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Patatina croccante al posto dell’ostia. Si scatena la bufera per lo spot di ‘Amica chips’, considerato: “Blasfemo e oltraggioso”

Il Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) ha deciso di fermare la diffusione dello spot

Lo spot sulle patatine è blasfemo: fermatelo! Le patatine al posto delle ostie durante una comunione fittizia non sono andate giù alla Aiart, l’Associazione italiana ascoltatori radio e televisione di ispirazione cattolica. L’ultimo spot di Amica Chips è ambientato in un convento di suore. Una di queste sta prendendo da una mensola l’antico calice per le ostie da usare per la comunione. Lo trova vuoto, ma sempre lì accanto trova anche un pacchetto di patatine. E voilà: appena le sorelle si mettono in fila per “il corpo di Cristo” al posto della morbida ostia scrocchia una fragrante patatina. “Lo spot offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti”, ha attaccato Giovanni Baggio, presidente nazionale di Aiart. “L’accostamento tra la patatina e la particola consacrata è oltraggioso”. “Ci si appella al politically correct e alla cancel culture ma solo contro la religione cristiana ci si sente autorizzati a qualsiasi obbrobrio? Lo spot di Amica Chips è mancanza di rispetto e di creatività oltre che spia delle incapacità di fare marketing senza ricorrere a simboli che con il consumo e il croccante nulla hanno a che fare”, ha chiosato la Aiart. “Io di patatine ne ho prese tante, gustose, fragranti. Non ce la faccio a stare senza. Ne ho provate di americane, tedesche, olandese, ma fidati questa è la migliore”, ridacchiava sornione Rocco Siffredi a bordo di una piscina piena di ragazze in uno spot di Amica Chips datato 2006. Allusioni, doppi sensi e un pizzico di goliardica giocosità che anche all’epoca, con Siffredi non ancora digerito e omologato dal mainstream dello spettacolo, provocò non pochi mal di pancia ad associazioni varie.

Il Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) ha deciso di fermare la diffusione dello spot in risposta “alle numerose richieste di chiarimenti nonché alle segnalazioni da parte di cittadini giunte alla segreteria dell’Istituto”. In un comunicato, l’Iap si esprime sulla vicenda legata alla campagna pubblicitaria incriminata: “Il Comitato di Controllo ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in contrasto con l’art. 10 (Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale) secondo cui: ‘La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose’. Ad avviso del Comitato il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come ‘il divino quotidiano’ e l’ostia, che rappresenta evidentemente il divino, si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell’eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso”.