Diritti

“Italia virtuosa sui rom”. L’Ue plaude <br/>ma la discriminazione è nascosta

Dichiarazioni entusiastiche del commissario alle Libertà civili Reding, ma le associazioni ribattono: "Agli sgomberi ci pensano i sindaci e nessuno se ne accorge". Promossa anche la Francia, dove però le espulsioni continuano

A un anno dallo scontro Bruxelles-Parigi sulle espulsioni dei rom ordinate dal presidente Sarkozy, secondo la commissaria Ue alla Giustizia e alle libertà civili Viviane Reding il problema discriminazione in Europa è quasi ormai scomparso. La Commissione europea non ha dubbi: la Francia, così come l’Italia, appartiene finalmente ai “Paesi virtuosi” in materia d’integrazione. Ma secondo l’European Roma Rights Centre (Errc) restano i soliti problemi, anche se le autorità nazionali cercano di farli passare inosservati.

”Sono soddisfatta del fatto che la maggioranza degli stati abbia messo pienamente in atto le regole europee”, si è entusiasmata il 25 agosto la Reding, esattamente un anno dalle espulsioni forzose di centinaia di rom dalla Francia, caricati di peso su aerei diretti in Romania. Ben 16 (su 27) stati hanno adottato regolarmente i principi della normativa Ue sulla libertà di circolazione. L’Italia, secondo i dati in possesso della Commissione, sarebbe tra i “virtuosi”, in compagnia proprio della Francia di Sarkozy. Con le carte in regola anche Bulgaria, Danimarca, Estonia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Olanda, Romania, Slovacchia, Slovenia, Portogallo e Finlandia.

Ma il timore è che le discriminazioni siano scomparse solo all’apparenza. Secondo l’associazione per i diritti della popolazione Rom di base in Ungheria, in paesi come Francia e Italia i campi nomadi continuano a essere chiusi e i loro abitanti cacciati. Ma il tutto avviene in sordina, appunto per non allarmare Bruxelles. Non ha dubbi Victoria Vasey, direttrice legale di Errc: “Ci sono ancora espulsioni in Francia e Italia, così come in Germania, dove i rom sono di origine kosovara e quindi al di fuori della giurisdizione Ue”. E ancora: “Le dichiarazioni di giubilo della Commissione sono assolutamente contrarie a quanto succede sul territorio. Fino ad oggi gli sforzi per contrastare le discriminazioni sono stati davvero miseri”.

Stando a quanto riporta l’associazione, “in Francia nell’ultimo anno si sono verificati si meno rimpatri rispetto al 2010, ma sono aumentati i rom rinchiusi in centri di detenzione e espulsi”. “La chiusura dei campi nomadi resta uno dei punti saldi del piano politico di Sarkozy. Solo che i rom sono spinti ad abbandonare il Paese senza bisogno di essere di espellerli con la forza”. Secondo l’associazione Médecins du Monde, tra giugno e l’inizio di agosto, ben 500 rom sono stati cacciati nella sola provincia di Marsiglia, nel sud della Francia, con una maxi operazione che ne ha mandati via 150 l’11 agosto.

E in Italia? “La situazione è simile a quella francese”, conferma Vasey. “Ma diversamente da Parigi, dove la cacciata dei rom fa parte della politica nazionale, in Italia avviene a opera delle autorità municipali”. Si può addirittura parlare di “stato di emergenza continuo”, visto che “autorità locali hanno totale autonomia nei loro rapporti con la popolazione rom”. Le cifre d’altronde parlano chiaro. Secondo Médecins du Monde, nella sola Roma tra marzo e maggio ci sono state 154 operazioni che hanno coinvolto circa 1800 rom.

Eppure secondo Bruxelles i passi avanti ci sono eccome. A eccezione, ammette la Commissione, di 11 Stati, che a ben guardare non sono pochi. Germania, Inghilterra e Spagna tra i più grandi. Ma poi anche Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Malta, Lituania, Polonia e Svezia. Anche il Belgio si trova sotto la lente d’ingrandimento dell’Ue per possibili abusi. Dall’estate 2010 sono stati 768 i casi contestati in tutta Europa, dei quali 711 si sono risolti a quanto pare positivamente. I problemi riscontrati sono sempre gli stessi: salvaguardia contro le espulsioni discriminatorie, diritto di ingresso e residenza per i familiari, permessi di residenza per gli extracomunitari con regolare visto.

”Il diritto di libera circolazione è uno dei più apprezzati dai cittadini europei”, ha commentato la Reding. Senza contare che la mobilità dei lavoratori fra il 2004 ed il 2007 ha garantito un aumento del Pil europeo di 40 miliardi di euro. Non male in tempo di crisi economica. ”Voglio far sì che tutti possano godere effettivamente di tale libertà”, ha concluso la commissaria. Ma secondo il direttore esecutivo di Errc Robert Kushen si tratta soltanto di belle parole. “L’Ue si appella da sempre all’integrazione dei rom, ma non ha mai messo in atto una politica reale ed efficace che protegga questa minoranza”.