Libri e Arte

Cosa resterà dei luoghi di Modigliani: alla Galerie Vivienne la mostra sui 47 bistrot, piazze, studi di Livorno e Parigi legati alla vita di Modì

Qui si potevano incontrare facilmente Victor Hugo, Émile Zola, il fantomatico Éugene Vidocq, Jean Cocteau, Colette, Louis Aragon. E proprio la Librairie Jousseaume, nella scintillante Galerie Vivienne di Parigi, sarà la prossima tappa del progetto foto-biografico I luoghi di Modigliani tra Livorno e Parigi, ideato e realizzato dal regista e fotografo livornese Luca Dal Canto. Un’esposizione che ha fatto il giro d’Italia e di Francia a partire dalla sua inaugurazione avvenuta dieci anni fa. L’attenzione su questo progetto torna ora forte anche per il fatto che quest’anno è il 140esimo dalla nascita di Amedeo Modigliani, nato nel 1884 a Livorno e morto come tutti sanno proprio a Parigi nel 1920. Dal 23 maggio (vernissage ore 16) al 13 giugno una selezione di foto delle due città tanto care – nel bene e nel male – saranno esposte nella celebre libreria che si avvicina ai 200 anni: nel 1826, quando aprì, era nel Passage des Panoramas, una delle prime gallerie commerciali di Parigi, e si chiamava libreria Petit Siroux. Oltre i libri era anche il luogo preferito dove acquistare i famosi feuilletton, i romanzi molto in voga nell’Ottocento. Una ventina d’anni dopo il negozio si trasferì nella Galerie Vivienne e nel 1880 fu acquistata da Charles-Antoine Jousseaume che gli dette il suo nome. E la libreria si trova ancora lì, nella galleria che si trova in rue des Petits Champs, a due passi dal Louvre e dal Palazzo Reale che oggi è sede del Consiglio di Stato.

Già da ora sugli scaffali della prestigiosa libreria sono disponibili anche alcune copie del libro-catalogo del progetto – definito “formidabile ed eccezionale” da Marc Restellini, uno dei maggiori esperti di Modigliani nel mondo – che raccoglie 55 fotografie dei luoghi e i racconti sulla vita dell’artista di Livorno. I luoghi di Modigliani tra Livorno e Parigi è composto da 47 immagini degli ambienti in cui il pittore e scultore ha vissuto e lavorato, immortalati dagli scatti di Dal Canto così come sono oggi, dopo cent’anni di cambiamenti sociali e urbanistici che hanno colpito le due città. La storia e l’opera rivivono dunque in bistrot, strade, palazzi, cafés, piazze, angusti studi, ambienti un tempo pieni di vita e cultura.

La mostra, a metà tra il documentarismo e il reportage, illustra come la globalizzazione abbia talvolta spazzato via la cultura per lasciar spazio a banche, istituti assicurativi e ristoranti; altre volte, invece, a degrado, abbandono o – esattamente all’opposto – a politiche turistiche che hanno avuto solamente il “demerito” di appiattire l’atmosfera di un luogo un tempo unico.

A ogni fotografia è inoltre legato un racconto tratto dalla vita dell’artista, visibile attraverso un QRcode. Episodi che ne delineano la tragica, geniale esistenza e che lo raccontano soprattutto da un punto di vista umano, cercando di fare luce sulle molte leggende che negli anni sono state tramandate. Con questo viaggio fotografico si delinea il carattere di un grande artista e di un uomo che, come tutti noi, aveva dei sogni, delle speranze, ma anche molte paure, insicurezze, sofferenze fino alla fine tragica oltre che prematura che il destino gli ha riservato. “L’occhio contemporaneo ma affettuoso di Luca Dal Canto – commenta lo storico dell’arte Giorgio Cricco – restituisce con rigore documentario non solo il diario (nel senso di scansione cronologica) di un percorso artistico, quanto il mutamento (e un occhio romantico potrebbe intenderne anche la degenerazione) del panorama urbano di un secolo. […] Una storia assai coerente, anche tecnicamente, sia nel nitore impeccabile di un un bianco e nero d’altri tempi, che sembra alludere al pionierismo felice di Felix Nadar, sia nella sobrietà opaca di un colore quasi pittorico, senza mai enfatizzazioni post-scatto alla moda”.

Luca Dal Canto, fotografo e filmmaker pluripremiato e aiuto regia di importanti registi cinematografici italiani, torna ad esporre in Francia dopo le mostre di Strasburgo (2016), Marsiglia (2021) e Parigi (2022) e lo fa in un luogo magico, la libreria inserita in questo passage couvert, che nel 1974 è stato dichiarato monument historique. Qui dentro, appunto, la libreria che ha fatto per decenni da luogo di incontro dei più grandi intellettuali dell’Ottocento e del Novecento: da lì probabilmente passò anche Modigliani.

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Info | www.iluoghidimodigliani.com