Cronaca

Bunga Bunga, due testimoni smentiscono <br> il premier: “Ad Arcore notte da incubo”

Chiara Danese e Ambra Battilana hanno depositato in procura a Milano un memoriale sulla notte tra il 22 e il 23 agosto 2010. Raccontano di una serata a Villa San Martino tra palpeggiamenti, giochi erotici con una statuetta e l'immancabile rito a sfondo sessuale. All'epoca le due ragazze sono diciottenni da pochi mesi. Il premier le chiama "le mie bimbe". I legali di B.: "Racconti privi di fondamento". E Fede annuncia di aver querelato le due ragazze

Non proprio “cene eleganti e corrette” a base di “battute, aneddoti, storielle e considerazioni sull’attualità politica”, quelle che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi organizzava ad Arcore in compagnia di ragazze e del suo amico Emilio Fede. C’è ben poca “eleganza” e “sobrietà” nel racconto di due nuove testimoni – Ambra Battilana e Chiara Danese – che vanno ad aggiungersi ad altre tre ragazze i cui racconti contraddicono in pieno le versioni edulcorate del rito ormai famigerato del “bunga bunga”. Emilio Fede ha annunciato di aver querelato le due ragazze per calunnia e diffamazione aggravata a mezzo stampa e violazione del segreto istruttorio presso la Procura di Milano e di Brescia, per le dichiarazioni rese da entrambe ai pubblici ministeri di Milano.

Nei racconti di Ambra e Chiara – come riportano questa mattina La Repubblica e Il Corriere della Sera – non c’è né il karaoke né la visione del film Baaria. Ci sono piuttosto le attenzioni morbose di due uomini anziani (Berlusconi e Fede) verso due ragazze appena diciottenni, ci sono barzellette così sconce “che fanno passare la voglia di mangiare” e ci sono palpeggiamenti reciproci tra il premier e le numerose ragazze che lo circondano cantando a squarciagola “Meno male che Silvio c’è”.

Longo e Ghedini: “Dichiarazioni destituite di ogni fondamento”. I parlamentari e legali del premier Piero Longo e Niccolò Ghedini bollano subito le rivelazioni dei due quotidiani come “destituite di ogni fondamento” e “contrastanti rispetto a numerosissime indicazioni di segno completamente opposto”. In una nota, i due avvocati sottolineano i loro dubbi sulla tempistica delle novità emerse oggi sui giornali: “La genesi delle dichiarazioni e i tempi appaiono davvero indicativi e ne dimostrano l’assoluta inconsistenza”. Dal punto di vista processuale, con il deposito ieri di nuovi atti di indagine a disposizione delle difese di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti  – indagati per favoreggiamento e induzione alla prostituzione anche minorile – la Procura ha concesso ai legali altri 20 giorni di tempo per presentare memorie o chiedere l’interrogatorio degli indagati. Slitta così la richiesta di rinvio a giudizio, prevista per questa settimana. Non sono state ancora depositate invece le telefonate del premier utilizzate nei mesi scorsi per chiedere le proroghe nell’indagine su Fede, Mora e Minetti e finite nel fascicolo di inchiesta su Silvio Berlusconi.

Quelle che per Ghedini e Longo sono solo “dichiarazioni destituite di ogni fondamento”, per le due protagoniste sono il racconto di “un incubo” che emerge dal memoriale depositato dalle due giovanissime alla procura di Milano l’8 aprile. Il racconto si riferisce a quanto accaduto la notte tra il 22 e il 23 agosto 2010 quando, il giorno dopo essere state ‘provinate’ da Emilio Fede come ‘meteorine’ tramite il loro agente Daniele Salemi, arrivano a Villa San Martino intorno alle 23. Quel giorno, entrambe sono poco più che diciottenni e il premier le chiama “le mie bambine”. Ma perché la testimonianza su quella notte “da incubo” arriva a 8 mesi di distanza? “Perché siamo finite in un gioco più grande di noi”, raccontano ai pm. Per Chiara è diventato insopportabile essere accostata alle 32 escort di cui si parla nelle carte del processo Ruby. Viene da un piccolo paese in provincia di Verbania e non ne può più di ricevere telefonate anonime. Oltretutto, chiede consiglio a Fede su come comportarsi a scandalo scoppiato: “Voglio dei consigli, come devo fronteggiare questa situazione?”, domanda Chiara al direttore del Tg4. Ma Fede, “prima fa finta di no sapere chi fossi, quando glielo ricordo mi dice in modo sarcastico ‘se voglio dei soldini’. Mi chiede se volessi insinuare che lui mi avesse toccato, io gli dico che voglio soltanto parlargli di persona”. Ma Fede è seccato, promette di richiamare, ma non lo farà mai. Anche per Ambra il motivo che l’ha spinta a parlare è l’orgoglio, il desiderio di preservare il proprio nome rispetto alle “32 prostitute” che ruotano intorno al presidente del Consiglio. Per entrambe l’avvocato è una deputata dell’Italia dei valori, Patrizia Bugnano: “Apprendo solo in questo interrogatorio che l’avvocato di Ambra è deputato. A dir la verità, non so esattamente cosa significhi essere deputati e non so cosa sia l’Idv”, precisa Chiara di fronte ai pm Forno e Sangermano.

