Cronaca

Yara, arrestato straniero per omicidio<br>Scritte razziste a Brembate

Scritte razziste dopo il fermo di un cittadino marocchino accusato dell'omicidio della ragazzina. Il sindaco si dissocia: "Non reagiremo con la caccia all'uomo"

Le ricerche di Yara nel bergamasco

“‘Ci dissociamo da singoli episodi che si sono manifestati dopo la divulgazione delle notizie riguardanti le indagini ancora in corso e in fase di accertamento”. Con questa dichiarazione il sindaco leghista di Brembate Sopra (Bergamo) Diego Locatelli cerca di abbassare i toni della polemica nata subito dopo la cattura di un marocchino 22enne accusato di omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere in merito alla vicenda di Yara Gambirasio. Il corpo della ragazzina di 13 anni, scomparsa nove giorni fa dal paesino della bergamasca, non è ancora stato trovato, ma da quando si è appresa la notizia del fermo dell’operaio maghrebino, sono cominciati i primi segni di intolleranza contro gli immigrati. “Sono sicuro che la comunità saprà reagire con calma e razionalità, anche se ovviamente la speranza di tutti noi è che questa storia finisca bene – ha detto Locatelli – No, non ci sarà nessuna caccia all’uomo. Non è questa la reazione che mi aspetto dai miei cittadini e sono sicuro che non sarà così”. Dopo le parole del sindaco tuttavia, non sono mancati comunque mancati episodi di insofferenza e intolleranza: “Il sindaco dice cose da sindaco – ha detto un uomo che esponeva un cartello “occhio per occhio, dente per dente” – io la penso da cittadino”.  “Auspichiamo – ribatteva a distanza Locatelli – che quello che è successo non sia strumentalizzato e che prevalga il senso di massimo riserbo sulle indagini che le forze dell’ordine stanno svolgendo con professionalità e con grande dispiego di energie e risorse”.

Nonostante le parole di distensione del sindaco di Brembate, lo sdegno dei concittadini della famiglia Gambirasio è molto forte e alcuni invocano il linciaggio per il marocchino: “Lasciatecelo in piazza a Brembate, noi non abbiamo mai cercato niente, loro vengono qui a rubarci il lavoro e violentarci le donne”. I cittadini di Brembate Sopra, comune di 7.800 abitanti guidato da anni dal Carroccio, non vogliono sentirsi chiamare “razzisti”, ma hanno le idee ben chiare: “Qui non siamo razzisti – ha aggiunto una signora – ma ci piace l’ordine e la tranquillità e qui non era mai successa una cosa come questa”. Un’altra persona è arrivata davanti a villa Gambirasio urlando contro il presunto omicida. “Io non ce l’ho con lui perché è uno straniero – ha detto – non mi interessa di che razza sia, voglio però che sia fatta giustizia, vorrei che facessero a lui quello che ha fatto alla ragazzina”. Vicino alla casa dei genitori di Yara, a cento metri dal loro cancello, è comparso anche un altro cartello con la scritta “Marocchini fuori da Bergamo”. Altre scritte contro gli immigrati sono spuntate anche nei paesi vicini a Brembate e alla periferia di Bergamo.

La rabbia monta anche su Facebook, nei gruppi nati in seguito alla scomparsa di Yara. Sono decine di migliaia di iscritti e i commenti si moltiplicano di minuto in minuto dopo l’arresto del giovane muratore accusato dell’omicidio della ragazza: dall’invocazione della pena capitale, dal linciaggio a frasi puramente xenofobe. Fino all’intervento degli amministratori: “Comprendiamo l’indignazione e lo sdegno di tantissimi – scrivono – ma non accetteremo mai commenti inneggianti alla violenza ed al razzismo. Questa è l’ora del dolore e della solidarietà, si deve lascar lavorare chi di dovere e noi dobbiamo solo pregare e non alimentare l’odio”.

Il ragazzo marocchino, residente nel trevigiano, è stato fermato questa mattina. Ieri sera i carabinieri lo hanno fermato mentre cercava di lasciare l’Italia a bordo del traghetto Berkane, diretto a Tangeri, in Marocco. Interrogato, nel carcere di Bergamo in via Gleno, da parte del pm Letizia Ruggeri, si è dichiarato innocente: “Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io”.

Unendo la vicenda di Yara e la morte dei sette ciclisti a Lamezia Terme, investiti con l’auto da un marocchino, l’europarlamentare della Lega Mario Borghezio interviene nel dibattito: ”I fatti di questi giorni dimostrano la bontà della proposta leghista: è necessario introdurre un’aggravante per i reati che vengono commessi dai clandestini”. Peccato che il ragazzo fermato per l’omicidio di Yara non sia clandestino, ma regolarmente residente in Italia. “Con tutte le cautele del caso – ha detto Borghezio – invita ad una riflessione sull’incidenza dei reati commessi da chi non condivide i nostri stessi valori di riferimento compiendo fatti gravi ed intollerabili”. L’europarlamentare leghista chiede, inoltre, che “si avvii un programma serio e concreto di eliminazione di tutte le sacche di clandestinità in Italia. Ma non basta – aggiunge – bisogna anche controllare se le regolarizzazioni degli immigrati fatte in passato corrispondano ad una effettiva integrazione degli interessati nel nostro tessuto sociale e valoriale. In questo senso, resta valida la nostra proposta di raccogliere le impronte digitali di tutti”.