Piacere quotidiano

La morte ci deve trovare vivi

Vorrei far tornare diversa gente dall’Aldilà. E per non stilare sconvenienti liste, butto lì qualche nome: mio padre, John Lennon e George Harrison (anche perché mia moglie altrimenti non me lo perdonerebbe), Belushi e Troisi, mio nonno Rolando perché non sono riuscito, per adolescente condizione, a dirgli quanto gli volevo bene. E poi chiamerei, ringraziandolo, Ungaretti per la sua lettura dell’Odissea e sperare con lui che P. J. Farmer, con quella sua saga del Fiume della Vita, avesse ragione nel far risorgere tutti, ma propri tutti, sulle rive di quelle infinite acque, dove un Clemens/Mark Twain incontrava un Cyrano de Bergerac e dove riprendevano vita, in eterna alleanza, realtà e fantasia.

Farei carte false per riavere qui con me Cecilia e spedirla in Brasile dalla Dodi, suo inconsolabile amore. E vorrei qui quei milioni di bambini e donne e uomini del continente africano, che muoiono tutti i minuti di tutti i giorni e che sempre scompaiono dalla memoria collettiva, invitando anche questa moltitudine a partecipare, per dire la loro più qualche cos’altro, alla prossima riunione, così tanto per sceglierne una, della “Fondazione Italia decide” di Violante/ Calderoli.

Vorrei invitare a pranzo, finalmente con sua moglie Mara, Lucio Magri per cucinare a entrambi quel che la mia famiglia ha sempre considerato uno dei cibi più buoni della terra: il nostro segreto tortino di carciofi. Mio padre, a riguardo, ogni volta, badava a dire che quel piatto resuscitava i morti!

Ricetta.

Pulite con attenzione dei carciofi privandoli delle parti dure e fibrose. Dopo averli spaccati in quattro, stufateli con l’umidità della lavatura in un pentolino d’acciaio ben coperto con prezzemolo e aglio tritati, pepe, olio abbondante, aggiungendo un piccolo pezzo di prosciutto grasso e magro tagliato a piccole listarelline. Teneteli a fuoco vivace per 6 minuti esatti, rigirandoli una sola volta allo scadere dei primi tre. Al fine, ancora turgidi, passateli dentro una padellina, versandoci sopra una piccola quantità di uova sbattute che si rapprenderanno intorno ai carciofi formando una sottilissima frittatina nel contatto con la padella. A quel punto, e solo a quel punto, rigirate la frittata che ricolerà con la parte umida dell’uovo nuovamente sulla padellina formando anche lì una successiva sottilissima frittatina che andrà a chiudersi con la precedente. Sostanzialmente vi risulteranno due crespelle sovrapposte con un’alta farcitura di carciofi al tegame. Nell’uovo, quando lo sbattete, aggiungete la solita manciata di parmigiano.