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I parenti degli ostaggi israeliani a Roma: “Ogni giorno è il 7 ottobre. Non si può chiedere il cessate il fuoco senza la liberazione dei rapiti”

“Noi viviamo ogni giorno come se fosse il 7 ottobre. Ora siamo ad aprile ma per noi e anche per le altre famiglie noi siamo rimasti al 7 ottobre. Per noi ogni giorno è quella data e vogliamo che mio fratello torni da noi. Sono arrabbiata, mi manca, ed è davvero difficile. Vogliamo solo che tornino a casa”. Sono le parole di Naama Miran, sorella di Omri Miran, rapito a Nahal Oz.La donna ha parlato in una conferenza stampa a Roma insieme a una delegazione di familiari di israeliani uccisi o sequestrati sei mesi fa. “Nessuno che crede nella vita, libertà e democrazia dovrebbe chiedere il cessate il fuoco senza chiedere la liberazione degli ostaggi” ha aggiunto Ashley Waxman Bakshi, cugina di Agam Berger, la diciannovenne rapita a Nahal. “Liberateli e il cessate il fuoco seguirà. Vivo in un paese democratico dove ci sono le proteste contro la guerra. Siamo democratici e lo permettiamo. Personalmente non lo faccio perché secondo rafforza solo i nostri nemici ma siamo democratici e le proteste ci sono”.