Cultura

“Mai, mai, mai” il rap referendario del Piotta

Il 12 e 13 giugno prossimi è ormai (o dovrebbe essere, uso il condizionale per chi s’informa unicamente attraverso il Tg1 e Tg2 avvezzi a cambiar date) noto che gli italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi su quattro quesiti riguardanti l’Acqua (pubblica o privatizzata? Profitto o servizio ai cittadini?), il Nucleare (appena restituito ai cittadini da una decisione chiara e netta della Corte di Cassazione), e il Legittimo impedimento (che sarebbe il diritto del presidente del Consiglio e dei suoi ministri di dire no ai giudici, quando sono chiamati a comparire). Eppure, nonostante il referendum sia uno strumento che – soprattutto di questi tempi – permetta di salvare l’immagine di una democrazia funzionante solo di facciata, ma che qualitativamente è marcia, una parte (politica) è contraria.

Se in un Paese democratico il referendum è stato pensato come strumento naturale degli elettori, come garanzia di controllo e partecipazione, nel Belpaese è emerso in questi giorni come elemento di disturbo, quasi come fosse una sfida ai governanti, ai politici, insomma come un ingombro promosso da menti stravaganti.

Ne abbiamo parlato con Tommaso Zanello, in arte Piotta tra gli artisti che hanno messo la propria faccia nella campagna “Io voto” per sensibilizzare e convincere le persone a rinunciare a un giorno di mare e andare a votare: la questione del significato politico di far riuscire o fallire il referendum (tutto dipende dal 50%+1 di coloro che si presentano alle urne) è delicata e dunque, suggerisce di insistere.

Dopo un po’ di tempo lontano dalle scene, Piotta ritorna con un pezzo dal titolo “Mai mai mai” accompagnato da un video prodotto insieme con Greenpeace e lanciato proprio in questi giorni di vigilia dei referendum. Cosa prevedi per il 12 e 13 giugno, verrà raggiunto il quorum del 50+1?
Prevedere è difficile vista la poca informazione al riguardo, ma sperare e soprattutto, provare a mettercela tutta per raggiungere il quorum è un dovere oltre che un diritto, ognuno con i propri mezzi anzi, come avrebbe detto il fratello Malcolm… con ogni mezzo necessario. Io lo faccio con la musica, i video, i concerti, il mio programma in radio.

Nonostante i referendum siano osteggiati dalla maggioranza che governa il Paese – se ne parla poco in tv, se non in orari improbabili e sono pochi i giornali che danno informazioni dettagliate –  gl’italiani hanno compreso l’importanza del voto. Ma forse perché spaventati dalla catastrofe che ha colpito il Giappone. E’ mai possibile che il Paese si risvegli solo se messo di fronte al pericolo e poi torni a riassopirsi?
Io credo che il disastro giapponese abbia aumentato la paura, ma in generale mi sembra che gli italiani siano contrari al nucleare, l’importante è che lo dimostrino coi fatti magari rinunciando a un weekend al mare prima che il Mare Nostrum rischi di diventare come quello di fronte alla costa di Fukushima.

Greenpeace, con la quale hai collaborato, solitamente compie azioni di forte impatto per incidere nel sentire comune. Nel video di “Mai mai mai” si vedono funghi atomici levarsi in cielo… Ma a livello di approfondimento conoscitivo delle problematiche, pensi si sia parlato abbastanza secondo te dei pro e dei contro che la singola scelta comporta
Si è fatto il possibile contro i giganti muti dell’informazione. E’ anche vero che oggi più che mai, visto che la rete lo consente, bisogna fare un passo verso l’informazione, documentarsi su più fonti e poi trarre le proprie considerazioni.

Quale fra i tre quesiti ritieni di maggior importanza?
Tutti indistintamente a livello etico e sociale, il terzo, quello sul legittimo impedimento, con un forte impatto politico su un governo già in crisi per le recenti votazioni amministrative.

Si può dire che almeno una cosa buona Berlusconi l’ha fatta: far risvegliare (almeno in una parte del Paese) l’interesse per la politica nella gente comune, perché finalmente, quest’ultima, ha compreso di esser soggiogata da caste e cricche?
A me sembra che i più svegli siano i tanti vituperati giovani, accusati ingiustamente di essere lobotomizzati ed insensibili alla politica nel senso più alto del termine.  Trovo che non sia così, quanto meno i ragazzi e le ragazze che mi seguono e con cui parlo, sembra che c’è un vento nuovo. Sono stanchi di questi partiti, questo è vero, ma è una cosa ben diversa. Largo ai giovani! Non mi piace l’idea di essere governato solo dai “miei” nonni, i nonni hanno una visione del mondo che spesso non combacia più con la realtà e tante , pur avendo tutto, sono avidi perché la vita li spaventa. Un giovane magari ha poco, ma ha idee e speranze, e non hanno prezzo.

Come ti immagini l’Italia “deberlusconizzata”?
Migliore, ma non certo il Paradiso. I nomi alternativi capaci di unire grandi consensi e le grandi riforme che servirebbero sono pochi. I mezzi finanziari scarseggiano, la popolazione è già vessata ed i miracoli non si improvvisano. Ci vuole serietà, impegno costante, dedizione e la genialità di noi italiani perché questo Paese in mano a un altro popolo starebbe peggio della Grecia, ecco forse un miracolo l’abbiamo già fatto… stare ancora in piedi!

Quali sono i tuoi programmi? Questo singolo anticipa l’uscita di un nuovo album?
Mai mai mai
anticipa largamente il nuovo e settimo album di studio che uscirà il prossimo inverno. Si prosegue dopo gli ottimi risultati raggiunti dal precedente Suono Diverso – in termini di critica e di pubblico live – mescolando rap, rock e un pizzico di reggae, contenuti sociali e politici. Il tutto interamente suonato con la band e con ospiti d’eccezione, seguendo quella che è una crescita personale ed artistica costante dal 1998.