Cronaca

Campania, otteneva appalti per smaltimento rifiuti grazie ai clan. Arrestato imprenditore

Oltre alla misura cautelare per Ludovico Ucciero, accusato di concorso esterno in associazione camorristica, il gip ha predisposto il sequestro di aziende e beni per 50 milioni di euro. Decisivo il ruolo dei pentiti

Lavorava stabilmente con la pubblica amministrazione in forza dei suoi rapporti con il crimine organizzato, fazione guidata dal killer Giuseppe Setola. Secondo l’ordinanza cautelare del gip Roberto D’Auria, l’imprenditore casertano Ludovico Ucciero, arrestato oggi a Mondragone (Caserta) con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica, negli anni ha aumentato i suoi profitti ottenendo commesse e appalti nel settore remunerativo dei rifiuti. Grazie anche ai suoi rapporti con i casalesi. Uno dei tanti imprenditori al quale lo Stato si è affidato, durante il periodo commissariale. L’operazione degli uomini del Noe di Roma, guidati dal capitano Pietro Rajola Pescarini, su ordine della direzione distrettuale antimafia di Napoli, coordinata dall’aggiunto Federico Cafiero De Raho, ha portato anche al sequestro di aziende e beni per un valore di 50 milioni euro.

Le imprese di Ucciero si sono occupate dello spurgo degli scarichi fognari nel territorio di Castel Volturno, del trasporto dei fanghi dal depuratore Foce Regi Lagni di Villa Literno, nonché del servizio di trasporto e smaltimento del percolato prodotto nella discarica “Parco Saurino” del Comune di Santa Maria la Fossa, in provincia di Caserta. Non solo rifiuti speciali e pericolasi, ma anche le commesse per il deposito dei rifiuti solidi urbani nel periodo dell’emergenza rifiuti, fin dall’inizio del 2000, è stato affar suo. Con la spazzatura in strada a lucrare ci sono gli uomini di Gomorra. L’operazione del Noe e della Guardia di Finanza nasce dalle dichiarazioni dei pentiti della fazione Setola che hanno raccontato i rapporti del clan con Ucciero. Più l’imprenditore guadagnava più la camorra ingrassava.

Un rapporto con la cosca, si legge nell’ordinanza cautelare del gip Roberto D’Auria, “tale da produrre vantaggi per entrambi i contraenti, consistenti per l’imprenditore nell’imporsi nel territorio in posizione dominante e per il sodalizio criminoso nell’ottenere risorse, servizi e utilità”. Ma per capire lo strapotere del clan che imponeva le sue imprese o quelle contigue basta leggere le dichiarazioni del pentito Enrico Verde, interrogatorio del 13 gennaio 2010: “Preciso che avendo il gruppo Bidognetti stabilito che solo l’Ucciero doveva lavorare presso l’impianto di depurazione (di Villa Literno, ndr), a nessuna altra ditta negli anni è stato consentito di poter stipulare contratti analoghi a quelli di competenza dell’Ucciero, almeno per quanto io ne sappia”.

Il sistema era semplice, il clan ordinava e gli appalti finivano all’imprenditore che ricompensava con tangenti e disponibilità. In mano agli uomini di Gomorra, il monopolio del trasporto dei fanghi di depurazione, e anche la gestione del percolato, liquido pericoloso di risulta dai rifiuti in discarica. I pentiti raccontano la disponibilità di consiglieri ed assessori. Il collaboratore Oreste Spagnuolo, nell’interrogatorio del 12 ottobre 2010, spiegava: “Nel contempo, l’appalto per il servizio pubblico fu assicurato a Ucciero Ludovico dall’allora assessore all’ambiente del comune di Castelvolturno, …omissis… Anche su tale soggetto ho reso ampie dichiarazioni; in estrema sintesi, si trattava di uno dei nostri referenti che aveva la funzione di fare aggiudicare le gare d’appalto alle ditte segnalate dal clan”.

Castelvolturno è un Comune travolto da inchieste giudiziarie, l’ultima ha messo sotto indagine l’attuale sindaco Antono Scalzone (Pdl), finito citato anche nell’ordinanza del gip D’Auria, e l’ex primo cittadino per presunti rapporti con i clan. In particolare di Scalzone (il riferimento è alla sua precedente esperienza amministrativa) parla un altro pentito Luigi Guida, il 18 novembre 2009: “Ricordo anche che io ho agevolato L’Ucciero Ludovico in quanto gli ho fatto conseguire l’autorizzazione allo stoccaggio provvisorio dell’immondizia presso il deposito della Castellana, per il tramite di …omissis… che è intervenuto sul sindaco di Castel Volturno, ossia Scalzone(…) Parlai con il fratello del sindaco ossia Alfonso Scalzone al quale dissi che doveva intercedere presso il fratello sindaco per il rilascio delle necessarie autorizzazioni in favore di Ucciero. Effettivamente l’Ucciero ottenne le autorizzazioni”.