Cultura

Napoli, la “ecomusic” dei Capone & Bungtbangt

Il nuovo singolo del gruppo campano "Il ballo del PorPonPof" è un 'manifesto ecologico'. Alla canzone è collegato un progetto con Legambiente: l'Eco music live per imparare a costruire strumenti musicali con materiale di riciclo. Una filosofia di vita, di suono, d’arte che unisce all’amore per la musica quello per la natura

A Napoli si cambia musica. Parola di Maurizio Capone & Bungtbangt: “Ho vissuto tante epoche da Valenzi a de Magistris e quello che credo sia speciale in questo momento è la partecipazione attiva e fattiva dei giovani”. La città parte in quarta con la differenziata e dopo tante (eco) balle sulla munnezza è ora di sentire un Eco Ballo. Il nuovo singolo dei campani Capone & Bungtbangt: “Il ballo del PorPonPof” (una mistura di reggae, funky, pop, hip hop) è un “manifesto ecologico” che denuncia ogni tipo d’inquinamento. Una canzone scritta: “Per essere ascoltata e ballata da chi già è sensibile al tema, e soprattutto da chi non lo è”. Al “tormentone ecologico” è collegata una danza e un progetto con Legambiente, un vero e proprio gemellaggio con l’associazione ambientalista per costruire un mondo migliore nel rispetto della natura e dell’ambiente. Il primo gruppo italiano a “impatto zero” da sempre usa solo strumenti realizzati con materiale riciclato: scope-chitarre, parquet-basso, bidoni-batterie, giocattolini-pianoforti che suonano come strumenti tradizionali. Una filosofia di vita, di suono, d’arte che unisce all’amore per la musica quello per la natura perché: “La musica è di tutti e può essere fatta con poco”. Il risultato? Un’esplosione di “ecomusic”!

Nel video, un barattolo di latta vuoto nel suo rotolare tra le strade e i borghi di Napoli “scuote” tutte le persone che lo raccolgono trasferendogli l’irresistibile e contagiosa voglia dell’ “ECO BALLO”. Sembra che a Napoli ci sia voglia di ballare e di cambiare musica, cosa pensi del nuovo sindaco?
In qualche modo potrei associare il barattolo al nuovo sindaco che ha infuso energia positiva nei napoletani. L’emozione di aver partecipato ed assistito ad una riscossa popolare nella quale i napoletani hanno dimostrato di essere un grande popolo è per me una enorme soddisfazione. Posso dire senza falsa modestia di essere uno che combatte per Napoli da sempre, che nei momenti bui ha sempre riposto fiducia nella città e nelle sue persone. Il merito di De Magistris è stato quello di un grande pedagoga, una persona che ha saputo dare fiducia ai napoletani nel sentirsi capaci di fare qualcosa per se stessi e per la loro città. Non una guida, un condottiero nelle cui mani affidare Napoli, ma uno che darà la possibilità ai napoletani di attivarsi, di essere protagonisti. Ecco questa mi sembra un vero cambiamento. Napoli non più governata ma, in qualche modo, autogovernata. Ho visto tante associazioni, gruppi attivi già da tempo sul territorio avere un ruolo importante in queste elezioni e se De Magistris continuerà così avrà lasciato un segno indelebile nella storia di questa città.

Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo Eco tour?
C’è una cosa che da tempo mi faceva pensare e in qualche modo mi tormentava alla fine dei concerti: quanto sfruttiamo, seppur involontariamente, il luogo che ci ospita? Quanti rifiuti producono i concerti? Come potevo cercare di abbattere questo impatto? Poi mi è balenata un’idea, fare un gesto d’amore per il luogo che ci ospita come primo atto del giorno del concerto. Così in collaborazione con Legambiente, nostro partner in tutto il tour, la mattina facciamo un intervento ecologico, come la pulizia di una spiaggia o di un bosco invitando a partecipare associazioni e semplici cittadini. Poi, nel pomeriggio, con la spazzatura raccolta faccio un workshop nel quale insegno a costruire e suonare strumenti fatti con materiali riciclati trasformando quello che tutti ritenevano monnezza in strumenti bellissimi e perfettamente funzionati. La sera c’è il concerto vero e proprio nel corso del quale facciamo un pezzo con il pubblico che suona gli strumenti costruiti il pomeriggio per creare una enorme orchestra di strumenti riciclati. Insomma Eco Music Live è una giornata intera da passare con noi all’insegna della creatività e del rispetto per l’ambiente.

Il referendum del 12 e 13 Giugno?
In questo periodo dico a tutti che sono un “sì” a due zampe. Nel senso che il “sì” mi rappresenta nel profondo. Sul nucleare ho già dato il mio voto nel 1987 e non capisco perché gli italiani debbano ribadire quello che è già stato espresso. In ogni caso la partecipazione in questo momento storico è la vera novità. I voti di Napoli e Milano lo hanno dimostrato. Riappropriamoci dei nostri diritti, spegniamo tv e computer e torniamo a stare insieme nelle piazze ed ad utilizzare gli strumenti che abbiamo per vincere le battaglie. Votare è fondamentale, non farlo significa regalare pieni poteri a chi già ne ha tanti e li usa a suo unico beneficio. Il “sì” al referendum è tutto a vantaggio dei cittadini e a svantaggio dei poteri dominanti che ormai sono stati smascherati. Raggiungere il quorum significa dimostrare che gli italiani ci sono e vogliono un’Italia migliore.

Credi che Napoli riuscirà a capire la necessità di fare la differenziata?
Io credo che non ci sia neanche bisogno di chiederlo! I napoletani sono bravissimi nella differenziata. Io vivo in un quartiere nel quale si fa la differenziata ed il problema rifiuti non ci ha proprio toccato. Magari chiediamoci se la differenziata sia una priorità dei governi, perché i cittadini lo sanno bene che farla è un grande vantaggio. Io poi ho una ricetta che credo sia molto potente e valida, fare educazione nelle scuole spiegando bene la tecnica ai bambini. I bambini si trasformerebbero in insegnanti e potrebbero insegnare ai genitori come si fa, visto che sono gli adulti i più refrattari. E’ un metodo che garantisco al 100 per cento.

di Daniele Sanzone  – ‘A67