Cronaca

Di gelminiana ignoranza

Pensate a quanto meno si riderà quando la mandria di ministri e ministre dell’attuale governo Berlusconi non sarà più al potere. Quando più vi capiterà di avere, chessò, un ministro dell’Istruzione e della Ricerca scientifica in grado di scrivere un comunicato ufficiale* in cui si sostiene l’esistenza di un tunnel fra il CERN di Ginevra e il Gran Sasso (aprite una cartina dell’Italia e immaginatevi il tracciato: se fosse vero, sarebbe il tunnel più lungo del mondo, e caspita, il Governo Berlusconi tramite il suo ministro Gelmini dichiara di averci messo su 45 milioni di euro, eh, mica noccioline, deve proprio esser parte delle Grandi Opere) dove, nella fantasia ignorante della Gelmini, i neutrini (!!!) avrebbero viaggiato più veloci della luce.

Al di là della monumentale dimostrazione di ignoranza di Mariastella Gelmini per tutto ciò che riguarda la Fisica, c’è la non trascurabile dimostrazione di maestosa ignoranza dello stesso ministro per ciò che concerne la Geografia di quello sconosciuto Paese chiamato Italia, del quale lei ricopre, grazie a quel buontempone di Silvio Berlusconi, nientepopòdimenoche il ruolo di ministro dell’Istruzione e della Ricerca scientifica. E dire che se fosse esistito il mega-tunnel Ginevra-Gran Sasso, con tutta probabilità Mariastella Gelmini l’avrebbe percorso nel momento in cui andò dalla sua università (Brescia, dove le dettero fuori corso una Laurea in Legge, che coi punti Mira Lanza e il Due di Coppe che lei aggiunse, arrivò a 100/110) fino alla Corte d’Appello di Reggio Calabria, dove – stando a ciò che dichiarò lei stessa – era più facile passare l’esame per diventare avvocato.

L’uscita di Mariastella Gelmini, in qualunque Paese occidentale, comporterebbe le dimissioni in tronco del ministro. Sappiamo che lei, seguendo l’esempio del suo premier-Bostik, non si scrosterà dalla poltrona che occupa.

Allora togliamoci lo sfizio di immaginarci la scenetta: fate finta di essere dei collaboratori dell’Ufficio Stampa del ministro Gelmini. Siete magari dei giornalisti professionisti, avete fatto la gavetta, siete gente che sa il fatto suo. Oppure siete addirittura dei suoi collaboratori non nominati politicamente, stipendiati dal ministero, ne avete viste passare di ogni, ma questa è proprio troppo. Vi capita tra le mani il dettato della Gelmini e vi rendete conto della cosa. Cominciate a ridere. Pensate: “No, non può aver detto una tale scemenza.” Magari, ligi al vostro indefettibile senso del dovere, provate anche a far presente a qualcuno sopra di voi, che nel comunicato c’è una roba che, se passa, farà entrare la Gelmini nei libri di Storia del futuro e forse anche nei dizionari. Si dirà “Gelminiano: aggettivo, m. s. sinonimo di ‘sesquipedale’. Usato soprattutto nell’accezione “di gelminiana ignoranza”. Indica una ignoranza abissale, anzi tunnellare.” Niente, non vi danno retta. Magari vi hanno risposto: “Entrerà nei libri di Storia? Ottimo!” Allora trascrivete tutto, e spedite. E vedete l’effetto che fa.

(* = cliccate qui se dovessero toglierlo dal sito del ministero, ma francamente ne dubito: quando qualcuno riuscirà a far comprendere a Mariastella Gelmini l’enormità di ciò che ha scritto, il ministro anziché di dare ordine di rimuovere il comunicato da Internet, darà probabilmente ordine di cominciare a costruire il tunnel galeotto.)