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Offensiva russa su tutta l’Ucraina: la Polonia fa decollare i caccia. Il premier Tusk: “La guerra in Europa non è più un concetto del passato”

L'incubo di un conflitto diretto tra Mosca e la Nato assume contorni sempre più reali: nella notte la Russia ha preso di mira le centrali elettriche di Kiev, il governo polacco ha risposto aumentando la sorveglianza sul proprio spazio aereo. La Romania: "Frammenti di un drone atterrati sul nostro territorio"

L’incubo di un conflitto diretto tra la Russia e la Nato assume contorni sempre più reali. Nelle prime ore del mattino la Polonia ha fatto decollare i propri caccia, insieme a quelli di altri Stati dell’Alleanza atlantica, per difendere lo spazio aereo del Paese da un altro attacco su larga scala lanciato da Mosca sull’Ucraina. E il premier di Varsavia Donald Tusk parla ormai senza filtri di una prossima guerra in Europa: “Non è più un concetto del passato. È reale, è già iniziata più di due anni fa. La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile“, afferma. Avvertendo: “Dobbiamo essere pronti. L’Europa ha ancora molta strada da fare”.

L’attacco – Nella notte decine di droni e missili russi hanno preso di mira quasi tutta l’Ucraina, comprese le città occidentali di Leopoli e Ivano-Frankivsk. L’obiettivo, riferisce l’aeronautica di Kiev, “erano soprattutto gli impianti di produzione di elettricità“. “Ci sono danni alle infrastrutture energetiche nelle regioni di Dnipropetrovsk, Vinnytsia, Ivano-Frankivsk, Leopoli, Cherkasy e Chernivtsi”, informa il primo ministro Denis Smyhal. Le forze di Mosca hanno attaccato con sessanta droni iraniani Shahed, tre missili aerobalistici Kinzhal, due missili balistici Iskander-M, nove missili aerei guidati X-59, quattro missili da crociera Iskander, 21 missili da crociera X-101-X-555. Secondo il comandante dell’Aeronautica, Mykola Oleschuk, 84 obiettivi su 99 sono stati abbattuti dalla difesa. Ukrenergo, l’operatore energetico nazionale, ha annunciato black-out programmati in tre regioni del Paee: Dnipropetrovsk (centro-sud), Zaporizhzhia (sud) e Kirovograd (centro). Il sistema nel suo complesso, viene precisato, ha comunque retto.

La risposta polacca – L’offensiva russa ha spinto il governo polacco a prendere contromisure militari: il comando operativo delle forze armate ha fatto decollare i suoi aerei da guerra insieme a quelli degli alleati della Nato. “Questa notte c’è un’intensa attività da parte dell’aviazione a lungo raggio della Federazione russa associata ad attacchi missilistici su obiettivi situati nel territorio dell’Ucraina. Sono state avviate tutte le procedure necessarie per garantire la sicurezza dello spazio aereo polacco”, ha comunicato l’esercito. Nello stesso tempo, in un’intervista a Repubblica, il premier di Varsavia Donald Tusk ha usato parole nitide su un possibile coinvolgimento dell’Europa nel conflitto: “Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato. È reale, è già iniziata più di due anni fa. La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile. È la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere. So che sembra devastante, soprattutto per i più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all’arrivo di una nuova era. È l’era prebellica. Non sto esagerando. Sta diventando ogni giorno più evidente”. Dopo i raid, peraltro, il ministero della Difesa della Romania – un altro Paese Nato – ha annunciato di aver avviato un’indagine a seguito del ritrovamento sul proprio territorio di frammenti che sembrano appartenere a un drone, in un’area agricola della contea di Braila, vicino al confine con l’Ucraina.

Zelensky: “La Russia non si fermerà” – “I terroristi russi hanno attaccato ancora una volta il settore energetico ucraino. Le centrali idroelettriche di Kaniv e del Dniester sono diventati obiettivi del nemico”, riferisce su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo un Stato maggiore dell’esercito. “Il Paese terrorista vuole che si ripeta il disastro ecologico nella regione di Kherson (dopo la distruzione, nel giugno scorso, della diga di Nova Kahkovka, ndr). Ma ora non solo l’Ucraina è minacciata, ma anche la Moldavia. L’acqua non si fermerà davanti ai posti di frontiera, così come non si fermerà la guerra russa se non verrà fermata insieme e in tempo in Ucraina”, prosegue Zelensky. Nel vertice militare, prosegue, è stato affrontato il tema dei “contratti per la fornitura di armi e munizioni per il prossimo futuro e per il futuro. È emersa la necessità di difesa aerea. A causa dell’intensità dei bombardamenti russi, è necessario rifornire le scorte più rapidamente. Ho dato l’incarico di rafforzare il lavoro con i partner. Contiamo sulla loro rapida reazione”.

Il nodo dei Patriot – Per il capo dello Stato, infatti, l’attacco è un’occasione di insistere con l’amministrazione Usa per ottenere nuove armi, e in particolare i missili antiaerei Patriot. “L’Ucraina non è ancora forte come potrebbe essere. Dobbiamo essere in grado di operare sul campo di battaglia. Per farlo, abbiamo bisogno di due cose: i sistemi Patriot che gli Stati Uniti possono fornirci e la parità nell’artiglieria. Con i sistemi Patriot, libereremo il cielo e i nostri ragazzi andranno avanti”, scrive su Telegram, citando una propria intervista al network televisivo Cbs. Giovedì sera, in una telefonata con lo speaker della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson, Zelensky ha definito “vitale” l’approvazione da parte del Congresso di un nuovo pacchetto di aiuti militari e finanziari da sessanta miliardi. Dall’altro lato, venerdì il primo ministro Smyhal ha comunicato che l’Ucraina ha ricevuto un finanziamento di un miliardo e mezzo di dollari (1,4 miliardi di euro circa) da un programma della Banca mondiale, il Developement policy loan: fondi che saranno utilizzati per sostenere il bilancio statale, per le spese sociali e umanitarie, la ricostruzione e per la difesa contro l’invasione russa.