Politica

Il Paese delle bambole gonfiabili

Padre di tre figlie, sono particolarmente sensibile all’idea di “femminile” trasmessa dalle vicende che hanno ingolfato le ultime cronache politiche italiane; conferma di una spaventosa degenerazione culturale, ormai dilagata a costume dominante.

Ossia l’imposizione di stereotipi volgari e dementi che deviano verso l’acquitrino di un sessismo macchiettistico il percorso di emancipazione della donna, che da “angelo del focolare” l’aveva portata a rappresentarsi come “altra metà del cielo”; dalla subalternità (non priva di rispetto, seppure fastidiosamente retorica) alla liberazione in quanto soggetto pienamente titolare di sacrosanti diritti.

Certo, molto doveva ancora realizzarsi in materia, ma la tendenza in corso sembrava quella; apprezzabile. Del resto, niente di particolarmente diverso da quanto avviene nei Paesi che chiamiamo civili.

Ma anche in questo caso la corsa al peggio che caratterizza i nostri ultimi decenni fallocratici (dal celodurismo a rischio del coccolone di Umberto Bossi al priapismo senile di Silvio Berlusconi) ha prodotto i suoi sfracelli. E i modelli standard dell’altro genere sono diventati l’apoteosi della chiacchiera da avvinazzati di mezz’età in qualche Bar Sport, con annessa sala biliardo decorata con calendari senza veli di future ministre.

Insomma, anche contro la donna è in corso una guerra non dichiarata eppure feroce (come contro i gay, gli immigrati, gli operai…). E talune sventurate inseguono il carro dell’apparente vincitore…

Una guerra per tutelare il traballante ordine patriarcale, che vede scendere in soccorso perfino le gerarchie vaticane omofobe (magari andando pure contro le proprie inclinazioni sessuali) e impaurite dagli effetti sovversivi per il loro potere che deriverebbero da una società più al femminile. Magari una società che desse spazio (lo spazio che compete) a quelle ragazze che mi ritrovo in aula quando faccio lezione, spesso più brave dei loro colleghi maschi, che quando entreranno nel mondo del lavoro saranno zavorrate da un handicap. Quello di essere donne. Specie in una società che pretende di relegarle nelle posizioni tracciate dal machismo di questi anni berlusconizzati.