Una difesa più politica che altro che Donigaglia ha ribadito anche ieri in tribunale a Ferrara, durante un’ora e mezza di dichiarazioni spontanee rese al termine dell’istruttoria dibattimentale. “Ho sempre difeso la cooperativa e i soci”, ha rivendicato l’ex presidente Coopcostruttori, a differenza di “Consorte, che bocciò il piano di salvataggio per salvare le cooperative ravennati; Checcoli, che non disse nulla, credo per mantenere il suo posto, altrimenti sarebbe in Sicilia a lavorare, come me, e Claudio Albertini (ex dirigente Finec, la ex finanziaria di Unipol)”.
Ora Consorte potrà raccontare la sua versione. E in verità lo ha già fatto, in gran parte. Durante una recente intervista a un quotidiano locale, la Nuova Ferrara, l’ex vertice di Unipol ha mostrato il documento (fino ad allora ritenuto inesistente, secondo le deposizioni degli imputati) comprovante l’esistenza del famoso “studio Finec”. È l’anno 1997 e i tecnici dell’ex finanziaria di Unipol accertano che già allora la Coopcostruttori era “decotta”. Dichiarazioni che “smentirebbero radicalmente i fatti riferiti dagli imputati e da alcuni testimoni (ad esempio Egidio Checcoli) e quindi confermare la fondatezza dell’accusa”, spiegano gli avvocati di parte civile che hanno chiesto e ottenuto dal presidente Caruso l’esame testimoniale.
Nell’intervista Consorte dice che i conti della cooperativa erano insostenibili: “patrimonio netto inesistente, indebitamento con le banche sulle riserve tecniche con un incasso medio del 20%” .