Mafie

Campania, i rifiuti fuori Regione <br> li trasporta l’azienda in odor di camorra

E' il caso di un'azienda del salernitano che, per 7 mesi, ha gestito il tragitto della spazzatura campana verso la Sicilia. Nonostante i sospetti di ingerenza della criminalità organizzata, viene estromessa solo ora dopo un'informativa della prefettura del capoluogo partenopeo

Gli impianti saturi impongono l’esigenza di portare i rifiuti fuori Regione. Fino al maggio scorso – quando è arrivato il decreto del governo – la Sapna, un’azienda della Provincia di Napoli, ha speso 12 milioni di euro per conferire rifiuti nelle Regioni che hanno dato la loro disponibilità: Sicilia, Puglia, Emilia Romagna e Toscana. Una cifra importante è destinata al trasporto. L’Ati D’Angelo-Profineco, titolare del servizio presso la Sapna, affidava questo compito, in direzione Sicilia, al gruppo Adiletta di Nocera Inferiore nel salernitano, già destinatario (la Adiletta Logistica) di una informativa atipica, una misura di prevenzione antimafia, nel 2008. Mario Adiletta è indagato nell’ambito di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Firenze. Nonostante tutto l’azienda continua a lavorare, fino al 25 luglio. In quella data, la Sapna, su richiesta del Fattoquotidiano.it, conferma di essere a conoscenza della situazione della società Adiletta, informazioni ricevute dalla prefettura di Napoli, che evidenziano rapporti e contiguità con il crimine organizzato. Una informativa che Sapna notifica all’Ati che a sua volta provvede a sospendere il contratto, risolto definitivamente il 29 luglio.

Resta un dato. Fino a luglio, nonostante gli articoli (anche il Fattoquotidiano.it si era occupato della vicenda) che riportavano l’inchiesta a carico di Mario Adiletta e il precedente del 2008, il gruppo, in assenza di stop prefettizi, aveva il compito di trasportare i rifiuti presso le discariche siciliane. Una dimostrazione esplicita del ritardo dei controlli e delle misure di prevenzione. Lo stesso ex amministratore unico della Sapna Umberto Vecchione, poi dimissionario, ammetteva, a Il Mattino di Napoli, nel giugno scorso: “ Il settore è inquinato e le informazioni dalla Prefettura spesso arrivano in ritardo perché le richieste sono molte e le indagini complesse”.

Sono diversi i rapporti che gettano sospetti di condizionamento mafioso sulla ditta Adiletta. Le informazioni della Prefettura inviate alla Sapna, a quanto risulta al Fattoquotidiano.it, riprendono molti elementi contenuti nell’informativa atipica emessa nel 2008 a carico di Adiletta. Si ricostruisce lo schema societario, con Adiletta Logistica, che ha spostato, nel maggio scorso, la propria sede sociale, con la creazione di nuove sigle aziendali.

Nel 2008, le cariche (poi abbandonate nel maggio 2009) di amministratore unico e direttore tecnico erano ricoperte da Enrico Adiletta e Antonio Adiletta. Il primo presenta numerosi precedenti, in particolare per truffa, ricettazione, riciclaggio in concorso con i fratelli Mario e Luigi. Sul conto di Antonio invece, allora direttore tecnico, risulta una sentenza di condanna irrevocabile nel 1970 per estorsione in concorso. Non solo. Nel 2007 i fratelli Enrico e Mario vennero arrestati per violenza, minacce e resistenza a pubblico ufficiale mentre i carabinieri cercavano il boss Francesco Matrone, detto franchino ‘a belva. Nel corso della perquisizione sarebbero emersi elementi di riscontro circa i rapporti commerciali tra la società Adiletta logistica e la Trans Europa s.a.s di Matrone A., riconducibile al latitante.

Insomma, la contiguità dei fratelli Adiletta ad ambienti della criminalità organizzata, pur non suffragata da elementi attestanti l’affiliazione (da valutare in sede penale), secondo la Prefettura può costituire veicolo di ingerenza del crimine organizzato nella gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. Elementi, ritenuti ancora attuali e di interesse, che portarono al provvedimento atipico ai fini antimafia, nel 2008. Elementi e rapporti che non hanno impedito il nuovo affidamento alla società, ora bloccata dopo le informazioni prefettizie. A questo si è aggiunto l’inchiesta della Dda di Firenze a carico di Mario Adiletta. Per lui il Gip dispose i domiciliari, nel novembre scorso, in un’operazione contro una presunta associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di macchinari rubati, con l’aggravante di aver favorito un clan di camorra.

Adiletta viene ritenuto vicino alla criminalità organizzata campana secondo il racconto di due pentiti e i riscontri emersi dalle indagini dei carabinieri. Accuse che i suoi legali respingono, pronti a dimostrare l’estraneità dell’assistito a ogni addebito. Nel maggio scorso nello spazio antistante gli uffici dell’azienda, gli Adiletta hanno organizzato una manifestazione elettorale alla quale ha partecipato, Adriano Bellacosa, candidato sindaco del Pdl a Nocera Inferiore oltre a un ispettore di polizia e a un ex senatore.

Ma non è tutto. A fine giugno a Giugliano, i Noe, agli ordini del maggiore Giovanni Caturano, scoprono 23 tir carichi di rifiuti, fermi. Vengono denunciati il titolare della cooperativa San Marino, riconducibile ai fratelli Adiletta, per trasporto non autorizzato e il direttore della Sapna Giovanni Perillo per gestione abusiva dei rifiuti. I camion erano fermi da alcuni giorni dopo l’approvazione del decreto del governo che aveva bloccato il flusso extra-regionale: “Non sapevamo dove portarli’ hanno chiarito i soggetti coinvolti. Un fatto è certo: portare i rifiuti fuori Regione conviene a tutti, tranne ai cittadini e alle casse dello Stato.

AGGIORNAMENTO
In data 22 gennaio 2013, il GIP ha prosciolto Mario Adiletta dall’associazione per delinquere