Politica

Nove domande a Burlando

Egregio governatore della regione Liguria, non La conosco personalmente.
Semmai biasimo la Sua concezione dell’agire politico, che considero un virus per la qualità democratica del nostro territorio.
Ma sono sempre pronto a ricredermi (e riconoscerlo). Per questo Le sottopongo alcuni quesiti cui spero vorrà rispondere. Procedo per questioni, corredate da almeno un esempio che La riguarda:

1. correttezza. È vero o no che Lei si sta pagando la campagna elettorale con i fondi regionali? È consuetudine che molte amministrazioni predispongano rendicontazioni di fine mandato. Ma tale non può essere definita l’alluvione di slogan trionfalistici affissi su ogni muro di Liguria o veicolati a spot in tutte le reti televisive locali.

2. colonizzazione mediatica. Non crede che attraverso le somme che Lei canalizza tramite l’Ente regione (voce “rappresentanza e comunicazione”: 4 milioni) a giornali e televisioni locali si possa esercitare il condizionamento delle testate, per esempio accantonando o impedendo il lavoro delle voci sgradite? Tipo i giornalisti che avevano scritto un saggio d’inchiesta su “Il Partito del cemento”?

3. mistero. Ci chiediamo anche cosa ci faceva domenica 16 settembre 2007 sulla collina degli Erzelli, sede di una grande operazione immobiliare, guidando contromano? Perché si barricò nel Suv prestatoLe dall’amico Franco Lazzarini (il broker assicurativo, Suo ospite nella villa nel quartiere genovese più esclusivo, che siglò contratti con le Ferrovie mentre Lei era ministro dei Trasporti)? A far buon peso: perché il suo (ex?) amico Aldo Spinelli ha ricevuto in affidamento le aree pregiate delle ex acciaierie Riva senza gara pubblica e a condizioni – secondo gli esperti – di svendita?

4. frequentazioni improvvide. Lei non sembra eccedere in selettività al riguardo? Vedi l’armatore bancarottiere cipriota Poulides che ospitava gratis sulle navi della sua Festival Crociere tal “Burlando C.”. Lei affermò trattarsi di omonimia. Il Secolo XIX, allora diretto con piglio libertario da Lanfranco Vaccari (poi estromesso all’inizio dell’attuale campagna elettorale), interpellò tutti gli altri Burlando C. dell’elenco telefonico senza trovare collegamenti. Mentre nella lista vip c’era il nome “Bisio Marisa”, madre del Franco Lazzarini (e compariva pure un Lazzari F.).

5. afasia programmatica. È vero o no che la crisi economica del nostro territorio non trova in Lei – presunto uomo del fare – risposte meno estemporanee dello slow fish (ci salverà il pesce blu?) o un ipotetico hi-tech nell’Istituto Italiano di Tecnologie, promosso da Tremonti ma da lei subito adottato (12 milioni di stanziamento per acquistare una sede abbandonata), che non ha prodotto ricadute sul territorio, sebbene sia operativo dal 2005 (Rapporto Corte dei conti 2007) e abbia ricevuto un mare di finanziamenti? Come mai il responsabile dell’agenzia regionale per il trasferimento tecnologico si è dimesso denunciando l’impossibilità di operare?

6. rapporti trasversali. A proposito del “partito dei due Claudio” di cui molto si vocifera, è vero che esiste un rapporto di mutuo soccorso tra Lei e il ministro Scajola?

7. acrobaticità coalizionali. È vero o no che è riuscito ad arruolare pure il cardinale Bagnasco, che in campagna elettorale officia la strombazzata riconciliazione con Sua moglie, da cui era separato? Spettacolo edificante per l’elettorato cattolico. Certificato dal porporato a fronte dei finanziamenti a canoniche e pievi che Lei vanta in ogni spot elettorale circondato da prelati? Perché cedette a Bagnasco il posto della regione nel Cda di Fondazione Carige?

8. manipolazioni illusionistiche del reale. È vero o no che nella sanità siamo al film Matrix? Lei proclama i meravigliosi risultati ottenuti. Intanto si devastano eccellenze destinando reparti dell’ospedale di S. Martino a residenze, riconvertendo il Santa Corona in villette vista mare?

9. inaridimento delle tradizioni politiche locali democratiche e di sinistra: Lei è ormai l’incontrastato leader di quest’area. Il 25 luglio 2007, nel confronto che avemmo sul Secolo XIX, si dichiarò berlingueriano (e aggiunse, “non me ne sono mai pentito, né ho dimenticato gli insegnamenti sul terreno del rigore”).
Trova corrispondenza tra i Suoi valori propugnati e la realtà, di cui Lei è magna pars? Questa politica neocraxiana, dove cupole bipartisan aggregate dal mattone sostituiscono la partecipazione e il pubblico dibattito.
La fedeltà alla Sua ben poco carismatica leadership delle residue nomenklature di sinistra dipende dai piccoli vantaggi che assicura loro? È vero o no che alle ultime primarie genovesi per i lsegretario nazionale Pd i votanti erano 30 e non 80 mila? Perché non si fanno le primarie per il candidato governatore?

Mi fermo al 9 (la cifra 10 è appannaggio esclusivo di Repubblica).

da il Fatto Quotidiano del 29 gennaio