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Parlamento europeo pulito: la petizione di Andrea D’Ambra liquidata in 15 minuti

Dibattito breve e scarno: "Non è previsto nulla del genere nei trattati dell'Unione europea". L'unica speranza è la "modifica dell'Atto relativo all'elezione dei parlamentari" in discussione nella commissione Affari istituzionali di Bruxelles

Andrea D’Ambra approda a Bruxelles con la sua petizione sul Parlamento europeo pulito. Ma esce, deluso, dopo pochi minuti. A dargli la possibilità di intervenire è stata la commissione Petizioni: la sua richiesta (numero 417/2009) è stata accorpata a quelle pervenute da altri Paesi Ue in cui non vige alcuna restrizione alle elezioni di condannati nei rispettivi parlamenti. “Se il Parlamento europeo non si dota di una legislazione di questo tipo – ha spiegato D’Ambra – alle prossime elezioni l’assemblea si troverà composta non solo (come ora) da condannati per istigazione all’odio razziale, ma rischia di ospitare anche i condannati per reati ben più gravi. Ad esempio i mafiosi”.

Parole dure, che però hanno prodotto un dibattito piuttosto spoglio e pigro che – appunto – ha deluso lo stesso D’Ambra. L’unica risposta è arrivata da un funzionario della Commissione europea: “Al momento non è previsto nulla del genere nei trattati Ue”. D’Ambra, che è andato fino a Bruxelles a spese proprie per soli 15 minuti di audizione, non l’ha presa bene: “Questo lo sapevo già – ha commentato ironico – è per questo che stiamo conducendo questa battaglia”.

Ad avere voce in capitolo, al momento, è solo la commissione Affari Costituzionali (Afco) del Parlamento europeo, che sta redigendo in questi mesi un rapporto di “proposta di modifica dell’Atto relativo all’elezione dei membri a suffragio universale”. Il relatore è Andrew Duff, inglese e liberale, che sottoporrà il suo report al voto della commissione Afco a fine novembre, commissione presieduta dall’italiano Udc Carlo Casini. La richiesta di D’Ambra era già pervenuta alla commissione di Casini nell’agosto 2009, ma era stata prontamente rigettata con la motivazione che “il Parlamento europeo non è competente in materia”. Una risposta che non ha soddisfatto né D’Ambra né quanti non vogliono vedere pregiudicati seduti in Parlamento.

La delegazione dell’Italia dei Valori, rientrante nel gruppo europeo dei Liberali (ALDE), ha intenzione di presentare un emendamento al rapporto Duff che preveda la non eleggibilità di chi si é macchiato di tutta una serie di reati (corruzione, abuso nell’esercizio di funzioni pubbliche, istigazione al razzismo, o reati di mafia, criminalità organizzata e terrorismo). Questo emendamento a firma di Luigi de Magistris e degli altri eurodeputati IdV, verrà con ogni probabilità presentato in commissione AFCO a fine anno.

Nel frattempo quattro deputati (Sonia Alfano, Rita Borsellino, Rosario Crocetta e la verde francese Eva Joly) hanno redatto una dichiarazione scritta sul Parlamento europeo pulito per spingere in tale direzione. Misteriosamente la dichiarazione è stata inizialmente rifiutata dagli uffici competenti del Parlamento ed accettata solo in un secondo momento. Per essere adottata ufficialmente dall’Aula, deve raccogliere le firme di metà più uno degli eurodeputati entro l’11 novembre, missione non facile visto che dal 5 luglio ne sono state raccolte solo 39.

Margrete Auken, verde danese, si é stupita dell’illustrazione della situazione del Parlamento italiano fatta da D’Ambra: “In Danimarca i condannati per reati superiori  a un anno non entrano in Parlamento e ogni situazione viene esaminata singolarmente”.