Cronaca

Inchiesta sul megaporto di Imperia <br/> e l’ingerenza dei vertici della polizia

I numeri due della Polizia (Francesco Cirillo e Nicola Izzo) si sono presentati in procura offrendosi di prendere in carico un'inchiesta scottante. Perché? A breve intanto sarannod epositate oltre 600 pagine di carte giudiziarie per un'indagine che vede indagato, tra gli altri, anche l'ex ministro Scajola

I numeri due della Polizia (Francesco Cirillo e Nicola Izzo) che si scomodano ad andare a Imperia per offrire i loro servigi, per prendere in carico scottanti indagini affiancando o sostituendo i colleghi della Polizia Postale che le stanno seguendo. Un episodio insolito, che ha suscitato molte voci. Il motivo? L’inchiesta sulla realizzazione del megaporto turistico (un progetto da 130 milioni oggetto di polemiche e indagini) di Imperia fa tremare molti. Presto saranno depositate 600 pagine di accertamenti bancari e intercettazioni. Gli effetti potrebbero arrivare a Roma. Tra gli indagati figura Claudio Scajola (il padre del porto), ex ministro in corsa per i vertici del Pdl, che i pm Alessandro Bogliolo e Maria Antonia Di Lazzaro considerano capo dell’associazione a delinquere. Ma c’è anche Francesco Bellavista Caltagirone che ha riempito di porti il Mediterraneo (e che ha partecipato alla cordata Alitalia).

Dagli atti, corre voce, gli accertamenti si potrebbero estendere ad altri porticcioli italiani. Potrebbero emergere altri nomi di politici e imprenditori. Così c’è chi ricorda: Gianpiero Fiorani a Imperia voleva reinvestire i soldi delle scalate bancarie. E poi c’è Angelo Balducci, amico della Cricca, nel 2008 nominato presidente della Commissione che vigilava sulle concessioni demaniali del porto di Imperia. Dalla Procura non esce una parola. E così cominciano gli attacchi, soprattutto contro la Polizia Postale: “Queste indagini non sono suo compito”. La Procura l’ha scelta perché preparata e riservata. Caratteristiche essenziali in una terra oggetto di infiltrazioni di ogni genere.

Ma ecco l’episodio “incriminato”: l’improvviso arrivo dei due pezzi grossi nell’ufficio del Procuratore. Cirillo e Izzo si sono offerti di sostituire o affiancare la Postale che pure ha lavorato al meglio. Perché? Certamente i due vice capi volevano offrire un contributo alle indagini. C’è chi, però, non ha gradito. Qualcuno ha ricordato che Izzo è indagato a Napoli per concorso in turbativa d’asta, nell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza in cui è chiamata in causa Finmeccanica. Un colloquio cortese, quello tra i numeri due della Polizia e i pm. Ma la risposta dei magistrati sarebbe stata ferma: vi siamo grati per l’offerta, ma grazie no.