane donna a credere che la condizione di stuprata sia per lei socialmente più vivibile di quella di chi fa l’amore perché lo ha scelto”.
Pur dubitando che codeste domande trovino adeguate risposte in un contesto sempre più laico come il nostro – come emerge dal settimo Rapporto sulla secolarizzazione in Italia a cura della Fondazione Critica liberale e dall’Ufficio Nuovi diritti della Cgil – mentre i mezzi di comunicazione continuano a essere intasati dalla comunicazione cattolica. Tanto è vero che di fronte alle 7 ore e 23 minuti riservati nei vari talk show ai soggetti cattolici, tutte le altre confessioni religiose totalizzano una presenza di 22 minuti. Spero che almeno per questa volta, e non sarà l’ultima, possa bastare.
Foto di Virginia Panichi. Per ingrandire clicca qui