Media & Regime

Si accendono i motori di “Tutti in piedi”<br>La kermesse tv per l’anniversario della Fiom

Dalla sede del sindacato delle tute blu della Cgil, Michele Santoro lancia l'iniziativa di venerdì prossimo: "L’obiettivo è fare esistere qualcosa al di fuori del circuito degli editori ufficiali. Condurranno Vauro e Dandini, io sarò protagonista di una sorpresa”

Milano, Napoli, Cagliari e via elencando, prima sberla. Acqua, nucleare, legittimo impedimento, seconda sberla. E la terza? Venerdì 17 giugno a Bologna per i 110 anni di Fiom, quando Michele Santoro darà vita a “Signori entra il lavoro. Tutti in piedi”, una kermesse televisiva che, sullo stile di Raiperunanotte, riunirà sul palco di Villa Angeletti quelli che secondo Silvio Berlusconi, sono i rensansabili della disfatta della maggioranza prima alle amministrative, poi al referendum: da Marco Travaglio a Maurizio Crozza, da Serena Dandini ad Antonio Ingroia, da Vauro fino allo stesso Santoro, solo per citarne alcuni. “Così vedrete tutta la Spectre al lavoro insieme”, ironizza il conduttore di Annozero.

“Tutti in piedi” è uno degli eventi in programma per celebrare i 110 anni del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, una trasmissione televisiva che, come per la diretta dal Paladozza dello scorso 25 marzo, sarà trasmessa in multipiattaforma: sul satellite con Current Tv, sul digitale terrestre grazie a un network di televisioni locali e in streaming sul sito del fattoquotidiano.it.

L’iniziativa è stata presentata ufficialmente oggi durante una conferenza stampa nella sede della Fiom alla presenza di Maurizio Landini, segretario generale delle tute blu, assieme a Santoro, Vauro e Sandro Ruotolo. Una serata dedicata al lavoro, democrazia e partecipazione che vedrà il tandem Vauro-Dandini nella veste di mattatori.

A tenere banco è stato però (l’ex) giornalista Rai sul quale sono puntati tutti i riflettori dopo il suo addio al servizio pubblico. “Apprezzo la proposta di riforma della Rai fatta da Bersani – dice Santoro – ma c’è una domanda che gli vorrei fare ed è in che modo arriveranno ad individuare le figure di responsabilità”. Poi la stoccata e la sua candidatura a guidare l’azienda culturale più grande del Paese: “Troverò il modo di candidarmi a fare il dg, presentando il mio curriculum, mettendo sul piatto la mia esperienza, la mia conoscenza dell’azienda e del personale”. Secondo Santoro, quello di cui ha bisogno Viale Mazzini è di una vera e propria rivoluzione: “Inizierei dal prodotto. Parlerei con gli autori e con chi sa fare televisione. Chiedere ai vari Guzzanti e Gabanelli che vogliono fare e come possono farlo. E poi chi paga il canone deve avere anche la gestione della Rai. Perché i cittadini, ogni due o tre anni, non possono esprimersi sull’operato del Consiglio di amministrazione?”.

Ma al di là della sua autocandidatura alla guida della Rai, il prossimo passo della carriera di Santoro è il probabile arrivo a La7: “Il mio gruppo di lavoro sarebbe felice di andare lì. Io ci sto pensando, devo capire le garanzie di libertà, non si tratta di soldi. Posso fare anche il pazzo libero per un paio di anni, sperimentando cose nuove”.

E “Tutti in piedi” è, appunto, un esperimento che va in quella direzione. Un tentativo, dopo il successo di Raiperunanotte, di ripetere un’esperienza di televisione generalista libera da condizionamenti e diktat aziendali o politici. “L’obiettivo è fare esistere qualcosa al di fuori del circuito degli editori ufficiali – sottolinea Santoro – Condurranno Vauro e Dandini, io sarò protagonista di una sorpresa”. Un annuncio? Forse.

Per ora c’è il sito, tuttiinpiedi.it, dove chiunque potrà sostenere l’iniziativa di Bologna con un contributo da 2,5 euro con un accredito postale o una semplice telefonata, l’ingresso sarà libero così come la diffusione su Internet. Venerdì pomeriggio ilfattoquotidiano.it pubblicherà il codice della diretta in modo che chiunque voglia possa copiarlo sul proprio sito o blog.

E infine, per completare il quadro dei profili aziendali vecchi e nuovi, dopo una punzecchiatura al presidente Paolo Garimberti (“Potrei fare il presidente, ma non conosco il tennis”), Santoro non cade nelle provocazioni dell’ex direttore generale Mauro Masi che, ai microfoni di “Un giorno da pecora”, sfidava Santoro quasi a un confronto fisico: “Voleva incontrarmi come ex parà? Perché non hai mai saputo mettere quattro parole di fila. Confondeva il televisore con l’aspirapolvere”.