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La “nuova” Tunisia festeggia per l’alta partecipazione al voto. In attesa dei risultati

La partecipazione al voto in Tunisia è stata superiore a tutte le attese. Sommando chi si era registrato per votare (dove voleva) e chi non si era registrato (ma poteva votare nella zona di residenza ufficiale) si arriva attorno al 70% degli aventi diritto al voto. Tra i tanti commenti soddisfatti per questa alta affluenza sono arrivati quelli di Obama e Ban Ki Moon. L’Istanza Superiore Indipendente per le elezioni ha deciso di non pubblicare dati provvisori sui risultati politici, ma di concentrarsi sull’assegnazione definitiva dei seggi, che potrebbe essere comunicata solo martedì.

I voti però sono già stati tutti scrutinati, alla presenza di osservatori nazionali e internazionali e non ci sono contestazioni nè denunce di brogli. Le tendenze sono già nette, anche se è presto per precisare quali saranno i rapporti di forza nella Assemblea Costituente. A seconda delle località, Ennahda primeggia con percentuali tra il 30 e il 50%, seguita da Ettakatol, di gran lunga il primo dei partiti cosiddetti progressisti laici, con percentuali tra 10 e 20 per cento e da un analogo ma imprevisto successo per il Cpr (Congrès pour la Republique) di Marzouki. Già leader della Lega Diritti Umani, Marzouki in campagna elettorale ha preferito dialogare con Ennahda anziché coi laici e ora potrebbe essere l’ago della bilancia.

Gli esponenti dei partiti “progressisti” laici già non nascondono la loro preoccupazione. Forte l’affermazione di Nahda all’estero, metà dei seggi a disposizione in Francia e addirittura due in Italia, due sui tre a disposizione. (Sono un ragazzo e una ragazza non ancora trentenni). Ma l’insieme della popolazione, e i media di tutto il mondo, stanno ancora guardando, analizzando e festeggiando il risultato numero uno, cioè la giornata del 23, storica per partecipazione e buonumore.

(video di Cosimo Caridi e Paolo Hutter)