Politica

Il canto del grillo

Il festival politico-musicale del Movimento 5 stelle tra ambientalismo e ambizioni elettorali. Il comico: "Possiamo sognare, gli altri sono il nulla e noi voliamo nei sondaggi

Le nuvole minacciose non fermano le parole che rimbalzano nell’aria che sa di pulito, qui al Parco dell’Ippodromo di Cesena dove si sta svolgendo davanti a migliaia di ragazzi (che ieri in serata ancora affluivano) la Woodstock del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo: non è stato invitato alcun politico. Camper, tende, sacchi a pelo, zaini, un enorme camping allestito da volontari a cui si accede gratuitamente, solo offerte che serviranno a ripagare le spese (si aggirano sui 300 mila euro).

Woodstock, un nome impegnativo che ricorda il più grande festival svoltosi a Bethel, cittadina nello Stato di New York: era il movimento hippy, 15 agosto 1969. Ma mentre quelli furono tre giorni di pace e musica, questi spiega Grillo, “sono due giorni di pace, musica e futuro”. Un laboratorio di idee e forse anche un programma da proporre ai cittadini alle prossime elezioni, per scardinare un sistema che si regge sull’incastro perfetto tra ricattati e ricattatori. Un confronto a cielo aperto con i massimi esperti mondiali su acqua, energia economia politica, affinché “l’utopia diventi realtà”. E, come spiega il consigliere regionale emiliano Giovanni Favia, non è neppure un nuovo V-Day ma piuttosto “una festa per il futuro”.

La musica non manca: Max Gazzè, Fabri Fibra, Linea 77, Samuele Bersani. Così come non manca la cultura con nomi di prestigio come il Premo Nobel, Joseph Stiglitz, l’economista Jeremy Rifkin e Ken Livingstone, ex sindaco di Londra. Quello che ci troviamo davanti è senza dubbio un sogno ad occhi aperti. Migliaia di giovani che camminano “verso il sentiero dei sogni dove portare i nostri pensieri”, come recita lo slogan: un fiume di braccia, gambe, volti, sorridenti e canti. Molti indossano la maglietta acquistata sul blog di Beppe Grillo con la scritta “Woodstock 5 stelle”.

“Questa è la nuova generazione di italiani, quella dei giovani che è stata derubata della speranza e della felicità”, dice Beppe Grillo. Marco, 22 anni, facoltà di ingegneria, arriva da Milano in treno: “Lo so che ci vorrebbero addormentati ma noi siamo svegli e vigili”. Tiene per mano Laura, 17 anni, che per seguirlo ha dovuto chiedere il permesso ai genitori: “Non è stato facile convincerli, alla fine ci siamo riusciti, wow!” esclama gettando le braccia al collo di Marco. Sogno una parola che ricorre spesso nella canzone scritta e cantata da Francesco Baccini “Il sogno di Woodstock”, divenuto l’inno ufficiale di questa due-giorni. Niente bottiglie di plastica, niente lattine di Coca Cola perché “Woodstock 5 stelle” è ecosostenibile: si discute di raccolta differenziata, si mangiano e si bevono solo prodotti locali. Perfino la birra è di un’azienda emiliana.

L’acqua la si può bere certo, ma solo dalle cisterne allestite nel parco. Incontriamo Alfonso. Lo provochiamo: Grillo è un comico, che c’entra con la politica? “Meglio strano ma con le idee proprie piuttosto che normale con quelle altrui…”, risponde questo ragazzo con i capelli lunghi e biondi che ci dice di essere arrivato da Torino in autostop assieme al suo cane, un meticcio di nome Pippo. Poco più in là Laura, 28 anni, ragazza madre insegnante precaria che arriva da Roma con il suo bimbo di 5 anni che tiene in braccio: ”Qui ci sentiamo liberi di dire la nostra e di ascoltare chi le idee innovative ce le ha davvero, vedi questo è mio figlio, campiamo con la pensione di mia madre”. Accanto a lei Simona, occhi grandi, su un tappeto di lentiggini: ”Ho 19 anni e ho diritto a credere che questo Paese non è quello in cui vivrò la mia vita”.

Entra lui e la musica si ferma. Il padre di questa manifestazione, Beppe Grillo, accolto da un urlo festoso: ”Guardatevi un attimo, non siamo più quelli di 40 anni fa, in un posto così si facevano delle canne, facevano l’amore nelle tende e si rotolavano nel fango ed io ho pregato questo clima: piove, non piove ci gira attorno, per crearci quell’ansia… lì dietro c’è il fango prima di andare via vi invito a prenderne un po’ perché questo è il fango più pulito che c’è in Italia”. Gli applausi si mescolano alle parole: ”Sei grande… siamo con te… tu sei con noi grazie!“. “E siamo solo all’inizio stanno arrivando, c’è l’autostrada intasata andremo avanti… e lo spettacolo lo farete voi devono rendersi conto di chi siamo. L’ultima che ci hanno detto è che siamo squadristi, sì! Della la raccolta differenziata però, quelli che prendono una cicca e la mettono nella borsa contenitore… andiamo avanti!”. E avanti si va con la musica. Almeno per ora.

da il Fatto Quotidiano del 26 settembre 2010