Il racconto di Ambra e Chiara (che hanno appena finito le selezioni per miss Piemonte“) si fa interessante nel momento in cui entra in scena Berlusconi. “Tiene in mano due vassoietti con degli anelli. Lui dice che sono di Tiffany, ma è solo bijotteria- spiega Ambra – In quel momento arrivano moltissime ragazze e noto Roberta Bonasia (nota per la gag del malato e l’infermiera, ndr). (…) Le ragazze hanno un atteggiamento molto confidenziale con il presidente, sono elettrizzate. (…) E’ evidente l’attrazione che Berlusconi ha per me e per Chiara, così evidente che Emilio Fede dice infastidito : ‘Tu mangia nel piatto tuo che io mangio nel piatto mio’. Ci è chiaro che per Fede io ero destinata a Berlusconi, Chiara a lui”.
A tavola ci sono circa 15 persone. Oltre alle due diciottenni, a Fede e al Cavaliere, ci sono Roberta Bonasia; Maristhell Polanco; Eleonora e Imma De Vivo; una ragazza cubana che si presenta con il nome di Lisa e dimostra subito attenzioni omosessuali verso Chiara; una signora “bionda e riccia” che durante la serata canta; una signora “prosperosa”; una ragazza mora, due ragazze di colore “abbigliate in modo indecente (“Pensammo subito a due prostitute”, dice Chiara ai pm); altre tre persone, due uomini e una donna sulla cinquantina; infine quella che poi le due ragazze riconosceranno come Nicole Minetti, l’igienista dentale accusata di favoreggiamento e induzione alla prostituzione anche minorile per essere l’organizzatrice dei festini di Arcore.

“Emilio Fede per tutta la cena tocca le gambe a me e ad Ambra”, racconta ancora Chiara. “Berlusconi guarda insistentemente me e Chiara. Ci chiama “bimbe” e suscita il visibile risentimento di Roberta Bonasia che gli si butta continuamente addosso baciandolo”. Quella sera il presidente non mangia niente e racconta barzellette così sconce che “io mangio di malavoglia, tanto era irritante il contenuto”. Quando parte la canzone “Meno male che Silvio c’è” tutte le ragazze si mettono a ballare e cantare. Chiara e Ambra si guardano “come dire, ‘ma dove siamo finite?’. E’ a questo punto che parte il racconto più simile al “puttanaio” descritto dalla compagna di scuola di Nicole Minetti, una delle prime testimoni in ‘contraddizione’ con la “sobrietà” delle serate arcoriane. “Dopo 15 minuti che siamo a tavola, alcune delle ragazze si scoprono i seni, li offrono al bacio di Berlusconi. Toccano il presidente nelle parti intime. Si fanno toccare. Berlusconi chiama tutte noi “le mie bambine, le mie bimbe”, ricorda Ambra nel memoriale.

La statua di Priapo. “Dopo l’ennesima barzelletta oscena, Berlusconi fa portare una statuetta. E’ una specie di guscio. Dal guscio esce un omino con un pene grosso. La statuetta ha le dimensioni di una bottiglietta d’acqua da mezzo litro. Il pene è visibilmente sproporzionato. Berlusconi fa girare la statuetta tra le ragazze e chiede loro di baciarne il pene. Le ragazze fanno girare la statuetta, ne baciano il pene e simulano un rapporto orale, o lo avvicinano al seno scoperto”, racconta ancora Chiara. Lei e Ambra non si prestano al “gioco”, vorrebbero andarsene. Le ragazze fanno una sorta di “girotondo” intorno a Berlusconi con palpeggiamenti reciproci. Ma è quando Berlusconi chiede “Siete pronte per il bunga bunga?” che Chiara si sente addirittura male e chiede una camomilla. Fede cerca di tranquillizzare le due ragazze, Berlusconi le porta in giro per la villa fino a  raggiungere una sala con il palo per la lap dance.

