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Effetto Bin Laden, body scanner <br> presto negli aeroporti europei

Via libera del Parlamento europeo all'uso degli apparecchi con i raggi X. Dopo le minacce di al-Qaeda che seguono l'uccisione del leader, Bruxelles sembra aver vinto gli indugi. Italia paese capofila, insieme a Regno Unito, Francia e Germania. Ma restano i dubbi sulla loro efficacia

A sorpresa la Commissione trasporti del Parlamento europeo apre la strada all’introduzione dei body scanner negli aeroporti dei Paesi comunitari. Con il voto di ieri, gli eurodeputati sembrano aver superato le storiche perplessità sull’efficacia e il rispetto dei diritti dei passeggeri di questa tecnologia. Si allontana anche la possibilità, ventilata qualche settimana fa, di permettere ai passeggeri il trasporto a bordo di liquidi superiori ai 100ml. Il tutto in nome di una maggiore sicurezza.

Sarà una coincidenza, ma se dopo il fallito attentato sul volo Amsterdam-Detroit dello scorso 25 dicembre, a Bruxelles era scoppiato il dibattito sui body scanner, oggi, dopo le minacce di vendetta di al-Qaeda per l’uccisione di Osama Bin Laden, il Parlamento sembra aver vinto gli ultimi indugi e si appresta a dare l’ok finale atteso per la sessione plenaria del 23 giugno a Strasburgo.

Adottati in 19 aeroporti (40 macchinari) negli Stati Uniti, finora i body scanner hanno avuto vita difficile in Europa sia a causa della loro dubbia efficacia sia in relazione ai problemi di privacy dei passeggeri, spogliati dei loro indumenti dai raggi degli apparecchi. Si aggiungono i presunti danni alla salute dei raggi X, a dire il vero scongiurati da molti esperti internazionali. Ma la posizione assunta ieri dalla Commissione trasporti evita tutti gli ostacoli: scansioni facoltative (con alternative di controllo), divieto di usare i raggi X più invasivi, divieto di conservare e memorizzare le immagini, possibilità di rifiuto per donne incita, bambini, anziani e portatori di handicap.

Al di là delle accertate difficoltà tecniche legate all’utilizzo dei body scanner, come l’allungamento esponenziale dei tempi di check-in e gli eventuali criteri di selezione delle persone a cui sottoporre il test (razziali? etnici? religiosi?), l’installazione degli apparecchi in tutti gli aeroporti europei avrebbe sicuramente costi esorbitanti. Il prezzo di ogni congegno si aggira infatti sui 115mila euro, una cifra proibitiva soprattutto per i piccoli aeroporti. Basti pensare al Valerio Catullo di Verona, fortemente criticato nei mesi scorsi dal Sindacato autonomo di vigilanza privata (Savip) per la carenza di personale di terra e di controlli standard perfino su quei vettori considerati “a rischio”, come i voli diretti in Israele.

Anche il presidente della stessa Commissione trasporti del Parlamento europeo, il socialista inglese Brian Simpson, aveva sollevato qualche perplessità nei mesi scorsi: “Vogliamo rendere i voli aerei il più sicuro possibile, ma chi crede che gli scanner siano la giusta soluzione vive un’utopia”. Più critico ancora un altro membro della commissione, l’italiano Giommaria Uggias (Idv): “C’è un’eccessiva enfasi sulla paura e sulla sicurezza dei cittadini. Il rischio è di approvare tecnologie non sicure e dannose come i body scanner. Si pensi che si sta pensando di metterli anche nelle stazioni ferroviarie”. “A nulla è valso il fallimento della sperimentazione italiana – aggiunge Uggias – Bisognerebbe fare chiarezza tra i conflitti d’interesse anche in Italia”.

Proprio l’Italia, insieme a Francia, Germania, Olanda e Finlandia ha spinto molto per rendere obbligatori a livello europeo i body scanner. Il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva dichiarato che si tratta dello “strumento più sicuro” per garantire “il diritto alla sicurezza, che è precondizione di tutte le libertà”. Ma il loro impiego sperimentale a Fiumicino, Malpensa e Venezia si è rivelato un vero flop.

Gilles de Kerchove, coordinatore dell’Ufficio europeo anti terrorismo, anche se non scarta la possibilità di usare come ausilio i body scanner, ci tiene a ribadire che “bisogna fare qualcosa di molto più importante che dotare gli aeroporti di nuove apparecchiature di controllo”. E’ fondamentale, ad esempio, “cercare finalmente un accordo con gli Stati Uniti per condividere la watch list sui presunti terroristi”. Lo stesso Barack Obama, il giorno dopo il fallito attentato sul volo Amsterdam-Detroit aveva dichiarato che si è trattato di un “problema di intelligence” e non certo di controlli.

La Commissione europea intende presentare nuove regole in materia di sicurezza aerea che prevedano l’autorizzazione definitiva dei body scanner in Europa. La posizione del parlamento a giugno sarà vincolante, ma la decisione sembra già presa.