Cultura

Vendola e Bersani, intervista doppia

Siamo entrati in possesso dei nastri – ancora vergini – dell’intervista doppia che le Iene faranno, in una delle prime puntate della nuova serie, a Pierluigi Bersani e Nichi Vendola, i due possibili candidati alle primarie del PD. Ecco la trascrizione di quello che potrebbero dire.

DOMANDA – Nome.

VENDOLA – Nicola detto Nichi.

BERSANI – Samuele. No, scherzo… Faccio battute per avvicinare l’elettorato. Pierluigi.

D. – Se vincessi le primarie ti candideresti come Premier?

V. – Certo. Vorrei essere l’Obama bianco, anche se in realtà è lui che va in giro a vantarsi di essere il Vendola etero.

B. – Io Premier? Non scherziamo, dai… Se vinco al massimo posso fare il ministro. Per la Presidenza del Consiglio dobbiamo pensare in grande: un Tony Blair, un Bill Clinton… Tutta gente sul mercato. Basta con la solita italietta provinciale.

D. – Cosa ne pensi delle pesanti accuse della Esselunga alle Coop.

V. – E’ ora di abbattere certi potentati di qualunque colore siano.

B. – Me ne tengo alla larga. Sono un convinto sostenitore del libero supermercato.

D. – In Italia negli ultimi 15 anni ha fatto più danni Berlusconi o la guerra tra D’Alema e Veltroni?

V. – Quando ho sentito che Veltroni potrebbe appoggiarmi mi sono toccato gli zebedei.

B. – Nessuna guerra. D’Alema è un grande leader politico che saprebbe ancora guidare il nostro partito, se non fosse che lo ha intestato a me per non pagarci le tasse.

D. – Una tua candidatura come verrebbe vissuta dall’elettorato centrista e cattolico?

V. – Io sono omosessuale e credente. L’elettorato non so, ma una bella fetta del clero direi che si riconosce pienamente nei miei valori.

B. – Ho sempre dialogato con l’elettorato centrista. Le rivelo un retroscena: quando Rutelli fece la Margherita, io ne ordinai tre tranci.

D. (a Bersani) – Un vantaggio della vittoria di Vendola alle primarie.

B. – Berlusconi smetterebbe di citare la Bindi nelle sue barzellette e cambierebbe soggetto.

D. (a Vendola) – Un vantaggio della vittoria di Bersani alle primarie.

V. – Non bisognerebbe rifare la carta intestata.

D. – La cosa di cui vai più fiero della tua carriera politica.

V. – Sono stato il primo gay dichiarato nella segreteria della FGCI. Il primo ad essere eletto Governatore. Insomma, sono un omosessuale vincente da molto prima che esistesse Amici di Maria De Filippi.

B. – Da ministro ho fatto una riforma così significativa che, a distanza di anni, ancora oggi i tassisti sono incazzati con me.

D. Cosa bisognerebbe fare delle auto blu.

V. – Metterci dei tappetini color tortora.

B. – Ridurle dell’80 per cento. Così ai politici gli diamo i buoni taxi e la categoria dei tassisti la smette di avercela con me. Pensi che una volta uno per portarmi dalla stazione di Piacenza a casa mia ha fatto il giro passando da La Spezia e alla fine il tassametro segnava 700 euro.

D. (a Vendola) – Il tuo partito si chiama Sinistra, Ecologia e Libertà. Vuoi aggiungere ancora qualcosa a questo messaggio?

V. – Sì. Vendesi Volvo.

D. (a Bersani) – Cosa vuol dire essere segretario del PD.

B. – Avere la responsabilità di una grande tradizione che va da Berlinguer a Occhetto, da Veltroni, a Fassino fino a coso… quello lì che c’era prima di me…

D. – Franceschini.

B. – Bravo, Franceschini. Pensa te.

D. – Nel tuo eventuale Governo dove vedresti D’Alema?

B. – Esperienza, intelligenza, carisma… Lui sta bene ovunque. Anche adesso al Copasir sta facendo benissimo.

V. – Al Copasir sta facendo benissimo, ma se arrivasse una richiesta dallo Zenit di Spalletti non ci penserei due volte.

D. – Un tuo appello agli elettori del PD.

B. – Non voglio un partito con molte stanze. Per governare l’Italia bastano due camere e servizi.

V. – Penso di essere una garanzia di rinnovamento. Del resto, sono un giovane dirigente da più di 30 anni.

D. – Un augurio al tuo avversario.

V. – Vinca il migliore.

B. – Il migliore? Perché, c’è un altro candidato?