La stanza del bunga bunga. Nella piccola discoteca con il palo al centro e i divanetti, le ragazze iniziano a ballare in modo piuttosto volgare. Si tirano su la gonna, mostrano il sedere. Alcune sono vestite da infermiere, come le gemelline De Vivo e la Bonasia che tiene in mano anche un frustino. I vestiti sono molto corti da crocerossine, i seni molto scoperti e la biancheria intima in mostra. Anche le ragazze non travestite da infermiera tirano su i vestiti mettendo in mostra fondoschiena e seno. Ballando si avvicinano al premier, lo toccano e si fanno toccare, ecco il gioco che il presidente chiama bunga bunga.

Lo spettacolo di Nicole Minetti. A un certo punto Nicole Minetti si esibisce in uno spettacolo di lap dance. Indossa uno di quei vestiti che si tolgono a strappo. Rimane completamente nuda ballando al palo, senza reggiseno e mutandine. dopo essersi denudata, si avvicina a Berlusconi e ballando in maniera provocante avvicina il sedere al viso del presidente. Girandosi gli avvicina i seni alla bocca che lui bacia.

“Che sono venute a fare queste due?”. Il disagio di Ambra e Chiara è talmente evidente che le altre ragazze non gradiscono la loro presenza. “Tutte le ragazze ci stanno attorno, ci toccano, ci prendono, tentano di toglierci i vestiti”, racconta Ambra. Fede e Berlusconi non sono osservatori passivi, istigano le ragazze a togliere i vestiti alle due diciottenni che a quel punto sono terrorizzate e dicono a Fede di “volere assolutamente andare via”. Anche Berlusconi ascolta quella richiesta e non dice nulla, “annuisce senza dire una parola”.

“Se andate via non pensate di fare le meteorine o Miss Italia”. Con questa frase il direttore del Tg4 risponde alla richiesta di Chiara e Ambra. Una sorta di ricatto psicologico a cui le due però non cedono.

“Brave avete superato la prova”. Una volta in macchina, Fede e il suo autista accompagnano Ambra e Chiara in piazzale Loreto. Ed è a quel punto che arriva il commento del giornalista che lascia le due ragazze letteralmente “sbigottite”. Racconta Ambra: “Quasi anticipando la nostra protesta, ci dice in macchina, alla presenza dell’autista, che avevamo fatto benissimo a comportarci così. Che avevamo superato una prova. Che non eravamo come le altre ragazze, tutte puttane. Che eravamo le favorite del presidente e avremmo fatto una bella carriera”.

La sexy violista nell’uovo di Pasqua. Non c’entra nulla con le notti da Arcore, ma serve ad avere un quadro più preciso dell’immaginario del presidente del Consiglio e delle persone che lo circondano. L’episodio risale a lunedì notte quando Berlusconi riceve il regalo di Pasqua da parte del coordinamento del Pdl lombardo riunito a cena in Brianza. Si tratta di un uovo finto, alto quasi due metri che contiene una sorpresa davvero speciale: niente di meno che la modella – violinista svedese Charlotte Crona nota al pubblico televisivo italiano per le sue comparsate a “Buona Domenica”. “Sono commosso, è un regalo che apprezzo moltissimo”, ha esclamato Berlusconi di fronte a Charlotte e allo sguardo divertito del governatore lombardo, nonché ciellino doc, Roberto Formigoni. “Sono single, adoro il violino – ha dichiarato di recente la modella – E una volta terminata la carriera di modella, voglio fare la poliziotta”. Sembra di sentire Ruby, quando, nello studio di Alfonso Signorini dichiarava di voler fare la “carabiniera”. Ma le sorprese per il cavaliere non sono finite con la bella Charlotte. Perché il coordinatore del Pdl lombardo Mario Mantovani ha consegnato al premier un secondo omaggio del partito. Un toro di cristallo Swaroski: “Ha due palle come le tue, Silvio”. “Il paragone – ha risposto Berlusconi – mi sembra particolarmente appropriato”. Al tavolo di Berlusconi anche sindaco di Milano Letizia Moratti, che il Cavaliere aveva appena rimproverato per il ritardo invitandola a fare come penitenza “un doppio bunga bunga”. Il tutto condito, come sempre, da eleganza e sobrietà.