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“Italiani siano la maggioranza in classe”: dopo Salvini ecco Valditara. Ma c’è già una legge (del centrodestra) che limita gli stranieri al 30%. Opposizioni: “Solo propaganda”

Matteo Salvini da Porta a Porta aveva lanciato il sasso: “Bisogna mettere un tetto di alunni stranieri in ogni classe” ha detto il vicepremier spiegando che il “tetto del 20%” serve a “tutela loro e per tutela anche di tutti gli altri bambini”. Una proposta sposata e rilanciata, a poche ore di distanza, da un altro esponente della Lega, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: “Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani“, ha detto il ministro. In realtà, però, è curioso notare come Salvini e Valditara non abbiano considerato (o forse neanche lo sanno?) che in Italia esiste già da tempo un numero limite di studenti stranieri per classe.

La legge che limita gli stranieri già c’è – In base a una circolare del gennaio 2010 del ministero dell’Istruzione all’epoca guidato da Mariastella Gelmini (che militava in Forza Italia 14 anni fa) il numero di alunni stranieri con una ridotta conoscenza della lingua italiana non deve superare il 30% degli iscritti in ogni classe e in ogni scuola, anche se poi possono esserci delle deroghe. Nell’anno scolastico 2021/2022, il 7,2% di tutte le scuole d’Italia aveva più del 30% di studenti stranieri, mentre le scuole con zero stranieri erano il 18%, con grandi differenze tra regioni: quella con la percentuale più alta di scuole senza studenti stranieri è la Sardegna, mentre al nord la percentuale di classi che sfora il 30% è alta soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

Le parole del ministro dell’Istruzione – Per Valditara “l’inclusione può avvenire assimilando i nuovi arrivati sui valori fondamentali, quelli che sono racchiusi nella Costituzione e che appartengono alla identità di chi accoglie, oppure realizzando la società del melting pot, dove ognuno pensa e fa ciò che vuole. La prima società – afferma – ha un futuro ordinato e prospero, la seconda ha di fronte a sé la disgregazione e il caos”. Pertanto per il ministro dell’Istruzione ciò avverrà più facilmente se gli stranieri “studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci”, sottolinea Valditara.

I dati delle scuole italiane – Secondo i dati contenuti in un report della Uil scuola a frequentare le scuole italiane è circa un milione di studenti con cittadinanza non italiana, l’11,3% del totale degli studenti iscritti che sono circa 8 milioni e mezzo. Le scuole statali del Nord Italia ospitano più della metà (62,7%) degli studenti di cittadinanza non italiana, pari a 602.387 allievi. Nell’Italia centrale, con un totale di 213.817, fanno registrare il 22,1%. Mentre nel Sud ci sono in tutto 151.190 studenti di cittadinanza non italiana nelle loro scuole, pari al 15,62% del totale. Va evidenziato che per la legge italiana è cittadino straniero anche il bambino nato in Italia da genitori non italiani: lo stesso che potrà ottenere la cittadinanza italiana presentando un’istanza ma solo dopo il compimento della maggiore età.

Opposizioni: “Solo propaganda” – Contro le frasi di Valditara e Salvini arrivano le critiche dell’opposizione. Per i dem ha protestato la segretaria Elly Schlein: “Corre dietro al delirio di Salvini che vuole sbattere fuori dalle classi i bambini nati da genitori stranieri”, ha detto. “Non si capisce l’accanimento della destra che governa contro i bambini. Pensano di negare il diritto costituzionale all’istruzione a chi nasce e cresce in Italia? Se approvassimo lo Ius Soli quelle bambine e quei bambini sarebbero già italiani”. E ancora: “Il ministro parla di Costituzione ma evidentemente non l’ha letta, e non ha nemmeno rinnovato il Protocollo con l’Anpi per farla studiare nelle scuole. Questa è una deriva pericolosa. Le scuole pubbliche hanno bisogno di più risorse, più strumenti, più investimenti, di insegnanti pagati di più perché sono quelli che prendono meno in Europa. Non hanno bisogno di ideologia nazionalista. Non si è mai fatta inclusione sociale escludendo i bambini dalle scuole”. Intanto su Twitter, l’accounta dei deputati dem fa notare quello che emerge sul web: ovvero la scarsa comprensione del messaggio scritto dal ministro.

E ancora: “Quelli di Valditara sono sproloqui“, commenta la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera e responsabile scuola del Pd, Irene Manzi. “Il ministro dell’istruzione – aggiunge – si comporta ormai da megafono del suo segretario di partito, Matteo Salvini”. “Molte delle studentesse e degli studenti che frequentano le scuole del Paese vorrebbero essere italiani ma sono invece considerati stranieri a causa di una legge sulla cittadinanza da riformare“, spiega in una nota la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza. “Grave che il ministro dell’Istruzione Valditara insegua invece gli slogan di Salvini. Questo Governo ed i partiti di maggioranza – conclude – continuano ad usare l’immigrazione per la propria campagna elettorale permanente“.

Proteste anche dal M5s: “Questa maggioranza, ed in particolare la Lega e il suo ministro Valditara”, hanno dichiarato gli esponenti della commissione Cultura, “usano la scuola solo in chiave propagandistica e strumentale, e quando possibile infarciscono il tutto con proposte dal sapore vagamente razzista. Il tetto è inapplicabile anzitutto perché non tiene conto delle differenze che ci sono tra le varie scuole e tra i vari territori. Dopodiché non si capisce in che modo dovrebbe essere attuato questo tetto, visto che in molti casi parliamo di bambini e bambine che sono italiani a tutti gli effetti, anche se di origine straniera. È troppo facile addebitare i problemi o i ritardi di una scuola alla presenza degli studenti di origine straniera”.