Cronaca

Nucleare, lo sbarco <br/> quest’anno ricomincia da tre

Ovvero dall'acqua, dal nucleare e dal legittimo impedimento. Così l'11 giugno in vista dei refrendum gli italiani che abitano a Barcellona sbarcheranno a Civitavecchia. L'anno scorso lo sbarco fu a Genova contro la legge bavaglio

L’anno scorso sono sbarcati in Italia per i diritti, quest’anno lo faranno per i referendum. Sono gli italiani residenti a Barcellona che hanno deciso di promuovere sul sito Lo Sbarco l’iniziativa “Ricomincio da tre” ovvero dall’acqua, dal nucleare e dal legittimo impedimento, i tre quesiti su cui gli italiani dovranno pronunciarsi il 12 e 13 giugno. Partiranno su una nave di linea da Barcellona alle 10 del 9 giugno per arrivare a Civitavecchia il giorno dopo alle 19. A bordo cento italiani per scuotere l’opinione pubblica sull’assenza di informazione da parte dei media tradizionali sul referendum e sul mancato accorpamento alle amministrative. E, infine, per ricordare con un gesto simbolico di decidere del proprio futuro.

La traversata in mare non intende orientare il voto ma spingere gli elettori a partecipare. E’ nata dal basso e ha raccolto adesioni attraverso facebook, youtube e via mail (per partecipare basta scrivere a sbarcoreferendum@gmail.com) oltre al volantinaggio e alle iniziative di autofinanziamento per consentire ai partecipanti una parte del rimborso del biglietto. “Riteniamo sia necessario che venga raggiunto il quorum per permettere alla popolazione italiana di decidere”, scrivono gli organizzatori sul sito. Infatti si tratta di “accettare o meno la privatizzazione dell’acqua, lo sviluppo dell’energia nucleare e il legittimo impedimento”.

Emanuele Profumi, coordinatore ufficiale dell’iniziativa, ha 34 anni ed è un ricercatore precario all’Università di Barcellona che l’anno scorso era a bordo anche della nave dei diritti. “Allora eravamo sbarcati a Genova contro la legge bavaglio e l’attacco ai diritti civili e sociali nel nostro paese d’origine”, spiega. “Volevamo sbarcare in mille come fece Garibaldi, ma eravamo solo 400. Quest’anno saremo un centinaio, di cui 50 passeggeri top secret che a Civitavecchia si esibiranno in una performance”, aggiunge. Le loro identità saranno rivelate soltanto all’arrivo in Italia e fino ad allora bocche cucite.

La questione della partecipazione è al centro dell’iniziativa per gli italiani residenti all’estero de Lo Sbarco a difesa dell’istituzione referendaria che negli ultimi giorni, puntualizza Profumi, “è stata oggetto di strumentalizzazioni e mancato rispetto. Infatti si è parlato anche di fare passare il referendum senza quorum. Ma noi vogliamo che la scelta dei cittadini confermi la sua dignità e che gli elettori tornino a votare”. Lo Sbarco si è diffuso grazie alla Rete e senza l’aiuto dei media tradizionali che hanno tentato di relegare negli spazi meno seguiti dei palinsesti le informazioni sui quesiti referendari. “Ci auguriamo che questo tam tam sia il più grande della storia”, spiega il coordinatore che ricorda il ruolo del web per informare gli italiani in patria e all’estero sui tre quesiti: sono tante infatti le pagine su facebook e i video caricati ad hoc su You Tube.

Il comitato de Lo Sbarco, però, non ha soltanto provveduto a creare l’evento. Infatti si è premurato anche di garantire che il costo pro capite fosse il più contenuto possibile. Grazie alle iniziative di autofinanziamento sostenute da alcuni locali di Barcellona, riusciranno quindi a scalare da 54 a 44 euro il biglietto per ogni passeggero, prezzo “più contenuto di un volo low cost dalla Spagna per l’Italia”. E non solo: infatti hanno aiutato i connazionali a votare all’estero. “Molti italiani che vivono qui a Barcellona hanno chiesto al consolato di potere votare nel paese d’origine, nonostante fossero iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Ma la possibilità per farlo è stata chiusa troppo presto. Ad altri invece, non era nemmeno arrivata la comunicazione per recarsi alle urne, e sono stati tanti anche i reclami sul sito del consolato che forniva informazioni scarse e insufficienti per gli elettori”. Eppure, nonostante le difficoltà e la burocrazia, per quelli de Lo Sbarco “non ci resta che votare”.