Politica

In soccorso del vincitore

Sul Fatto di domenica 26 settembre leggo la cronaca della festa per il futuro organizzata dal Movimento 5 Stelle a Cesena, nel bel mezzo della devastazione territoriale, urbana, architettonica e civile della Costa Romagnola, avallata dalle amministrazioni rosse. Beppe Grillo, il padre di questa manifestazione di giovani per i giovani, ha riproposto un laboratorio di idee e un programma, anche in vista delle prossime elezioni, per scardinare un sistema che si regge sull’incastro tra ricattati & ricattatori. Beppe Grillo e la sua organizzazione non si sono limitati ai discorsi ma hanno contribuito a produrre – tramite la Verdelago, un’azienda a capitale interamente privato con 63 dipendenti – otto milioni di fatturato, con utili investiti in ricerca e innovazione in collaborazione con l’università di Padova. “Gestiamo la raccolta differenziata di circa 830 aziende da Benetton a Gardaland – dettaglia Carla Polie vendiamo il materiale riciclato a centinaia di stranieri soprattutto tedeschi e olandesi”. Un riciclo del 100% di materiali trasformati in granulato poi utilizzato per stampaggi plastici – panchine, pali, pavimentazione stradale e nell’edilizia – blocchi in calcestruzzo, cemento e via discorrendo. Insomma anche un successo economico, grasso che cola!

Nella stessa pagina il Fatto riproduce l’appello dei Verdi al Movimento 5 Stelle, nel quale Angelo Bonelli – ultimo presidente della tergiversata storia del movimento verde nato a Finale Ligure nel 1986 – mette le mani avanti ” l’ecologia non è di sinistra, è un patrimonio di tutti i cittadini (…) non è più accettabile che in Italia il movimento ecologista sia marginale se in Germania ha ottenuto il 24% e il 16% in Francia (…) è quindi essenziale andare oltre la destra e la sinistra (…) e non dimentichiamo che giunte di sinistra hanno cementificato interi pezzi d’Italia”. Pertanto se “l’ecologia non è di sinistra (…) dobbiamo riuscire a essere trasversali”. In questo bel paesino la parola trasversale è sinonimo di complessi e nominabili inciuci. C’è il trasversalismo di chi dopo aver sbraitato nei famosi & funesti anni di piombo, “fascisti & borghesi ancora pochi mesi”, oggi si ritrova nei panni di lacché di un qualsiasi sottopancia di Berlusconi and Co. C’è l’accolita di già sessantottini trasversali a lor medesimi, raccolta attorno al Foglio igienico di Giuliano Ferrara, supposto agente Cia con le ghette.

C’è anche il trans/versalismo di un verde ante litteram che riassume tutti i trans/verbalismi possibili immaginabili. Conosco l’ex onorevole ed ex senatore Marco Boato, dai tempi in cui studiavo sociologia a Trento. Nel 1969, dopo la laurea, co-fondò il movimento politico comunista Lotta Continua. Nel 1973 fu promotore del Movimento Cristiano per il Socialismo. Passò quindi a Democrazia Proletaria e poi nelle file del Partito Radicale, grazie al quale fu eletto per la prima volta deputato, proseguendo per quattro legislature consecutive. Nel 1988 divenne senatore per la lista Psi/Psdi/Pr/Verdi. A partire dalla così/detta Seconda Repubblica Boato verrà riconosciuto come il garantista per antonomasia di molti politici implicati in vicende giudiziarie, cioè nel malaffare. Votò contro l’arresto di Cesare Previti, criticò il giudice di Mani Pulite Gherardo Colombo, per aver sostenuto che l’Italia è in mano ai ricatti dei partiti, cioè “ostaggio di ricattati & ricattatori”, come oggi sottolinea Beppe Grillo. Dulcis in fundo, nel suo ultimo mandato parlamentare, MB osteggiò Pier Ferdinando Casini in merito al test antidroga a cui avrebbero dovuto essere sottoposti anche i parlamentari e proprio grazie all’emendamento Boato la proposta venne bocciata. Per mettere ulteriormente a fuoco un personaggio che per lustri ha influenzato e in parte co-diretto la politica dei Verdi, bisogna menzionare anche le sue capacità logorroico-affabulatorie che, dopo aver funestato noi poveri contestatori sessantottardi tridentini, turbarono i giorni e le notti dei parlamentari che dovettero sorbirsi i suoi discorsi fiume. Nel 1981 MB stracciò tutti i precedenti e successivi record parlamentari mondiali, arrivando a parlare per 18 ore e 5 minuti. Esattamente – come annota Antonio Glauco Casanova, un nome che deve aver fatto tremare i polsi di MB notorio e intollerante baciapile – “dalle 20,10 di martedì 10 febbraio, alle 14,15 di mercoledì 11”. Cosa sia servito questo talento affabulante al movimento dei Verdi – raccolti in federazione alle elezioni del 2006 ottennero il 2% di voti – rimane avvolto nei meandri delle loro mozioni & contro/mozioni di cui s’è persa la memoria. Viceversa il Movimento 5 Stelle, presente solo in alcune circoscrizioni provinciali e regionali alle elezioni del 2010, raccolse il 6% in Emilia-Romagna e il 3% nella sola città di Milano. E così, mentre Angelo Bonelli, nel suo accorato appello al Movimento 5 Stelle afferma che “Il dialogo importante lo vedo con la gente di Beppe Grillo e magari lui risponderà picche…” – non ci rimane che attendere l’ardua sentenza.