Politica

La Moratti tra batcaverne e finti ladri d’auto

Se Letizia Moratti si è ridotta a dare del “ladro d’auto” all’avversario Giuliano Pisapia vuol dire che il sindaco è molto, molto nervoso. Inutile girarci intorno: nonostante gli oltre 12 milioni spesi per la campagna elettorale (Pisapia ha speso poco più di un milione), nonostante la sfilata di esponenti governativi planati a Milano per tirarle la volata (persino Giulio Tremonti le ha dedicato una frase, un evento per il titolare dell’Economia), nonostante i tanti giornali amici che le hanno dedicato paginate addomesticate di foto posate e interviste preconfezionate, Letizia Moratti ha paura. E a quanto pare non solo di non vincere al primo turno, ma di non farcela neanche al ballottaggio.

L’accusa rivolta a Pisapia è stata studiata a tavolino. Le regole del confronto televisivo su Sky erano state fissate giorni fa. Si sapeva che a Moratti sarebbe spettata la chiusura del dibattito. E proprio in quel momento, venti secondi prima della fine, sapendo che Pisapia non avrebbe avuto modo di ribattere, lei ha sparato: “Pisapia è responsabile del furto di un furgone che sarebbe stato usato per il sequestro e il pestaggio di un giovane. Ed è stato amnistiato”. Il candidato del centrosinistra ha reagito, ma con i suoi modi comunque gentili e cortesi. Quindi senza riuscire a farsi sentire.


Oltre al colpo basso, all’attacco personale che nulla c’entra con la sfida elettorale, Moratti ha mostrato chiaramente di non avere alcun argomento valido. Non un risultato reale da sbandierare. E’ stata in Comune per cinque anni e il programma che presentò nel 2006 è lo stesso di oggi: nulla infatti è stato realizzato. Così ha cercato il piano personale, proprio come fa il premier. E proprio come Silvio Berlusconi anche Letizia Moratti è caduta nel ridicolo. Non ci sono molte differenze tra l’accusare quelli di sinistra non si lavano ad additarli come “ladri d’auto”.

Ciò che ha reso ancora più grottesco il momento, è che era stato proprio Pisapia a raccontare la vicenda ormai due mesi fa. Scottato dal caso della casa Aler in uso alla sua compagna a prezzi di favore, che lo ha esposto a molte critiche, Pisapia aveva deciso di “vuotare il sacco” e raccontò in un’intervista tutta la vicenda che risale agli anni 80. “Finita con un’assoluzione”. Entro la giornata renderà pubblica la sentenza della Corte d’Assise e smentirà così le accuse della Moratti. Sicuramente i giornali “amici” domani usciranno con titoli tipo “Pisapia smascherato”, “Il ladro Pisapia” e via dicendo. E ometteranno, probabilmente, la versione dell’avvocato: “Assolto”.

Ma è certo che la Moratti ha mostrato tutto il nervosismo e la debolezza che regnano ormai nel Pdl. E ha regalato punti (preziosi) a Pisapia, il “comunista” che “non si lava” e “ladro d’auto”. Capace però di parlare di progetti per la città, di programmi. Un signore che appare, oggi più che mai, educato e per bene. E che non si è mai neanche sognato di attaccare sul piano personale la Moratti. Neanche sul caso di Roberto Lassini, il padre dei manifesti “fuori le Br dalle procure” e candidato nella lista del sindaco, l’ha attaccata. Si è sempre limitato a confrontarsi. E meno male, perché almeno uno dei due ha parlato di progetti per la città. Altrimenti lo scontro oggi sarebbe stato tra un “ladro d’auto” e la mamma di Batman.