Politica

Nella maggioranza ancora liti sulle pensioni <br/> Bersani: “Martedì pronta la contromanovra”

Calderoli ribadisce il no della Lega all'innalzamento dell'età pensionabile. Ma per Gelmini e Formigoni l'intervento è inevitabile. Il governatore della Lombardia propone poi l'abolizione di tutte le province. Di Pietro: "Colpire gli evasori". Marcegaglia: "Il contributo di solidarietà è una follia. Aumentare l'Iva"

Una manovra, tante ipotesi, ma nessuna certezza. Nella maggioranza si continua a discutere sui prelievi e sui tagli da inserire nelle misure economiche del decreto che martedì arriverà in Senato. E se nel “borsino” dei provvedimenti ieri ha perso punti lo scudo fiscale bis e ne ha guadagnati la vendita del patrimonio dello Stato per fare cassa, oggi si discute soprattutto di pensioni e province.

L’idea di innalzare l’età pensionabile continua a non piacere alla Lega. Per Roberto Calderoli non va toccata. “E’ un imperativo”, dice il ministro per la Semplificazione in un’intervista a Repubblica. Ma nella maggioranza non tutti la pensano così. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini al Giornale parla della necessità di riformare il sistema pensionistico attraverso un patto tra generazioni che preservi i diritti dei più giovani, con la speranza che “la Lega ci ripensi”. Dello stesso avviso anche il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto (“l’eventuale diminuzione dei tagli sugli enti locali deve essere per forza accompagnata e bilanciata da un intervento strutturale sulle pensioni, riequilibrando cosi tutta la manovra”) e il presidente della Lombardia Roberto Formigoni, secondo cui “nessuno sta parlando di toccare le pensioni minime ma di innalzare l’età pensionabile ai livelli europei”.

Il governatore lombardo rivendica anche come “una delle idee da me indicate” la vendita del patrimonio dello Stato “perché prima di mettere le mani nelle tasche dei cittadini è giusto che lo Stato venda le partecipazioni non strategiche e gli immobili e io aggiungo di vendere la Rai”. Contro le dismissioni si schiera però il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti: “Sotto questo punto di vista è già stato fatto molto. La maggior parte degli immobili pubblici è già stata venduta”, dice Giogetti. Il limite di un’operazione del genere – aggiunge – sta nel fatto che “si tratterebbe di un’operazione ‘una tantum’ e non strutturale”.

Formigoni parla poi dell’opportunità di una drastica cura dimagrante per gli enti locali. “Abbiamo in Italia troppe regioni, piccole e troppo poco competitive rispetto allo scenario internazionale – dice Formigoni –. Sette-otto regioni potrebbero essere più competitive a livello internazionale. Io sostengo anche l’abolizione integrale delle province: non ha senso andare a pescare un po’ qua a, un po’ là”. Idea, quella di creare delle macroregioni senza più alcun ente provinciale, che piace anche al ministro per l’Attuazione del programma di governo Gianfranco Rotondi.

Di “sbandamento totale nel governo e nella maggioranza” parla il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che annuncia che martedì verrà presentata a opinione pubblica e forze sociali la contromanovra. “Numeri alla mano il piano del Pd consentirà di mantenere i saldi, di dare uno stimolo all’economia e di caricare in modo equo il peso della manovra superando il prelievo Irpef e i gravi tagli ai servizi locali”, dice Bersani. Già nei giorni scorsi Pd e Idv hanno chiuso la porta allo scudo fiscale bis, proponendo una nuova imposizione dei capitali già sanati nel 2009-2010. Ipotesi, quella di andare a colpire gli evasori, ribadita oggi da Antonio Di Pietro: “Come scrive giustamente Marco Travaglio su Il Fatto di oggi – interviene sul suo blog il leader dell’Idv – bisogna recuperare i soldi necessari non dagli italiani onesti come fa questo governo, ma da quelli disonesti, dagli evasori (che ci costano 120 miliardi di euro ogni anno) e dai corrotti (costo per gli italiani onesti: 70 miliardi). Purtroppo da quell’orecchio Berlusconi proprio non ci sente”.

Sulle misure della mmanovra intervengono oggi anche i rappresentanti delle parti sociali. ”Il contributo di solidarietà è una follia, bisogna cancellarlo”, spiega a Il Messaggero il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, secondo cui è meglio agire su pensioni di anzianità e Iva. E poi ridurre in modo strutturale la spesa pubblica e orientare la manovra verso la crescita. Sulle misure che riguarderanno lavoratori e pensionati però la Cgil si appella a Cisl e Uil per “costruire una proposta e un’iniziativa comune”.