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Quando si ha a cuore l’istituzione che si governa

E’ tardi, ho appena finito di lavare i piatti dopo una cena a base di pesce nel mio appartamento di Londra quando decido di guardare la mia mail prima di andare a letto. Apro “mail”, e sul mio account della London School of Economics and Political Science appare un nuovo messaggio. Poche righe: “It is with great regret that I announce that the LSE Council has accepted the resignation of Sir Howard Davies as Director. The Council has asked him to stay on until arrangements for a successor have been resolved“: il preside della scuola si è dimesso a causa dello scandalo per i fondi ricevuti da Saif Geddafi, figlio del celeberrimo colonnello, il quale ha ottenuto un (discutibile) dottorato proprio in questa scuola nel 2006.

Nel 2009, la “Gaddafi International Charity and Development Foundation” ha donato alla LSE un miliardo e mezzo di sterline per il suo North Africa Programme.
Nonostante la donazione sia stata ricevuta in buona fede (così recita la lettera di dimissioni dell’ormai ex preside), la reputazione della scuola ne ha sofferto molto.

Dal 22 febbraio un gruppo di studenti stava occupando la Senior Dining Room, chiedendo a più riprese che i soldi fossero rispediti al mittente. Finora solamente 300 milioni sono arrivati a Londra, e già il 28 febbraio era stato deciso che questi fondi sarebbero stati messi da parte per sponsorizzare borse di studio per studenti nord africani.

Ma questo non è bastato: in un paese dove il senso civico è ancora forte, Sir Howard Davies ha deciso di dare le dimissioni. Nel momento in cui ha accettato la donazione, quando in Inghilterra vigeva ancora il tetto massimo per le quote d’iscrizione pagate dagli studenti, e quando quindi quei soldi sono stati visti come una grande fonte di opportunità per continuare a finanziare il contributo alla ricerca (si, in Inghilterra figura ancora sotto la lettera R del dizionario), Davies non avrebbe mai potuto prevedere cosa sarebbe successo due anni dopo in Libia.

Ugualmente il nostro amatissimo primo ministro non lo avrebbe mai potuto prevedere, quando baciava la mano al colonnello, durante un meeting per la collaborazione fra i nostri due paesi.

Ma proprio qui sta la differenza: mentre nel nostro paese il baciatore di mani si ritrova ancora a coprire il ruolo di seconda carica dello stato, nonostante scandali vari, in Inghilterra un grande rettore, colpevole non di aver baciato le mani al colonnello, ma di aver accettato una donazione in denaro vista come un’opportunità per il futuro della sua scuola – è vero, palese, non come tutte quelle accettate dall’Italia sotto forma di “investimento”, si è dimesso.

Ancora una volta, si notano le differenze fra il nostro paese e quello oltremanica: chi si crede ancora portatore di un valore chiamato dignità e ha a cuore l’istituzione che governa (sia essa una scuola, o un governo) dovrebbe avere il coraggio di riconoscere i propri errori e di lasciare nel momento in cui questi errori compromettano l’immagine dell’istituzione stessa: grazie Sir Howard Davies!

di Giulia Pizzini, studentessa di Master in politiche ambientali alla London School of Economics